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Il grande passo delle cantine di Suvereto e Val di Cornia, nasce il consorzio di tutela Dop

Sono 27 le aziende vinicole associate che producono da vitigni autoctoni e uvaggi bordolesi giunti in Toscana con la sorella di Napoleone a inizio Ottocento

Le vigne di Suvereto - © Suvereto Wine

E’ nato il Consorzio di tutela Dop Suvereto e Val di Cornia Wine. Per la rete di imprese del vino nata nel 2020 a sostegno e promozione del territorio, Suvereto Wine, si tratta di un grande passo in avanti. L’associazione, dopo un anno di duro lavoro compie un salto di qualità per far conoscere nel mondo il borgo medioevale e un’area ideale per la coltivazione della vite distesa tra il mare e le Colline Metallifere. La Val di Cornia è una realtà che in passato ha un po’ sofferto la vicinanza con Bolgheri ma che ha ormai conquistato una sua dimensione e una sua identità precisa.

È stato raggiunto un obiettivo che avevamo individuato da tempo – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania SaccardiLa nascita del Consorzio di tutela DOP Suvereto e Val di Cornia Wine è il frutto di un lavoro intenso e corale, nel quale abbiamo creduto tutti insieme, produttori e istituzioni, e per il quale ci siamo impegnati. Adesso si aprono scenari importanti, dalla modernizzazione dei disciplinari di produzione alla promozione sui mercati UE ed Extra-UE, candidando progetti sui bandi PSR e OCM”.

Sono orgogliosa di un percorso che è stato rapido perché tanta è stata l’energia profusa da parte innanzitutto delle aziende, con il supporto mio e dell’amministrazione comunale – ha detto Jessica Pasquini, sindaca di Suvereto e coordinatrice regionale delle città del vinoUn percorso accompagnato dalla comprensione da parte delle aziende, di tutte, grandi e meno grandi, che la chiave di volta per il successo risiedeva nello stare insieme e nella diffusione della percezione che siamo un territorio unico. Il risultato ottenuto è il frutto di una volontà precisa, senza forzature, che le aziende hanno costruito dal basso, creando le condizioni per stare insieme. Come si dice, un piccolo passo per l’uomo ma un grande passo per questo territorio che è rappresentato non solo dal comune di Suvereto, e che con questo riconoscimento ufficiale ha gli strumenti per avviare quella crescita attesa che rende merito a potenzialità che potranno avere adesso le migliori condizioni per potersi esprimere”.

I produttori si sono detti soddisfatti di questo nuovo strumento di salvaguardia per le denominazioni Suvereto Docg, Rosso della Val di Cornia Docg e Val di Cornia Doc che va a rinforzare la credibilità conquistata negli anni sui mercati nazionali e internazionali.

Nico Rossi di Gualdo Del Re, presidente del nuovo consorzio – © Suvereto Wine

Tutti insieme – ha detto Nico Rossi, neoeletto presidente del Consorzio, nonché titolare dell’azienda agricola Gualdo del Repossiamo contare su una ricchezza inestimabile, ovvero un areale di ben 360 ettari vitati, il 75% dei quali riconducibili a Suvereto. E non v’è dubbio che una delle nostre prime attività riguarderà l’opera di perfezionamento della zonazione iniziata anni fa”.

La forza della biodiversità

La biodiversità è da sempre la forza di Suvereto e Val di Cornia: si va dalla ricchezza “umana” espressa dai produttori suveretani che sfruttano le loro grandi competenze per produrre vini internazionali a uvaggi bordolesi e vini ottenuti con vitigni autoctoni. A giocare un ruolo importante il Sangiovese, vitigno rosso toscano per eccellenza insieme al Vermentino, Trebbiano, Ansonica, Aleatico e Clairette. Tra i vitigni di origine francese trovano territorio e condizioni ideali Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Syrah e Viognier. La convivenza tra bordolesi ha radici profonde: risale ai tempi di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, che portò sulla Costa Toscana i vitigni francesi a inizio ‘800.

Il club dei 27

Le 27 cantine che fanno capo al Consorzio (Bulichella, Casadei, Colle vento, Giomi Zannoni, Giovanni Frascolla, Gualdo del re, I Mandorli, Il Briscello, Il Falcone, Incontri, Tua Rita, Petricci del Pianta, Petra, Rabaitti, Terradonnà, Macchion dei lupi, La Fralluca, Gigante Paola, Renis, Montepeloso, Poggio Banzi, Terravita, La Batistina, Carlini Lorenzo, Valdamone, Sant’Agnese, Rigoli) hanno storie e caratteristiche differenti tra loro, ma come sottolinea Simona Bisti di Tua Rita e vice-presidente del Consorzio “tutte, dalla prima all’ultima, possono contare su vitigni capaci di acclimatarsi molto bene, in virtù della naturale vocazione dei nostri suoli e della biodiversità di quest’oasi ancora incontaminata“.

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