Cultura/

“Il panno siamo noi”, corto sulla storica lavorazione laniera del Casentino

Il film, diretto da Alessandra Moretti, nasce da un soggetto di Barone Roberto e della stessa regista. Con il linguaggio della fiction, viene proposta al pubblico la storia del tradizionale panno, vanto del Made in Tuscany, conosciuto in tutto il mondo

Corto “Il panno siamo noi” - © Foto: produzione del film

Primi ciak a Prato e in Casentino, venerdì 5 maggio, per la realizzazione del cortometraggio Il panno siamo noi, diretto da Alessandra Moretti, coprodotto dalla casa di produzione Regie d’Autore e dal MISFF- Montecatini International Short Film Festival (che ne è anche il distributore), da un soggetto di Roberto Barone e della stessa regista.

Il protagonista del corto è il panno del Casentino, vera icona del Made in Tuscany, che vanta una storia che parte dal Medioevo: prodotto nella valle di Stia già dal Trecento, il manufatto è un tessuto in pura lana vergine, caldo follato (infeltrito), garzato, resistente e al tempo stesso morbido e soffice, caratterizzato da un aspetto rustico con tipici riccioli, ottenuti con un’antica lavorazione di finitura delle fibre di lana.

Con il linguaggio della fiction, il corto mette in scena un dialogo immaginario tra due figure centrali nella storia del panno casentino: Adamo Ricci, che diresse, nel XIX secolo, la Società di Lanificio di Stia, trasformandola in un moderno complesso industriale all’avanguardia (tanto che fu invitato a partecipare all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867); e Sisto Bocci, storico patron del Lanificio di Soci, trasformato, tra fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, in un innovativo stabilimento industriale che impiegava fino a cinquecento dipendenti.

Grazie ad un artificio narrativo, le due figure storiche compaiono ai visitatori del Museo dell’Arte della Lana (situato nel complesso del Lanificio di Stia), e attraverso un flashback, composto da immagini storiche e di repertorio, si raccontano la tradizione del panno casentino, la qualità delle materie prime impiegate, la sapienza artigianale che sottende la sua lavaorazione, fino al suo rapporto stretto con il territorio e la sua capacità di sapersi rinnovare nel tempo seguendo le evoluzioni della moda e della tecnologia.

Il film vede  la luce grazie sostegno di eccellenze quali la Manifattura del Casentino di Soci, la Tessilnova di Pratovecchio Stia, la TACS di Pratovecchio Stia, il Museo dell’Arte della Lana  (a Pratovecchio Stia, gestito dalla Fondazione Luigi e Simonetta Lombard) e il contributo dell’azienda Bellandi, nella figura dei titolari Luca e Maurizio Bellandi, che ha consentito alla gloriosa storia del panno casentino di avere anche un luminoso futuro.

Il MISFF distribuirà il corto in un tour, che farà tappa anche alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e all’edizione 2023 del festival cinematografico della Val di Nievole.

I più popolari su intoscana