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La Nuova Pippolese: una nuova ‘casa’ per la canzone popolare fiorentina

Un manipolo di baldi giovani ha fatto rinascere una delle orchestre di chitarre e mandolini che suonavano alle fiere all’inizio del ‘900

“Il pippolo” è il modo popolare dei fiorentini di chiamare il plettro e La Nuova Pippolese nasce proprio dalla voglia di celebrare la funzione sociale delle orchestre di mandolini diffuse nella prima metà del novecento a Firenze. La Pippolese di Serpiolle e poi quella di Borgo Allegri sono ancora oggi ricordate per i concertini ambulanti su carri prima a cavalli e poi a motore, che allietavano le Cascine durante la Festa del Grillo o per la Festa della Rificolona. La Nuova Pippolese nasce all’interno dell’esperienza dell’associazione culturale La Scena Muta, un manipolo di baldi giovani che si è organizzato con mandolini, chitarre ed ukulele per tornare a suonare le canzoni della tradizione fiorentina, all’insegna di una riscoperta del ruolo aggregativo della musica. Fanno parte del repertorio della Pippolese tantissime canzoni della tradizione, alcune celebri come Il Grillo e la Formica, La biritullera, Mattinata Fiorentina o La porti un bacione a Firenze ed altre inedite, recuperate e riarrangiate da vecchi spartiti impolverati nei mercatini delle pulci come Il grillo dell’Ascensione o La torre di Arnolfo.

Ecco la nostra intervista al direttore Frank Cusumano

La storia inizia tanti anni fa con la Pippolese di Serpiolle…

Si chiamavano ‘Pippolesi’ tutte le orchestre a plettro cioè a ‘pippolo’ che facevano musica non colta, erano gente del popolo. Dai primi del ‘900 fino agli anni 50-60 c’era questa moda di ritrovarsi per suonare chitarra e mandolini, per hobby. La più antica di cui si ha memoria è quella di Serpiolle che è datata 1904.

Come nasce tanti anni dopo La Nuova Pippolese?

Nasce grazie all’Associazione culturale La Scena Muta di cui io faccio parte che è un collettivo di musicisti, artisti che organizzano eventi culturali. Nel 2014 durante un evento organizzato in un centro anziani alle Cascine si è avvicinato un signore ospite del centro che ci ha detto: ‘perchè non riformate la Pippolese’. Questa cosa ha fatto scattare una scintilla, ne abbiamo parlato, mi hanno proposto la direzione dell’orchestra e io ne sono stato entusiasta perchè conoscevo la storia della Pippolese, da ricercatore amatoriale di musica popolare. Quindi dopo sei anni siamo ancora qua.

Quanti siete? Come si è formata l’orchestra?

All’inizio si face un annuncio sul giornale, io cominciai a dirlo a tutti i miei colleghi musicisti, ai miei amici. Ci siamo formati col passa parola, e anche adesso è così, chi vuole venire viene e impara i pezzi col resto dell’orchestra. É un’orchestra aperta, chi vuole si aggiunge. Attualmente siamo 25-30 persone. In questo periodo siamo fermi per ovvi motivi, a cose normali siamo aperti a tutti basta venire alle prove il lunedì sera. Abbiamo cambiato tante sedi, abbiamo iniziato al circolo di Settignano, poi eravamo troppi non ci si entrava più, quindi ci siamo spostati all’Andreoni in zona Coverciano. Poi siamo andati in una stanza parrocchiale, ma stiamo cercando una serie nostra.

Ho visto che avete aperto un crowfunding per il disco che è andato molto bene

Sì, era un bando della Cassa di Risparmio di Firenze per progetti a sfondo sociale, abbiamo vinto per poter fare una raccolta fondi che prevedeva oltre alla realizzazione del cd che stiamo finendo in questi giorni anche un progetto di musica dal vivo nelle RSA per andare ad allietare gli anziani. Chiaramente abbiamo dovuto interrompere tutto, non so come evolverà. Speriamo di recuperare i concerti l’anno prossimo. Per quanto riguarda il disco abbiamo finito le registrazioni e ora siamo in fase di mixaggio.

La Pippolese di Serpiolle
La Pippolese di Serpiolle

Che canzoni esegue La Nuova Pippolese?



Dal vivo suoniamo un po’ di tutto, stornelli, musica popolare e contadina, perchè alla gente piace sentire pezzi come ‘L’amore è come l’ellera’ che fanno parte della tradizione toscana. Ma nel disco abbiamo scelto di mettere solo musica fiorentina d’autore, cioè tutte canzoni scritte su Firenze o in dialetto fiorentino. Come ‘La mi porti un bacione a Firenze’ o ‘Il walzer della poera gente’ fino ad arrivare a un pezzo scritto da noi, un inedito. Il disco potrebbe essere pronto entro un paio di mesi, però volevamo fare una presentazione dal vivo, quindi vedremo come evolverà la situazione.

Il valzer della povera gente

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