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Le dieci domande per orientarsi nella scuola del post Covid

Cosa succede se un bambino risulta positivo al Covid? E se gli insegnanti fossero costretti all’isolamento domiciliare? Chi è il referente Covid? Proviamo a fare chiarezza tra i molti dubbi che accompagnano la prima campanella

© Iryna Rudaieva

Con la prima campanella post Covid da oggi inizia un anno scolastico particolare per quasi mezzo milione di studenti toscani e per le loro famiglie. Sono passati sei mesi dall’ultimo giorno di scuola per molti di questi ragazzi, tanta la contentezza così come i dubbi e le domande che i genitori si pongono in attesa di prendere confidenza con la gestione e l’organizzazione della didattica nei prossimi mesi.

Qui ne abbiamo raccolte alcune.

  1. È prevista la misurazione della temperatura all’ingresso a scuola? No. È una responsabilità individuale. La misurazione della temperatura dovrà essere accertata prima dell’arrivo a scuola e in caso di temperatura corporea superiore a 37.5°C dovrà restare a casa.
  2. La mascherina sarà sempre obbligatoria o solo quando non sarà possibile mantenere il distanziamento? Gli alunni dovranno indossare per l’intera permanenza nei locali scolastici una mascherina chirurgica o di comunità di propria dotazione, fatte salve le dovute eccezioni (ad es. attività fisica, pausa pasto). In linea di massima l’utilizzo della mascherina è necessario in situazioni di movimento e in generale in tutte quelle situazioni (statiche o dinamiche) nelle quali non sia possibile garantire il distanziamento prescritto di 1 metro. Le scuole comunque sono state dotate di mascherine da dare agli alunni nel caso di dimenticanze. Non sono però soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina.
  3. Cosa succede se un bambino manifesta una temperatura superiore a 37.5 dopo essere entrato in aula? Sarà il Referente scolastico per COVID-19 individuato in ogni scuola ad avvertire i genitori dell’alunno minorenne. L’alunno sarà preso in carico facendo evitare lui contatti con altri. Sarà poi la famiglia a mettersi in contatto con il proprio medico di medicina generale per valutare i passi successivi.
  4. Chi è il referente scolastico per COVID-19? È una figura, che sarà presente in ogni scuola, e che farà da raccordo tra la scuola stessa il dipartimento di Prevenzione della Asl di riferimento. In Toscana vi è un’apposita ordinanza (la numero 81) che, recependo le linee guida ministeriali, punta a rafforzare la sanità territoriale prevedendo un medico in ogni scuola. Le Asl territoriali hanno già aperto i bandi per il reclutamento del personale medico.
  5. Se un bambino risultasse positivo al Covid, l’intera classe sarà messa in quarantena? Il passaggio non è automatico, sarà compito del dipartimento di Prevenzione, attraverso l’attività di indagine, individuare la strategia più adatta in merito ad eventuali screening al personale scolastico e agli alunni. Lo studente positivo potrà rientrare a scuola solo dopo che sia stata accertata la guarigione clinica, vale a dire la totale assenza di sintomi. La conferma di avvenuta guarigione prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi l’alunno potrà interrompere l’isolamento.
  6. Ma se il bambino manifestasse febbre prima di entrare a scuola? In quel caso i genitori dovranno allertare il pediatra e comunicare l’assenza all’istituto.
  7. In quali casi verrà chiusa la scuola? Sarà sempre il dipartimento di Prevenzione a valutare il da farsi. La chiusura di un servizio educativo/istituzione scolastica, o parte delle stesse, è disposta da parte del responsabile del servizio (o dirigente scolastico) sulla base dei provvedimenti adottati dal dipartimento di Prevenzione in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità.
  8. Saranno fatti tamponi ai compagni e ai familiari? Sarà sempre il Dipartimento ad attivarsi ricostruendo i contatti dell’alunno, qualora fosse risultato positivo al Covid.19, e ad intraprendere le azioni necessarie.
  9. Se un professore fosse costretto a casa per contatto sospetto con un caso Covid, sarebbero interrotte le lezioni? No. Sarà possibile garantire la continuità del programma avvalendosi della didattica a distanza integrativa che rappresenta un supporto a quella in presenza. In Toscana un terzo delle scuole superiori utilizzerà la dad in modo complementare alle lezioni in presenza come scelta organizzativa.
  10. Se un bambino è a casa in isolamento domiciliare, quali forme di supporto sono previste per i genitori che non hanno nessuno cui affidarlo? Il genitore lavoratore potrà richiedere lo smart working o usufruire dei congedi parentali. Il congedo può essere usufruito sia dal padre che dalla madre ma in modalità alternata come specificato nella circolare Inps del 3 settembre (n.99). La domanda deve essere presentata in modalità telematica, utilizzando la procedura per la presentazione delle domande di congedo parentale a ore ordinario, selezionando la specifica opzione “COVID-19”.  Per quanto riguarda lo smart working straordinario, invece, così come specificato nel dpcm del 7 settembre “Un genitore lavoratore dipendente può svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per tutto o parte del periodo corrispondente alla durata della quarantena del figlio convivente, minore di anni quattordici, disposta dal Dipartimento di prevenzione della ASL territorialmente competente a seguito di contatto verificatosi all’interno del plesso scolastico”.
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