© Andrea Staccioli / DBM

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Dall’argento agli Europei all’amore per i cani, conosciamo la nuotatrice Lisa Angiolini

L’atleta, tesserata per la Virtus Buonconvento, ha conquistato un argento inaspettato agli Europei di nuoto a Roma e ora è già a lavoro per la prossima stagione con obiettivi chiari e la voglia di raggiungere altri risultati importanti

È trascorso poco più di un mese da quel tardo pomeriggio del 13 agosto e dalla conquista della medaglia d’argento nei 100 rana agli Europei nel boato dello stadio del nuoto del Foro Italico a Roma. Ma chi è Lisa Angiolini? Con questa intervista proviamo a rispondere a questa domanda e a farvi conoscere la nuotatrice toscana dentro e fuori la piscina.

Prima di tutto ci racconti di Roma e delle emozioni europee?

Ero andata lì per fare, fondamentalmente, i 200 rana. Dei 100 avevo solo visto gli orari della batteria, non mi ero preoccupata della semifinale, figuriamoci della finale perchè ero la quarta (dopo Pilato, Castiglioni, Carraro ndr) di quasi un secondo dal mio personale al personale della terza. Mi sono detta: faccio la mia gara, cerco di migliorare un po’ e poi mi concentro per il 200. Mentre gareggiavo vedevo Benedetta Pilato vicina. Le strade ero due: o stava andando male lei o stavo nuotando forte io. Quando ho visto il tempo di 1:06:00 ho pensato: vediamo un po’ se le altre riescono a fare meno, perché era proprio un bel tempo e alla fine mi è bastato per la semifinale. Nel pomeriggio c’è stata poi la semifinale, avevo un po’ d’ansia che si è poi quadruplicata con il boato del pubblico quando lo speaker mi ha presentata. In vasca, l’ansia, si è vista tutta, ho nuotato in maniera completamente diversa rispetto alla mattina. Sono comunque riuscita a qualificarmi per la finale dove ho messo da parte l’ansia e ho deciso di giocarmela, tanto non avevo niente da perdere. Alla fine della gara non riuscivo a vedere il mio tempo e come mi ero qualificato. L’ho sentito dallo speaker che ero arrivata seconda quando ha annunciato “argento Angiolini”. Mi è sembrato surreale, è stato totalmente inaspettato e tanto bello.

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Un risultato che ripaga la fatica di anni di allenamenti

Più che altro diciamo che mi sono presa la rivincita sullo scorso anno. Mi sono strappata la settimana prima del Sette Colli e non sono riuscita a recuperare in tempo. Ho voluto riprovare quest’anno e, visto il risultato, ho fatto bene.

Quali sono gli obiettivi per questa stagione?

Vorrei provare a qualificarmi per i Mondiali di nuoto in vasca corta. La soffro di più rispetto alla vasca lunga, sarà complicato e poi entrano solo due atlete per gara, invece di quattro. Non mi aiuta ma voglio provarci. Se non dovesse andare bene vorrei fare comunque il tempo per i Mondiali di vasca lunga.

Ti cimenterei in tutte e tre le distanze della rana?

Vorrei farle tutte e tre ma so già che nel 50 non ho molte possibilità perché non sono molto reattiva in partenza e lì perdo tantissimo. Però mi piacerebbe fare il tempo per i 100 e 200 rana e vedere a livello mondiale cosa posso tirare fuori.

La nazionale italiana sta raccogliendo importanti risultati nella rana

Prima degli europei non mi sentivo all’interno del trio (composto da Benedetta Pilato, Arianna Castiglioni e Martina Carraro ndr) perché ero la quarta di un bel po’ e non venivo considerata. Adesso spero che si ricordino che il trio è diventato un quartetto e che ci sono anche io.

Faccio un passo indietro, come è nata la passione, poi diventata carriera, per il nuoto?

A due anni e mezzo mia mamma mi ha portato in piscina perché imparassi a nuotare in modo da andare al mare con tranquillità. Da lì ho fatto i corsi di nuoto e poi mi hanno presa nell’agonismo.

La rana è uno stile che negli anni si è evoluto tanto, come ti adatti o ti perfezioni a questi cambiamenti?

Studio tanto gli atri. Prima delle finali mi mettevo sempre a guardare dall’alto, non tanto la tecnica, quanto gli elementi particolari della nuotata di altre atlete. Ad esempio, mi piaceva tantissimo il recupero della bracciata di Martina Carraro che rimane sempre avanti. Prendo un po’ qua e un po’ la, mi adeguo, prova a prendere quello che, secondo me, è più efficace da tutte le persone che ritengo forti.

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C’è una nuotatrice a cui più di tutte ti ispiri?

Ho sempre ammirato Federica Pellegrini, credo un po’ come tutti gli italiani. Un’altra nuotatrice che mi piace tantissimo è la Hosszù (Katinka Hosszú è una nuotatrice ungherese, specializzata nei misti, detentrice di vari record mondiali ndr), perché fa tante gare, non si tira mai indietro, è sempre lì a tutte le competizioni sia a livello mondiale che europeo. È una delle nuotatrici che più ammiro.

Che progetti o sogni porti avanti fuori dalla piscina?

Mi piacerebbe aiutare più randagi possibili, portarli via dalla strada o da situazioni complicate in cui si trovano. Lo spazio non mi manca ma dovrei avere una base economica importante per aiutare i “pelosetti”.

 

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Cosa è cambiato dopo la medaglia agli Europei?

Ho conosciuto tanta gente, ma la medaglia non mi ha cambiato come persona. Sono una ragazza che si è allenata con costanza, non sento di avere qualcosa in più degli altri. L’unica cosa in cui mi sento cambiata è che sono più convita dei risultati che posso ottenere. Prima davo per scontato che se c’erano le altre non avrei messo la mano davanti a loro, adesso invece so che se mi alleno bene e se ci credo posso toccare davanti io.

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