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Il primo giorno della Toscana “arancione” è (quasi) come un lockdown totale

Le folle del fine settimana a Firenze e sul lungomare sembrano un ricordo lontano. Nel primo giorno “arancione” la Toscana si è scoperta diversa. Città deserte, chiusi molti bar e ristoranti

Ponte Vecchio, Firenze - © Gianluca Testa

Anche i colori hanno un significato, proprio come i fiori. Il blu rappresenta la pace, il verde il cambiamento, il viola la magia. E poi ci sono rosso, giallo e arancione. Tre declinazioni cromatiche i cui significati sono stati ribaltati dai codici di comportamento e dai loro significati. Perché più che rappresentare rispettivamente la vitalità, la leggerezza e l’energia, per tutti noi quei colori indicano ciò che è concesso o non concesso. Indicano i limiti e le restrizione rese necessarie da una curva epidemica che dopo l’estate è tornata a crescere. E così la Toscana si è addormentata in giallo per poi risvegliarsi arancione.

Scompare il traffico

La differenza non è solo nella dimensione cromatica, ovviamente. Lo si è capito da subito. All’ora di sempre, sulle strade di sempre, non c’era il traffico di sempre. Meno auto, meno moto e perfino meno biciclette. D’accordo, le scuole sono state invitate fin da subito a incentivare la didattica a distanza. E quella degli studenti è un’assenza che si fa notare. In giro, stamani come ieri, non c’erano ragazzi con gli zaini in spalla e le cuffie nelle orecchie. Ma non c’erano neppure i turisti. Solo qualche avventore spaesato e irriducibile nei pressi dei pochi bar aperti.

Il caffè degli irriducibili

Già, i bar. Se il coprifuoco era ormai un dato di fatto al pari della chiusura alle 18, sono due le principali novità che il colore arancione ha portato con sé anche in Toscana: movimenti consentiti solo all’interno del proprio Comune (se non per le canoniche motivazioni di lavoro, salute o assoluta urgenza) e l’impossibilità di consumare all’interno di bar e ristoranti. Quindi scompare il caffè al banco e si salva solo l’asporto. Qualcuno oggi ha infatti consumato il proprio pasto in piedi, fuori dai locali, con la mascherina abbassata sul mento.

Chiusi la metà dei bar

Secondo la Camera di commercio, solo a Firenze sono circa 7 mila le imprese costrette a rimodulare l’attività nel campo dei pubblici esercizi. Ma non è un compito facile. Non per tutti, almeno. E infatti secondo Confcommercio in tutta la Toscana resterà aperto solo un ristorante su quattro e un bar su due. A farne le spese saranno soprattutto i bar storici, molti dei quali hanno preferito chiudere. Non tanto perché la regione si è colorata d’arancione, ma perché a pesare è soprattutto l’assenza dei turisti. Chiude il caffè Paszkowski in piazza della Repubblica, a Firenze. Ma già ieri, ultimo giorno in giallo, era chiuso anche il caffè Gilli. Perfino in Piazza della Signoria molti esercizi pubblici avevano la serranda abbassata e le sedie riposte sui tavoli con le gambe all’insù.

Piazza della Signoria, Firenze

Ponte Vecchio deserto

“Ma davvero domani non posso venire a bere il cappuccino da voi?”. È questa la domanda rivolta da un’anziana e incredula signora al cassiere del caffè Scudieri, il bar che si affaccia proprio di fronte al Battistero. Loro sono rimasti aperti per l’asporto fino a metà pomeriggio. Ma altri esercenti stamani hanno preferito non riaprire. Tra il giallo e l’arancione c’è solo una sfumatura sottile che forse ha privato i più di un’apparente normalità. Ma – forse è bene ricordarlo a noi stessi – da un po’ di tempo a questa parte c’è ben poco di normale. Già ieri Firenze era quasi deserta. Su Ponte Vecchio, tra serrande abbassate e luci spente, i pochi passanti emergevano come figure giustapposte al paesaggio artistico e urbano. E intanto anche le altre città si adeguano. Il famoso mercato di Forte dei Marmi resterà aperto solo per residenti, mentre Livorno ha già annunciato che nel prossimo fine settimana chiuderà moletti e porticcioli.

Caffè Scudieri, Firenze

Tra responsabilità e paure

“Oggi ho avuto la sensazione di essere in un lockdown totale”

Lo scorso fine settimana i sindaci di Firenze e Viareggio hanno richiamo all’ordine le persone che, complice il bel tempo, si sono riversate in massa sulla costa o in città. Un richiamo giusto e legittimo. Ma è stato un momento isolato. Perché le città della Toscana, oggi come ieri, si mostrano nude nella loro bellezza. “Per questo fine settimana abbiamo deciso di applicare le regole previste dalla fascia arancione, quindi la chiusura di bar e ristoranti. Se però le cose vanno male e vediamo che i comportamenti non cambiano, allora proporrò di limitare l’ingresso alle piazze del centro di Firenze” ha detto Dario Nardella durante un’intervista su Rai Radio 1. “Se non riusciremo a rallentare la corsa del virus in Toscana, nell’arco di pochi giorni rischiamo di andare nella fascia rossa”. Qualcosa però è successo. Saranno le limitazioni imposte o forse la paura, ma oggi quasi tutte le città toscane erano semi-deserte. “Oggi ho avuto la sensazione di essere in un lockdown totale” ha detto ai giornalisti il presidente della Regione, Eugenio Giani. “La gente ha cominciato a capire che conta moltissimo il senso di responsabilità individuale. Solo evitando i contatti possiamo contenere il virus”.

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