Cultura /

Parole che si trasformano in immagini: grazie alle AI diventeremo tutti artisti?

Intervista allo scrittore e artista fiorentino Francesco D’Isa che in poco tempo è diventato un vero e proprio punto di riferimento nel mare di polemiche che si sono scatenate sulle intelligenze artificiali con l’arrivo di programmi come Midjourney e Stable Diffusion

Se frequentate i social network forse vi sarete imbattuti in articoli e post che sostengono che “le intelligenze artificiali ci ruberanno il lavoro”.

Negli ultimi mesi sono infatti nati molti programmi e siti web tramite i quali chiunque, anche chi non ha mai preso in mano un pennello o una matita per disegnare, può creare immagini bellissime e spettacolari semplicemente scrivendo una riga di testo con le ‘istruzioni’.

Com’è possibile tutto questo? E’ possibile grazie al “prompting” parola che letteralmente significa “sollecitazione”.

L’immagine viene generata in automatico dal programma sulla base delle ‘istruzioni’ ricevute andando a pescare e a miscelare insieme immagini prese dalla rete tra i miliardi e miliardi di immagini che ogni giorno vengono pubblicate online.

Non è però così semplice come sembra, se provate ad usare questi programmi vi accorgerete infatti che non riuscirete a creare quelle stupende e coloratissime immagini che da qualche tempo hanno iniziato a circolare in rete.

Siamo andati a intervistare lo scrittore e artista fiorentino Francesco D’Isa che in poco tempo è diventato un vero e proprio punto di riferimento nella massa di polemiche sulle AI che si sono scatenate online.

Con la sua guida ci addentreremo nei principali problemi etici, tecnici e artistici sollevati dai nuovi strumenti con cui creeremo arte nel futuro.

Ciao Francesco, prima di tutto quanti siti web ci sono per fare ‘prompting’ e tu quali usi per creare le tue opere?

Tantissimi ormai, i principali sono Midjourney che è forse il primo che è stato reso di pubblico uso ad agosto del 2022 ed è ancora uno dei più potenti, poi c’è Stable Diffusion che è un progetto open source cioè il codice non è chiuso, è aperto e chiunque può migliorarlo, cambiarlo, usarlo e farlo proprio. Di conseguenza da Stable Diffusion sono nati tantissimi programmi e siti che offrono questo servizio, implementazioni, moduli e motori diversi che fanno tutti capo a questo progetto aperto. Io uso molto sia Midjourney che Stable Diffusion, sono entrambi molto potenti, efficaci e a mio parere al momento i più interessanti; forse su tutti Stable Diffusion, che come dicevo ha un codice aperto, una cosa che trovo giusta anche da un punto di vista etico. C’è anche Dall-E e da poco è nato Adobe Firefly.

non è vero che un ragazzino potrà rubare il lavoro di un professionista perchè come non è facile fare una bella foto, così non è facile usare bene i programmi di AI. Ilvalore di un disegno è ancora incommensurabile rispetto a queste immagini che sono proprio un’altra cosa

Parliamo del prompting, quali sono i ‘trucchi del mestiere’, come funziona?

Più che trucchi è una cosa che va imparata e lo impara prima chi ha dimestichezza col mezzo e magari già lavora nelle arti visive o nel digitale. In genere chi sta lavorando meglio con questi strumenti sono persone che già lavoravano in ambito artistico  come grafici per esempio, in senso ampio. Essenzialmente devi sviluppare un tuo linguaggio con la macchina e capire quello che ti restituisce, non è immediato. E’ un po’ come nella fotografia, tutti possono fare una foto, basta premere un pulsante, ma il difficile è farla bene. Quindi è una cosa apparentemente semplice, c’è un “entry level” cioè un livello di entrata molto aperto, tutti possono provare a fare qualcosa con una certa soddisfazione, non viene roba bruttissima, diciamo un po’ banale. Per fare cose più complesse è necessaria una professionalità dietro che era più che tecnica è proprio visiva e artistica, devi saper lavorare con le immagini.

Possiamo immaginarci che tra poco arriveranno anche i corsi per imparare a usare Midjourney, se non ci sono già…

Sicuramente, ci sono già implementazioni, studi grafici che cercano di autoformarsi anche con formatori esterni. Per ora sono corsi di aggiornamento, è più una materia da insegnare in un corso di grafica, un tassello diciamo.

Tra i problemi principali che queste intelligenze artificiali sollevano c’è la questione del diritto d’autore. Per creare nuove immagini questi programmi vanno infatti a pescare immagini presenti sul web tra cui probabilmente anche quelle protette da copyright

In realtà lo statuto del diritto d’autore su queste cose è ancora un mistero. Di certo questi programmi vengono costruiti grazie a miliardi di immagini tra le quali senz’altro ci sono anche immagini protette dal diritto d’autore. Però qual è il punto: al loro interno i programmi non hanno le immagini, i programmatori le ‘usano’ e poi non servono più, sono un prodotto diverso. Inoltre c’è il problema che (tranne nel caso di Stable Diffusion che ha un database aperto), non puoi controllare quali immagini vengono usate, perchè non sono dentro il software. Difficilmente potrei provare che c’è una mia immagine, se il database usato è chiuso è impossibile controllare. C’è chi si chiede se questo sia “fair use” cioè un uso lecito delle immagini.

Qual è la tua opinione su questo dibattito?

Per me è fair use, io parto da un punto di vista molto critico sul copyright che negli ultimi anni è diventato sempre più severo solo a vantaggio della grandi aziende e mai degli artisti. Bisogna pensare che un’immagine usata da questi programmi ha meno di un miliardesimo di influenza sul programma e anche sull’immagine che vai a creare, è un prodotto davvero molto diverso. È anche vero che questi programmi usano un bene collettivo, cioè miliardi di immagini e questo bene viene usato da aziende che ci lucrano sopra creando programmi chiusi (Stable Diffusion a parte). Il mio parere personale è che il concetto di copyright andrebbe aperto sempre di più, non certo chiuso perchè ostacola la creatività e la produzione intellettuale senza davvero avvantaggiare gli artisti. Coerentemente con questo penso che anche i programmi dovrebbero essere aperti e diventare bene collettivo, il che non significa ovviamente che aziende e artisti non possano guadagnarci, anzi.

Francesco D’Isa

Un secondo problema, quello che maggiormente spaventa artisti, illustratori e grafici è che l’utilizzo di questo siti web ‘porti via il lavoro’ chi crea arte in maniera più tradizionale 

Oggi sta succedendo una cosa simile rispetto a quello che successe con la fotografia, i pittori temevano che nessuno avrebbe più voluto i loro ritratti. Diciamo che non è vero che un ragazzino potrà rubare il lavoro di un professionista perchè appunto come non è facile fare una bella foto, così non è facile usare bene i programmi di AI. Soprattutto ricordiamoci che il valore di un disegno è ancora incommensurabile rispetto a queste immagini che sono proprio un’altra cosa.

Qualche tempo fa è apparsa una foto che mostrava il Papa che indossava un piumino bianco da trapper. E’ un’immagine che ha destato molto scalpore anche se era palesemente falsa. A me è sembrato un punto di non ritorno, mi sono immaginata che tra poco non riusciremo più a distinguere una fotografia vera da una falsa, con ripercussioni anche pericolose nella nostra vita privata. Tu cosa ne pensi?

Questo è un argomento molto importante, sul quale ho scritto anche un articolo di recente. Ancora non è così, cioè è possibile immediatamente accorgersi se un’immagine è vera o falsa, ma è altamente probabile che in un futuro piuttosto prossimo noi riusciremo a falsificare qualunque foto (e video) in modo che da un occhio umano sarà indistinguibile. Questa è una cosa che preoccupa ma io penso che potrebbe in realtà succedere l’opposto. Ci sarà sicuramente un periodo di ‘interregno’, se solo in pochi riescono a falsificare allora hanno un grande potere. Ma se questa tecnologia, come auspico, diventerà di accesso comune praticamente le foto non avranno più valore perchè tutti potranno falsificare tutto. Se tutti lo sanno fare non ci crede più nessuno. Ho letto uno studio speculativo sui deep fake che diceva proprio questo, tutto il potere delle immagini a un certo punto crollerà.

le AI cambieranno il nostro sguardo sulle altre arti. La fotografia ha cambiato la pittura, per sempre, dando vita a tutte le avanguardie del ‘900. Le AI apriranno un nuovo fronte, dal punto di vista artistico questa è la cosa più interessante

Passando a parlare di quello che vediamo in questo periodo, c’è davvero una grandissima massa di immagini che si stanno riversando sui social. Si può già parlare di stili che si stanno affermando? A me colpiscono molto quelle immagini, per esempio, che reinterpretano il passato: foto in bianco e nero con robot, false pubblicità degli anni ’80 e via così. C’è come la volontà di riscrivere il passato oppure di creare nuovi mondi paralleli a questo, è tutto molto affascinante e divertente

Quello che hai detto è interessante, secondo me è ancora presto per parlare di ‘stili’ perchè la tecnologia è neonata, però sto raccogliendo nel mio profilo Instagram artisti che mi interessano che lavorano con queste cose, ognuno col suo tocco particolare, per vedere come sperimentano. Quello che dici è normale perchè come spesso capita quando hai uno strumento nuovo lo metti alla prova sulle cose che conosci del passato, prima ancora di sperimentare. E’ un po’ il meccanismo per cui l’icona dell’app per fare le chiamate sul nostro smartphone ha ancora la cornetta che non esiste più. Con lo strumento nuovo cerchi sempre di richiamare prima quello vecchio. Vedremo, il futuro è un mistero.

Una domanda molto difficile: come questi nuovi strumenti cambieranno il modo di fare arte?

Come non lo so, ma se pensi a quello che è successo con la fotografia, è ipotizzabile che così come la fotografia è diventata un’arte a se stante accadrà la stessa cosa con questi strumenti. E così come la fotografia si è diffusa capillarmente nel mondo cambiando il nostro sguardo sull’arte, anche le AI cambieranno il nostro sguardo sulle altre arti. La fotografia ha cambiato la pittura, per sempre, dando vita a tutte le avanguardie del ‘900. Le AI apriranno un nuovo fronte, dal punto di vista artistico questa è la cosa più interessante. 

Un’ultima domanda chi sono queste fanciulle misteriose che continui a creare tramite le AI e a regalarci con la tua arte?

Non ne ho la più pallida idea. Prima di usare questo strumento già lavoravo con giovani soggetti femminili, un soggetto molto denso di significati e che caratterizza tutta la storia dell’arte. Nel mio caso spazia da una forma di autoritratto a un simbolismo in base a dove vengono poste. La gioventù e la bellezza cambiano di significato in mille modi diversi.

Francesco D’Isa
I più popolari su intoscana