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La Toscana cambia colore e torna “zona arancione”. Regole e divieti da rispettare

La decisione era nell’aria, ma ora c’è l’ufficialità: la Toscana torna arancione da domenica, giorno di San Valentino. Vietati gli spostamenti tra comuni, chiusi bar e ristoranti

Toscana zona arancione - © Roman Samborskyi

Dopo ben cinque settimane in giallo, ecco la “retrocessione”: la Toscana torna zona arancione. E probabilmente tale resterà per un paio di settimane almeno. Un cambiamento che era nell’aria da giorni. Ora, però, è arrivata l’ufficialità. Il ministro della salute Roberto Speranza firmerà infatti nelle prossime ore le ordinanze che prevedono il cambio di colore per tre regioni – insieme alla Toscana ci sono anche Abruzzo e Liguria – e della provincia di Trento. In arancione restano l’Umbria e la provincia di Bolzano, anche se per entrambe i governatori hanno disposto misure ancora più restrittive. La Sicilia, invece, torna in giallo allo scadere dell’ordinanza.

Il calcolo dell’indice di contagiosità

“D’accordo, ci sono nuovi contagi. Ma in Toscana la situazione resta immutata” ha detto questo mattina il presidente della Regione, Eugenio Giani, a margine di una conferenza stampa su infrastrutture e trasporti. Al momento, secondo i nostri calcoli, l’indice Rt sulla contagiosità è di 1,06. Ma il sistema utilizzato dal ministero considera parametri differenti ed esiste quindi la possibilità che il loro risultato sia diverso”. Nonostante l’ottimismo, che il cambio di colore fosse ormai prossimo era evidente anche al governatore toscano, che però ha voluto ricordare come i limiti siano cambiati con gli ultimi decreti. “Con questi valori, a novembre o dicembre saremmo stati in fascia gialla”, ha aggiunto. Mi rende sereno e tranquillizza il fatto che la terapia intensiva sia sotto controllo. Siamo sui 110-120 casi, un terzo di quelli avuti nelle fasi critiche. È indubbio che ci siano nuovi contagi – ha aggiunto – e che siano aumentati rispetto a inizio gennaio, ma è una situazione che registra la capacità d’intervento del nostro sistema socio-sanitario”.

Cosa cambia con la zona arancione?

Ormai, dopo mesi trascorsi a destreggiarci sulle regole in base ai colori, la maggior parte dei cittadini è ora ben consapevole di cosa significa cambiare fascia. Tra i principali provvedimenti previsti dalla zona arancione c’è il divieto di uscire dal proprio comune (fatta eccezione per i soliti comprovati motivi di lavoro, studio e salute), la chiusura di bar e ristoranti (l’asporto resta comunque consentito), la chiusura di mostre e musei, la didattica a distanza per le scuole superiori. Resta invariato il coprifuoco dalle 22 di sera alle 5 del mattino.

L’allarme dei ristoratori

“Il ritorno in zona arancione sarebbe drammatico. Siamo fortemente preoccupati, soprattutto ora che si intravedono piccolissimi stimoli di ripresa. La questione non è più solo economica, ma anche psicologica: alzare il bandone e chiudere con questa frequenza, con un valzer estenuante di colori, sta diventato stressante e disarmante. Si rischia di perdere davvero la speranza nel futuro. Un paio di giorni fa è stato questo il commento di Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Imprese Firenze, sul probabile inasprimento delle misure anti-contagio e la conseguente chiusura al pubblico di ristoranti e bar. Una prospettiva che ora è diventata realtà. “I dati di contagio molto spesso non riguardano il mondo dell’impresa, che si conferma essere un luogo sicuro” continua Sorani. “I ristoratori e gli imprenditori hanno investito soldi ed energie per mettere in sicurezza i loro locali, sarebbe folle continuare a non premiare questi sforzi. Ci auguriamo che se davvero la zona arancione diventasse certa, ci siano almeno ristori certi e concreti. Le attività di ristorazione animano le città, le rendono vive, e in una situazione drammatica come quella attuale hanno tutti gli strumenti per continuare a farlo in sicurezza”.

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