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Uffizi, una mostra virtuale “a caccia” della presenza black nei capolavori dell’arte

Il direttore Schmidt: “Mostriamo i dipinti in una luce inedita, storica e allo stesso tempo sociale, che ci permette di restituire voce a chi per secoli non è stato ascoltato”

In occasione del Black History Month Florence il mese dedicato alla cultura afrodiscendente le gallerie degli Uffizi propongono online il secondo capitolo di “On Being Present” serie di mostre virtuali curate da Justin Randolph Thompson. Attraverso le opere di Mantegna, Dürer, Gentileschi ed altri grandi maestri della storia dell’arte va avanti il recupero della figura africana nelle collezioni del museo fiorentino.

Allegoria dell’America, Baldassarre Franceschini detto Il Volterrano

Protagoniste della mostra sono riproduzioni e dettagli ad alta definizione di dipinti e disegni realizzati tra Cinque e Seicento, raffiguranti personaggi black: come, appunto, il disegno di Mantegna Giuditta e l’ancella con la testa di Oloferne, quello con cui Dürer tratteggia la giovane domestica Katerina, la tela David e Betsabea di Artemisia Gentileschi, ma anche il capolavoro appena ritrovato ed acquistato dagli Uffizi del pittore Bolognese Bartolomeo Passerotti, L’enigma di Omero, l’Adorazione dei Magi di Filippino Lippi, la Caccia del Persiano di Filippo Napoletano, l’Allegoria dell’America di Baldassarre Franceschini, l’insolito e colorato Moro di Barbaria di Jacopo Ligozzi.

Moro di Barbaria con giraffa, Jacopo Ligozzi

Il direttore del Black History Month Florence Justin Randolph Thompson ha dichiarato: “La seconda edizione della nostra iniziativa vuole essere un invito ad unirsi a questa cerchia di cui tutti dobbiamo sentirci parte, se l’intenzione è quella di parlare con onestà del passato, comprendere ognuno quale sia il proprio ruolo ogni qualvolta si dà voce alle opere d’arte che ci circondano e apprezzare l’assoluta eccezionalità ed unicità con la quale ogni individuo è ed è stato ricordato nell’arte”.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Continuiamo nel solco del grande successo della prima edizione di ‘On Being Present’ aggiungendo un secondo appuntamento che mostra i nostri dipinti in una luce inedita, diversa da quella tradizionale: una luce storica e allo stesso tempo sociale che ci permette finalmente di restituire voce a chi, per secoli, non è stato ascoltato o non aveva nemmeno la possibilità di esprimersi”.

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