Storie /Giovanisì

La Toscana investe nei giovani talenti della ricerca con le Borse di dottorato Pegaso

La diciottesima puntata del format “Accènti Intoscana” è dedicata ai ricercatori e alle ricercatrici dell’Università di Pisa che hanno vinto il bando promosso da Giovanisì

Mettono a punto sistemi innovativi per ottimizzare le energie rinnovabili, mappano in 3D i tesori archeologici della Toscana, studiano la risposta ambientale del territorio dopo un incendio. Sono i giovani dottorandi dell’Università di Pisa, che grazie alle Borse di dottorato internazionale Pegaso portano avanti i loro progetti di ricerca.

Sono loro i protagonisti della diciottesima puntata di “Accènti Intoscana”, il format video di Fondazione Sistema Toscana che racconta le esperienze nate grazie alle opportunità del progetto regionale per le nuove generazioni.

Un’opportunità per i giovani ricercatori

La Regione Toscana infatti, nell’ambito del progetto Giovanisì, promuove un bando per il finanziamento di Borse di dottorato internazionale Pegaso, rivolto alle università, agli enti di ricerca pubblici e gli istituti di istruzione universitaria, con sede in Toscana e con la possibilità di coinvolgere anche le imprese. L’obiettivo del bando, finanziato con risorse del FSE+ 2021/27, è quello di promuovere il rafforzamento delle sinergie fra alta formazione, ricerca, professioni e mondo produttivo.

Le Borse Pegaso, sono destinate successivamente a giovani laureati under 35, durano tre anni e possono prevedere periodi di studio e ricerca all’estero di almeno 6 mesi. Dal 2011 al 2021 sono stati 864 i beneficiari della Borse Pegaso e per l’anno accademico 2023/2024 la Regione ne finanzia altre 70.

Bernard Dika con una delle beneficiarie delle Borse di dottorato Pegaso

abbiamo bisogno della creatività dei giovani

“Siamo quasi a mille giovani che grazie a Giovanisì hanno potuto fare il percorso di dottorato, tre anni retribuiti in cui hanno potuto fare ricerca – spiega Bernard Dika, consigliere per l’Innovazione e le politiche giovanili del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani – noi abbiamo bisogno di tutta la creatività dei giovani toscani che grazie a questo dottorato possono mettere a servizio della loro comunità le scoperte e gli studi che fanno, qualcosa di straordinario che fa capire come i giovani possono aiutarci a crescere ed evolvere.”

Dall’archeologia in 3D alle energie rinnovabili

Il viaggio di “Accènti Intoscana” è partito dall’Area Area Archeologica Romana di Massaciuccoli, sulle sponde dell’omonimo lago nel comune di Massarosa. Qui Filippo, 31enne originario di un piccolo paese vicino Milano e dottorando presso l’Università di Pisa con Borsa Pegaso, sta svolgendo il suo progetto di ricerca, ricostruendo virtualmente in 3D il complesso archeologico dei Venulei: le terme, la villa rustica e il piccolo edificio con il mosaico.

“Nel mio dottorato mi occupo di ricostruzioni virtuali, il mio punto di arrivo sarà ricostruire queste terme romane come erano nel I secolo d.C” spiega Filippo che ha trascorso anche un periodo di formazione all’estero. “Sono stato 4 mesi a Bordeaux dove ho collaborato con un laboratorio che si occupa di modellazione in 3D – aggiunge Filippo – senza questa borsa di studio sarebbe stato impossibile per me fare ricerca.”

Si occupa invece di sfruttare in modo più efficiente le energie rinnovabili Alessandra, 26enne al secondo anno di dottorato in Smart Industry presso l’Università di Pisa, grazie alla Borsa Pegaso. Laureata in Ingegneria Energetica, sempre a Pisa, nel suo percorso di dottorato sta studiando come ottimizzare la gestione dei sistemi energetici green.

“Io mi occupo della modellazione e gestione di sistemi di accumulo innovativi per l’energia, utilizziamo anche l’Intelligenza Artificiale – spiega Alessandra usiamo i dati per far apprendere dei modelli che sono in grado di prevedere quale sarà la produzione di fotovoltaico ed eolico nel futuro.”

I Monti Pisani dopo gli incendi nello studio di Matteo

Infine “Accènti Intoscana” ha incontrato Matteo, 29enne di Livorno e dottorando in Scienze della Terra presso l’Università di Pisa che sta studiando la situazione dei bacini idrici nell’area dei Monti Pisani, colpiti dai terribili incendi del 2018 e 2019.

Matteo, geologo e appassionato di montagna, sta portando avanti una ricerca per capire come i roghi hanno modificato l’ambiente. “Io studio la risposta a medio e lungo termine dei due incendi di Calci e Vicopisano in termini di risorsa idrica, quindi qualità dell’acqua, dinamica idraulica dei bacini e anche studi idraulici sui suoli” racconta Matteo, che ha idee chiare sul suo futuro: “Spero di rimanere nell’ambito della ricerca o lavorare per un’agenzia di protezione ambientale, in Italia o all’estero.”

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