Il Centro per l’arte contemporanea Casa Masaccio a San Giovanni Valdarno dedica una mostra alle sculture di Mauro Staccioli, forme aperte, varchi che invitano l’osservatore ad un’esperienza da esplorare e su cui riflettere.
In concomitanza con la recente installazione del Cerchio imperfetto sulla rotatoria che collega il Ponte Ipazia d’Alessandria con il Lungarno Don Minzoni a San Giovanni Valdarno, l’esposizione approfondisce la ricerca dello scultore che all’inizio negli anni Novanta elaborava cerchi imperfetti, anelli, ellissi, triangoli vuoti, quadrati dai lati curvi, strutture che volevano sfidare l’equilibrio e la simmetria
Il percorso espositivo presenta sculture in ferro e cemento e acciaio corten che, in dialogo con disegni su carta che ne accompagnano e sviluppano la riflessione formale, articolano i temi dell’anello, del quadrato dai lati curvi, dell’ellisse e del triangolo.
Il focus prosegue con una ricca documentazione fotografica, che presenta le forme in scala monumentale nei contesti urbani e naturali, ma anche progettuale, con l’esposizione di maquettes, materiali di studio con cui l’artista testava la coerenza plastica, la fattibilità e il comportamento della forma nello spazio reale.
La mostra è parte di un percorso cittadino dedicato a Mauro Staccioli che coinvolge, oltre a Casa Masaccio, Cerchio imperfetto (2008) sulla rotatoria del Ponte Ipazia d’Alessandria, Cerchio imperfetto (2014) in via Rosai presso l’edificio del Comune di San Giovanni Valdarno, Ripensare l’urbano (2011-2023), gruppo scultoreo composto da cinque grandi tondi, realizzato in occasione della personale del 1996 e ricollocato in modo permanente all’ingresso nord della città, nella zona industriale di S. Andrea.
L’esposizione a cura di Caterina Martinelli è organizzata da Casa Masaccio | Centro per l’arte contemporanea in collaborazione con Mauro Staccioli Museo Archivio (Volterra), Galleria Il Ponte (Firenze) e Galleria Niccoli (Parma).

Mauro Staccioli: scultore, intellettuale e politico militante
Mauro Staccioli nasce nel 1937 a Volterra e si diploma all’Istituto d’Arte nel 1954. Nel 1960 si trasferisce in Sardegna e insegna nella provincia di Cagliari. Fonda, insieme a giovani artisti e intellettuali sardi, il Gruppo di Iniziativa.
Nel 1963 si sposta a Lodi e poi a Milano dove è direttore del Liceo Artistico di Brera nel 1974/75 e 1978/79 e del Liceo Artistico Statale di Lovere (BG). Gli inizi della sua attività artistica sono intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante.
Sul finire degli anni Sessanta si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società e sviluppando l’idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo inteso nella sua concezione sia fisica che sociale, nel quale e per il quale è stata realizzata.
Elabora quindi “sculture-intervento” che si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate. L’artista sceglie fin da principio un linguaggio caratterizzato da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro.
A partire dagli anni Ottanta il linguaggio dell’artista perde la durezza e l’aggressività che lo caratterizzavano, e che rifletteva l’aspro e violento clima politico degli “anni di piombo”, per sfidare apertamente lo spazio sovvertendone gli equilibri statici e dimensionali, generando effetti di straniamento nell’osservatore.
Comincia a lavorare inoltre sul rapporto tra segno e paesaggio, tematica che ha caratterizzato le sue opere monumentali più note.
Staccioli scompare nel 2018 lasciando il suo lavoro nelle mani dell’Archivio Mauro Staccioli presieduto dalla figlia Giulia e diretto da Andrea Alibrandi.
Ingresso gratuito
Lunedì: chiuso
Martedì – venerdì: 15-19
Sabato, domenica e festivi: 10-13; 15-19
