Innovazione /

Che cos’è il Sanf, il sistema che monitorerà le frane lungo la ferrovia tra Marradi e Faenza

Grazie a questo sistema si potrà prevedere l’occorrenza di frane lungo la Faentina. Dati e informazioni che saranno utilizzate dal gestore della linea per decidere se far circolare i treni o meno

Da mercoledì 27 dicembre i treni torneranno a circolare tra Marradi e Faenza lungo la linea faentina. Questo sarà possibile grazie al sistema di allertamento nazionale dei fenomeni franosi – Sanf messo appositamente a punto da Rfi e dal Consiglio nazionale delle ricerche.

La linea è infatti chiusa da maggio scorso proprio per le numerose frane lungo il tratto ferroviario generate dall’ondata di maltempo che ha colpito la Romagna. Con questo sistema sarà possibile avere dati e informazioni sulle piogge e i movimenti franosi che aiuteranno RFI a decidere se la circolazione può essere mantenuta attiva o se dovrà essere interrotta con la sostituzione dei treni con i bus.

Sostanzialmente – ci spiega Efisio Murgia, della Direzione Tecnica di RFI – la tratta tra Marradi e Faenza è stata suddivisa in segmenti di circa un chilometro. In questi segmenti vengono verificati ogni ora i parametri pluviometrici. Vengono poi monitorati tutti i parametri di propensione al rischio idrogeologico. Questi valori, così calcolati, vengono poi confrontati con delle soglie di allarme, anch’esse prese in maniera cautelativa, che ci possono dare delle evidenze rispetto alla possibilità di mantenere la circolazione attiva oppure no”.

Quindi mettendo insieme i dati relativi alla pioggia registrata, a quelli sulla pioggia prevista con le probabilità di accadimento di una frana, la sala operativa di RFI andrà ad applicare le relative procedure che, in caso di superamento delle soglie di allarme, potranno portare all’interruzione della circolazione dei treni. Il servizio di trasporto tra Marradi e Faenza sarà comunque garantito mediante l’attivazione di autobus sostitutivi. “Per quanto riguarda la fase di riattivazione della circolazione questa avviene solo in seguito di assenze di allerte meteo e di una verifica della linea”, conclude Murgia. I treni torneranno quindi a circolare sulla linea dopo i sopralluoghi effettuati lungo la faentina da parte del personale specializzato di RFI e il conseguente nullaosta alla ripresa della circolazione ferroviaria.

Alle previsioni e al conseguente allertamento da parte del Sanf si aggiungono le allerte meteo emesse dal Centro funzionale dell’Emilia-Romagna. Infatti, in caso di allerta meteo nelle zone della Romagna dove passa la linea ferroviaria, la circolazione dei treni sarà interrotta e saranno attivati i servizi sostitutivi con bus.

Il Sanf è già da qualche anno attivo lungo tutta l’infrastruttura ferroviaria italiana. Con la faentina il sistema previsionale del Sanf diventa vero e proprio sistema di allertamento che può portare all’attivazione di procedure codificate da RFI in merito alla circolazione dei treni sulla tratta.

Siamo passati in buona sostanza da quella che è una reale previsione della possibile occorrenza di una frana lungo l’infrastruttura ferroviaria ad un livello di allertamento – dichiara Mauro Rossi, ricercatore senior del CNR -. In questo caso si parla in buona sostanza di un livello di allertamento binario. In pratica la circolazione può essere sospesa, interrotta o ripristinata. Questo è il reale obiettivo del sistema. La cosa importante è che noi teniamo sempre a dire, per chi non è del settore, è che questi sistemi hanno una intrinseca incertezza. In realtà il sistema ci dà sempre un valore probabilistico e, per questo per questo caso specifico, abbiamo creato un motore a regole che ci permette di passare da questa probabilità dell’occorrenza di frana ad un livello che viene utilizzato dal gestore dell’infrastruttura per decidere se far circolare o meno i treni in servizio lungo l’asse ferroviario”.

Un elemento che però interessa ai pendolari, studenti e viaggiatori che utilizzano la linea per spostarti tra Toscana e Emilia-Romagna è certamente la durata che possono avere queste interruzioni. Purtroppo, però non è possibile quantificare le tempistiche per cui la linea potrà rimanere interrotta. “Dipende da volta a volta – prosegue Rossi del CNR – dipende in realtà eh molto dal fenomeno pluviometrico che si sta misurando. A volte si ha a che fare con fenomeni che sostanzialmente in poco tempo rientrano ma ci sono dei casi, come quelli registrati in questi mesi di ottobre e novembre, che sono significativi dove le condizioni persistono nel tempo, soprattutto nei mesi invernali. In genere laddove avvenga un fenomeno ci possono essere dei tempi tecnici per ripristinare le condizioni adatte alla circolazione che possono essere più o meno brevi”. Non si parla di mesi come per l’interruzione in corso, ma in caso di fenomeni persistenti la circolazione dei treni potrebbe rimanere interrotta anche per due e tre giorni.

 

 

I più popolari su intoscana