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Il Museo La Specola di Firenze riapre le porte alla meraviglia

L’evento dopo cinque anni di chiusura. I lavori di riqualificazione hanno riguardato in totale 2280 metri quadri e sono stati realizzati con il contributo della Regione Toscana per 3,5 milioni di euro e dell’ateneo per un importo di circa 2,5 milioni di euro

In via romana, 17 a Firenze si trova uno dei musei più belli d’Italia: stiamo parlando del Museo de La Specola che riaprirà le sue porte per quattro giornate a ingresso gratuito (già sold out) dal 22 al 25 febbraio.

La Specola che è una delle eccellenze del Sistema Museale dell’Università di Firenze è chiusa dal 2019 per lavori di restauro. La riapertura del museo vuole festeggiare 250 anni dalla sua fondazione e si inserisce nelle celebrazioni per i 100 anni dell’Ateneo Fiorentino. 

I lavori di riqualificazione hanno riguardato in totale 2280 metri quadri e sono stati realizzati con il contributo della Regione Toscana per 3,5 milioni di euro e dell’ateneo per un importo di circa 2,5 milioni di euro. 

“Ci tengo tanto a questo museoha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Gianiche caratterizza Firenze ed è il segno della sua identità dal punto scientifico che nasce proprio nel periodo dell’illuminismo, quando a guidare la Toscana era il Granduca Pietro Leopoldo, che più di ogni altro seppe tradurre lo spirito riformatore dell’illuminismo in tutte le discipline. La Regione Toscana si è impegnata con 3milioni e mezzo per questa bellissima ristrutturazione, ed è per me motivo di orgoglio vedere rivivere queste stanze in cui viene illustrato il corpo umano con una scientificità unica al mondo. Le cere anatomiche – ha proseguito Giani-, che riproducono ogni parte del corpo umano in modo assolutamente verosimile e con una straordinaria attenzione per il dettagli, hanno formato generazioni di medici e attratto la curiosità e gli interessi di generazioni di giovani”.

La Specola: un museo dalla terra al cielo

Inaugurato come Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale per volere del Granduca Pietro Leopoldo il 21 febbraio 1775, deve il suo appellativo all’Osservatorio astronomico realizzato nel Torrino che ne sovrasta la storica sede.

Si tratta del primo esempio di museo scientifico che voleva unire natura, ingegno umano e arte in un intreccio godibile da tutti, senza limitazioni di provenienza, di genere o di ceto.

L’idea di Pietro Leopoldo era quella di realizzare un museo che presentasse ogni aspetto della natura in un percorso “dalla terra al cielo”, dagli esemplari di minerali all’astronomia, passando per la botanica, l’anatomia e la zoologia con i tantissimi animali provenienti da tutto il mondo.

Oltre a questo La Specola conserva anche l’incredibile Salone degli scheletri tra cui l’elefante asiatico (giunto a Firenze ancora in vita nel 1655), la Tribuna di Galileo e la collezione unica la mondo di cere anatomiche di fama internazionale realizzate nel Settecento dall’Officina di Ceroplastica, nella quale hanno lavorato artisti del calibro di Clemente Susini e Gaetano Zummo.

I nuovi percorsi de La Specola

Sono tredici le nuove sale espositive, per 700 metri quadri complessivi.

Al primo piano torna ad essere visibile la collezione dei preziosi minerali che si trovavano nella sede di via La Pira. Sono campioni unici al mondo, dalle tormaline ed ematiti dell’Elba allo zolfo della Sicilia, fino agli enormi cristalli di topazio e acquamarina del Brasile e la collezione medicea di pietre lavorate (coppe, vasi, oggetti ornamentali).

Fra i reperti alcuni appartengono alla raccolta di Niccolò Stenone il padre della moderna mineralogia. 

Al secondo piano si snoda il nuovo percorso dedicato alla genesi e all’evoluzione della ceroplastica fiorentina. Dai primordi legati alla scuola bolognese e all’opera dell’artista siciliano Gaetano Zumbo che realizza una serie di teatrini allegorici su temi tipici del barocco e modella in cera una testa sezionata, alla nascita nel 1771 dell’Officina ceroplastica fiorentina proprio a La Specola, della cui attività è eccezionale testimonianza la Venere smontabile di Clemente Susini.

Nell’itinerario museale è di grande rilievo la collezione delle cere botaniche che torna a essere visibile dopo oltre un secolo: un giardino “artificiale” con piante e frutti di grande realismo e bellezza.

Sono anche esposte, nel nuovo percorso, le straordinarie tavole in cera di anatomia, istologia e patologia botanica realizzate da Clemente Susini in collaborazione col grande scienziato Giovan Battista Amici autore di fondamentali innovazioni nel campo della microscopia ottica.

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Tutte le informazioni su ingressi e prenotazioni sono su www.sma.unifi.it

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