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In Toscana le cantine mettono al centro accoglienza familiare, sostenibilità e paesaggio

Lo studio del Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici per il Movimento Turismo del Vino Toscana mette in luce il valore identitario delle proposte delle aziende vinicole

Cicloturismo ed enoturismo

Non si tratta solo di wine tasting e vendita diretta di vini. In Toscana l’enoturismo è un’esperienza che intreccia paesaggio, cultura, sostenibilità e soprattutto un’accoglienza che ha il calore delle famiglie. È quanto emerge dal rapporto 2025 sull’enoturismo in Toscana.

Lo studio è stato presentato a Firenze dal Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici (CESEO) dell’Università LUMSA per il Movimento Turismo del Vino Toscana (MTV). Una ricerca che mette in luce il valore identitario delle cantine toscane, vere ambasciatrici di uno stile unico nel panorama italiano e internazionale.

Secondo i dati, due cantine su tre accolgono i visitatori con uno stile familiare e autentico, mentre quasi universale è l’attenzione al paesaggio (95%) e alla dimensione storico-culturale (74%). Numeri che raccontano una vocazione naturale alla sostenibilità e alla valorizzazione del territorio, con un’offerta capace di parlare a pubblici diversi, mantenendo prezzi coerenti e competitivi.

Il report 2025 sull’enoturismo in Toscana

“Ceseo – Centro Studi Enoturistici e Oleoturistici è nato da pochi mesi, ma ha già prodotto risultati assolutamente nuovi. Nella sua prima indagine sulle cantine del Movimento del Turismo del Vino ha evidenziato, per primo, le differenze regionali nell’enoturismo italiano, dati che rivelano punti di forza, criticità e opportunità da sviluppare” secondo Donatella Cinelli Colombini, direttrice del Centro.

La fotografia tracciata dal CESEO, coordinata dal professor Antonello Maruotti, restituisce un quadro preciso delle dinamiche in atto: dall’accoglienza familiare: 63% delle cantine toscane alla rilevanza paesaggistica: 95%, dalla dimensione storico-culturale: 74% all’innovazione.

Coniugare autenticità e innovazione

Un insieme di dati che conferma la forza e la specificità della Toscana rispetto al resto d’Italia, capace di coniugare autenticità e innovazione. Il report fotografa dunque un modello vincente, fatto di ospitalità, varietà di esperienze e nuove formule.

Il 63% delle cantine propone almeno cinque attività diverse, dall’assaggio guidato alle passeggiate tra i filari, con un posizionamento premium che si concentra tra i 60 e i 90 euro, senza dimenticare formule più accessibili. Una diversificazione che guarda anche a nuovi target, come testimonia l’iniziativa Aperitivo al Museo (11 ottobre), in programma in sette musei toscani.

Questa indagine ci aiuta a capire dove andare e come crescere – spiega Anastasia Mancini, presidente di MTV Toscana –. Lavoriamo per ampliare l’offerta con eventi e percorsi formativi, ma anche per rafforzare il legame con chi sceglie la Toscana non solo per il vino, ma per l’insieme di paesaggio e cultura”. Da qui, ad esempio, le iniziative proposte negli ultimi mesi con il mondo dell’escursionismo.

Per Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente di MTV, si tratta di una fotografia “rigorosa”, utile non solo a individuare le fragilità ma anche a cogliere nuove opportunità. E proprio l’approccio pionieristico della Toscana in materia di enoturismo – dal format di Cantine Aperte fino ai nuovi eventi diffusi – conferma la capacità di innovare restando fedeli alle proprie radici.

Un modello che unisce autenticità e visione, passato e futuro. In altre parole, l’identità profonda di un territorio che continua a trasformare il vino in esperienza e le cantine in luoghi di incontro, cultura e condivisione.

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