Dalle mani degli artigiani fiorentini alla ribalta del cinema internazionale: i gioielli della Bottega Orafa Paolo Penko tornano a raccontare Firenze nel nuovo film di Edward Berger, La Ballata di un piccolo giocatore (Ballad of a Small Player). L’ultima opera del regista premio Oscar ha un cast d’eccellenza con attori di fama mondiale come Colin Farrell e Tilda Swinton.
Il film, in uscita su Netflix il 29 ottobre, segna quindi una nuova e prestigiosa collaborazione per la bottega fiorentina, dopo il successo di “Conclave”.
Ancora una volta, Berger firma un capolavoro visivo e narrativo in cui anche i dettagli contribuiscono a costruire l’atmosfera e la profondità dei personaggi. Tra questi, i gioielli realizzati appositamente dalla Bottega Orafa Paolo Penko.
“Ogni dettaglio, nel cinema, è parte della magia che trasporta lo spettatore in un’altra realtà – racconta Riccardo Penko -. La collaborazione con La Ballata di un piccolo giocatore è stata un nuovo viaggio nell’arte orafa e nella narrazione per immagini. Abbiamo creato gioielli unici, concepiti per riflettere l’anima dei personaggi e l’eleganza visiva del film, trasformando ogni elemento in uno strumento narrativo capace di raccontare, attraverso la materia, emozioni e simboli”.
Design e lavorazione dei gioielli
Per questo incarico, la Bottega Orafa Paolo Penko ha collaborato a stretto contatto con la costumista, già due volte nominata agli Oscar, Lisy Christl, la cui visione ha guidato la progettazione dei gioielli, assicurandone la perfetta integrazione con i costumi e l’estetica del film.
Le creazioni uniscono l’eleganza dello stile inglese alla raffinatezza dell’arte cinese. Ogni gioiello è stato progettato e realizzato per rispecchiare la personalità dei personaggi, diventando parte integrante della narrazione cinematografica.
L’utilizzo di pietre dure come la giada ha portato la bottega a sperimentare nuovi design e strutture, fondendo riferimenti allo stile “Lord British” con elementi della tradizione orientale. Nella progettazione sono stati approfonditi anche antichi stemmi araldici, impiegati per arricchire il racconto visivo del film.
Tra le tecniche impiegate figurano lavorazioni ispirate all’arte cinese, come la pittura miniata, che ha contribuito a donare colore e vitalità ai gioielli. L’uso di simboli tipici della cultura orientale – la rondine e la fenice, segni di rinascita, e il pesce rosso, emblema di fortuna e prosperità – completa la ricerca estetica.
A rimanere centrale è stata la tradizione orafa fiorentina, con tecniche storiche come l’incisione a bulino, il traforo, la fusione a cera persa e la lavorazione esclusiva del penkato. Madreperla, zaffiri gialli, smeraldi, agate e giade sono stati selezionati per impreziosire i gioielli, creando un equilibrio tra culture, materiali e linguaggi artigianali diversi.
Cinema e tradizione orafa
I gioielli di Paolo Penko, opere d’arte in metalli e pietre preziose, sono stati protagonisti di recente di “Conclave”. Ispirato all’omonimo romanzo di Robert Harris e diretto dal premio Oscar Edward Berger, il film vede nel cast Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Isabella Rossellini e Sergio Castellitto.
Nel la pellicola si vedono anelli, croci, catene intagliate a mano con il tradizionale metodo Penko, ma soprattutto maestosi perché l’opulenza dei gioielli è un tratto chiave nel film la cui trama si intreccia intorno alla proclamazione di un nuovo Papa. Diverse le tecniche utilizzate per realizzate questi monili, dalla fusione a cera persa al traforo e l’incisione.