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I sei pianeti che danzano nella Chioma di Berenice, la scoperta spaziale ha “occhi” toscani

Gli scienziati hanno rilevato un sistema unico nel suo genere a 100 anni luce dalla Terra. Parti del super telescopio dall’Agenzia spaziale europea sono stati costruiti negli stabilimenti Leonardo di Campi Bisenzio

Orbital_geometry_of_HD110067

Un moto ipnotico, un affascinante disegno geometrico che si ripete da miliardi di anni come una danza cosmica. Sulla Chioma di Berenice, a 100 anni luce dalla Terra,  gli scienziati hanno scoperto un sistema di sei pianeti unico nel suo genere – HD110067 – che ruotatano a intervalli regolari lungo le loro orbite.

Una rarità scovata nello spazio cosmico e, secondi gli esperti, particolarmente preziosa perché la configurazione orbitale dei pianeti mostra che il sistema è rimasto sostanzialmente invariato dalla sua formazione, avvenuta più di un miliardo di anni fa. Sono importanti anche perché raccontano agli astronomi la formazione e la successiva evoluzione del sistema planetario.

I sei pianeti sono più poco più grandi della Terra e vicini – sempre considerando le distanze spaziali – a una stella più debole del Sole. Da qui la possibilità, remota ma non esclusa, che qui ci siamo condizioni per ospitare forme di vita. La scoperta è stata pubblicata su Nature.

E c’è anche un po’ di Italia, e soprattutto di Toscana, in questa ricerca spaziale. L’Italia ha collaborato con gli osservatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Padova, Pino Torinese e Catania, l’Università di Padova e l’industria, con Leonardo. Gli occhi del telescopio spaziale Cheops dell’Agenzia Spaziale Europa è stato progettato e costruito negli stabilimenti di Campi Bisenzio, nella piana fiorentina.

Cheops_unlocks_family_of_six_exoplanets_in_harmonic_rhythm

La stella HD110067 si trova a circa 100 anni luce di distanza nella costellazione settentrionale della Chioma di Berenice. Nel 2020, il Transiting Exoplanet Survey Satellite (TESS) della NASA ha rilevato cali nella luminosità della stella che indicavano che i pianeti stavano passando davanti alla sua  superficie. Un’analisi preliminare ha rivelato due possibili pianeti. Due anni dopo, TESS osservò nuovamente la stessa stella. C’erano molte cose nei dati TESS che ancora non avevano senso e fu allora che Rafael Luque dell’Università di Chicago e i suoi colleghi si interessarono. Da lì la scoperta che i pianeti erano sei grazie all’utilizzo di Cheops.

Il raggio di tutti e sei i pianeti è compreso fra quello della Terra e quello di Nettuno. La novità rispetto agli altri pianiti scoperti al di fuori del sistema solare è che, come è stato spiegato,  sono fra loro in risonanza: hanno orbite con rapporti semplici e quindi il sistema risulta stabile. Ed è proprio questa stabilità a far presuppore la possibilità dell’esistenza o del formarsi di forme di vita.

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