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Il cacciatore di fulmini, un occhio toscano nello spazio: ecco le prime immagini

Si chiama Lightning Imager ed è stato progettato, costruito e collaudato negli stabilimenti Leonardo di Campi Bisenzio, nell’area metropolitana di Firenze. Capace di cogliere bagliori più veloci di un battito di ciglia, rivoluzionerà le previsioni metereologiche

Lightning Imager @ESA

Cattura il bagliore di un fulmine a 36mila chilometri di distanza dalla Terra, anche quelli impercettibili a occhio nudo: il più breve che può identificare è a 0.6 millesimi di secondo, cioè mille volte più rapido di un battito di ciglia. Si chiama Lightning Imager ed è stato progettato, costruito e collaudato negli stabilimenti Leonardo di Campi Bisenzio, nell’area metropolitana di Firenze. Strumento unico al mondo nel suo genere, carpisce i lampi minimi fornendo informazioni importantissime per la previsione di temporali ed eventi atmosferici, anche importanti, di fatto rivoluzionando il mondo delle previsioni metereologiche.

I video dallo spazio

Il 3 luglio il “fulminometro” è stato acceso e ha rilasciato le prime straordinarie immagini. Nello spazio è stato lanciato lo scorso 13 dicembre a bordo del satellite Meteosat di Terza Generazione – Imager 1, di Agenzia Spaziale Europea ed Eumetsat (Organizzazione Europea per l’Esercizio dei Satelliti Meteorologici).

La qualità dei video migliorerà con l’entrata nel vivo della fase operativa, a inizio 2024.

Lightning Imager @ESA

La svolta nelle previsioni meteo

Già si parla di una svolta per tutta la meteorologia. Come spiega Phil Evans, direttore generale di Eumetsat, i  “temporali intensi sono spesso preceduti da improvvisi cambiamenti nell’attività dei fulmini. Osservando tali cambiamenti, i dati del cacciatore di fulmini permetteranno ai meteorologi di prevedere con maggior precisione tali eventi estremi e avranno più tempo per avvisare le autorità e le comunità a rischio”.

Un prezioso supporto allo studio delle previsioni meteo a breve termine, dunque, che permetteranno di rilevare tempeste violente nelle fasi iniziali e aiuteranno a comprendere l’influenza di tali fenomeni verso i cambiamenti climatici nell’atmosfera. Ma non solo, il fulminometro ricoprirà un ruolo fondamentale anche per la sicurezza del traffico aereo, dal momento che i fulmini rappresentano un alto rischio per la strumentazione di bordo dei velivoli.

Come funziona il super-occhio

Il nuovo strumento di osservazione è provvisto di quattro sensori che coprono Europa, Africa, Medio Oriente e parte del Sud America. Tutti i dati saranno trasmessi in tempo reale da Eumetsat agli stati membri (Africa compresa, la cui capacità di rilevamento dei fulmini è limitata).

Le animazioni rese pubbliche “dimostrano la capacità dello strumento di rilevare in maniera accurata ed efficace l’attività dei fulmini nell’intera area del campo visivo dei sensori – dice Simonetta Cheli, direttrice Esa dei programmi di Osservazione della Terra – che corrisponde all’84% del disco terrestre”.

Ogni sensore “è in grado di catturare mille immagini al secondo, giorno e notte, e di rilevare anche un singolo fulmine più velocemente di un battito di ciglia”, aggiunge Guia Pastorini, responsabile di Leonardo per lo strumento. I dati vengono poi eleborati e a Terra arrivano solo le informazioni più utili: tra le funzioni più all’avanguardia dello strumento vi è infatti la capacità di selezionare autonomamente le immagini associabili a fulmini

Leonardo realizzerà un totale di quattro Lightning Imager. Nello stabilimento di Campi sono iniziati i lavori sui successivi tre fulminometri che avranno le stesse caratteristiche del primo e saranno consegnati nel 2024 e nel 2025.

Lightning Imager @Leonardo

 

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