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Il no di Giani all’utilizzo in Toscana dei Centri di rimpatrio per i migranti: “Prima pensiamo a integrarli e accoglierli”

Secondo gli ultimi dati, aggiornati al 13 settembre, le presenze di migranti in Toscana sono 8.254, di cui 7.053 adulti, 144 minori non accompagnati e 1.057 ucraini

Eugenio Giani

Secondo gli ultimi dati, aggiornati al 13 settembre, le presenze di migranti in Toscana sono 8.254, di cui 7.053 adulti, 144 minori non accompagnati e 1.057 ucraini.

Non c’è ancora l’elenco delle strutture che il genio militare dovrà trasformare – “nel più breve tempo possibile”, come ha chiesto la premier Giorgia Meloni – nei nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio. Sarà sul tavolo nel giro di due mesi e poi inizieranno i lavori. Le località scelte saranno siti di interesse nazionale per la sicurezza.

La norma approvata dal Consiglio dei ministri, ha sottolineato il Ministro Piantedosi,è all’interno di una cornice europea. Con la disponibilità del genio militare puntiamo alla rapida realizzazione delle strutture per rafforzare la capacità di espulsione: è una cosa che ci chiede l’Europa. È previsto dalle normative ed è stata sempre una delle raccomandazioni che l’Europa ha fatto all’Italia”.

Giorgia Meloni ha dichiarato che i centri sorgeranno in luoghi “a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili”, probabilmente caserme e siti militari.

Ci vorrà un paio di mesi per la valutazione e poi il Genio militare potrà partire con i lavori. L’ultima manovra ha stanziato 42,5 milioni di euro in tre anni a questo scopo.

Ma il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani non ci sta. “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana. Si stanno prendendo in giro gli italiani perché il problema dell’immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori”.

Giani poi si chiede: “Cosa c’entra il Cpr come risposta ai flussi emergenziali? Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subito la risposta che dai è ‘faccio i Cpr’ cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio”.

“Il problema è l’accoglienza, mica buttarli fuori – ha poi ribadito Giani a margine di una conferenza stampa -. Il problema è come accoglierli e integrarli. Stanno arrivando da Lampedusa e l’iniziativa innovativa e straordinaria del Governo è il Cpr. Si capisce che le risposte devono essere date su come si accolgono e non su come si buttano fuori?”.

“Io non impedisco” la costituzione di un Cpr in Toscana. “Se arriva il ministero degli Interni e vogliono fare il Cpr” in Toscana “io gli dirò che sono assolutamente contrario sul territorio della regione, il Comune che loro sceglieranno vedremo cosa gli dirà, se ne prenderanno tutte le responsabilità” ha aggiunto Giani –  “in questo momento gli italiani stanno vedendo che a Lampedusa arrivano il doppio dei migranti dell’anno scorso quando ancora governava il governo Draghi. Arriva il doppio dei migranti dell’anno scorso, ma qualche mese fa abbiamo visto la premier con grande enfasi mediatica dire che sarebbe andata in Tunisia, che si sarebbe accordata con il Governo di quel Paese e di altri, e che dopo ciò sarebbero arrivati meno migranti. Nulla di più inesatto perché di migranti ne sono arrivati di più”.

Al problema dei migranti, ha detto ancora Giani, la risposta del Governo è costituire “il Cpr, cioè un centro di immissione verso circuiti che li riportino nei loro paesi semplicemente perché hanno commesso degli illeciti amministrativi e” dunque “sono venuti” in Italia “come degli abusivi. Qualunque persona si rende conto che è una risposta illogica perché il problema non è quello di reintegrarli nei loro paesi, non ci andranno mai, e per mandarceli ci vogliono 18 mesi. Questo voler enfatizzare il Cpr da realizzare nelle Regioni è un rispondere in modo demagogico ad un problema a cui non si dà risposte”.

“Se non lo fa il governo” di dare risposte al problema dei migranti, cercheremo di farlo noi come Toscana offrendo il modello toscano. Noi cercheremo di costruire un sistema per cui chi arriva viene identificato in quelle che sono le possibilità che può offrire, vedere se ha una professionalità, se non ce l’ha vedere di dargliela e magari a partire dai lavori agricoli e cercare di renderli utili sul nostro territorio”. Lo ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani a margine di un evento a Firenze. “Del resto siamo il Paese della denatalità – ha concluso -. Questo è l’approccio, io mi sarei aspettato dal Governo concretezza nelle risposte da dare a questo metodo, se si preferisce invece sbandierare che la risposta è fare i Cpr, mi sembra una non risposta”.

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