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Costa Concordia, nel ricordo del fratello Kevin Rebello ora è cittadino italiano

Per il fratello Russel, trentaduesima vittima del naufragio della Costa Concordia, Kevin era “l’italiano” e ora lo è anche per lo Stato dopo il riconoscimento della cittadinanza da parte del Comune di Milano

kevin_rebello_italia - © Kevin Rebello/Facebook

Dopo 24 anni trascorsi in Italia e a 10 anni di distanza dalla tragedia del naufragio della Costa Concordia, Kevin Rebello festeggia un traguardo importante e tanto atteso: la cittadinanza italiana. Due settimane fa, infatti, il Comune di Milano ha riconosciuto la cittadinanza italiana e consegnato la nuova carta d’identità a Rebello. Kevin è il fratello di Russel, trentaduesima e ultima vitta della Costa Concordia. Il corpo fu ritrovato solo mille giorni dopo il naufragio, quando la nave era già rientrata al porto di Genova per essere smantellata.

La cittadinanza è una bella notizia per Kevin, che dal fratello Russel era chiamato “l’italiano“. “Lui già sapeva che volevo fare la pratica per la cittadinanza – ha dichiarato all’Ansa, Rebello -, sapeva che il mio obiettivo era questo. L’ultima volta che l’ho incontrato a Genova, ero in Italia già da dieci anni, e ne avevamo parlato. Ora sarà orgoglioso di me“.

Kevin Rebello è stato uno dei volti simbolo della tragedia della Costa Concordia. Per mesi, dopo il naufragio ha atteso sull’Isola del Giglio che gli fosse restituito il corpo del fratello e riportarlo così a Mumbai, dove sono cresciuti e dove a tutt’oggi vivono i genitori. Ci è riuscito solo nel 2015, quando finalmente a riportato in India le spoglie di suo fratello.

Russel Rebello

Il percorso è stato lungo e non privo di ostacoli: “era uno dei miei sogni ed è stato un traguardo importante. Sono in Italia da 1999, in pratica da metà della mia vita. Diciamo che sono nato in India ma ‘fatto’ in Italia“, ha aggiunto Rebello all’Ansa. Gli ostacoli dicevamo: “Quando è successo l’incidente di mio fratello – racconta Rebello – ho perso il mio lavoro, lavoravo per un’azienda che è poi fallita. Tutto è successo nel giro di due-tre mesi: a gennaio l’incidente di Russel, a febbraio l’azienda si è disciolta e ho dovuto cercare un altro lavoro“.

Rebello ha affrontato tutto con grande dignità e ha creato un legame forte con l’Isola del Giglio e con i suoi abitanti che fin da subito lo hanno accolto. Rebello è tornato sul Giglio proprio a gennaio di quest’anno in occasione del decennale: “Mi ricordo tutto perfettamente” ha detto. “È bello vedere che la nave non è più adagiata su quella scogliera. Significa che tanto è stato fatto. L’importante è ricordare, mio fratello, come tutte le altre vittime di questa immane tragedia. Sono qui anche per rispetto per tutti loro. Essere qui mi fa un effetto incredibile” ha aggiunto. “Dopo dieci anni l’Isola è rimasta sempre la stessa, con le persone sempre più accoglienti”.

Rebello, ora, vive e lavora a Milano dove si è spostato. Quando è arrivato in Italia, 24 anni fa, “L’idea era di rimanere per un po’ e vedere come andavano le cose, però dopo un anno che stavo qui la prospettiva è diventata più concreta e ho pensato ‘ok, questa è casa mia’. Sono tornato nel mio Paese ma solo in visita“.

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