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L’Autobiografia clitoridea di Teresa Cinque: il viaggio di una scrittrice alla scoperta di se stessa

La scrittrice originaria di Pietrasanta ha scritto un nuovo libro che parla del piacere femminile ribaltando tutti i pregiudizi e raccontando la sua storia personale

Teresa Cinque

Teresa Cinque, pseudonimo di Elisa Giannini, è nata in Toscana negli anni ’70 ed è salita agli onori della cronaca qualche anno fa per un video-monologo che ha fatto il giro del web ed è diventato virale.

Il video “L’errore di base” parla del fatto che le donne non si sentono mai abbastanza in confronto all’uomo che hanno accanto e in pochi giorni ha fatto milioni di visualizzazioni.

Laureata in Lettere all’Università di Pisa, lavora da sempre in ambito artistico passando dal video al teatro, dalla scrittura alla recitazione.

Per Longanesi ha pubblicato  Amorologia. Guida (quasi) imparziale alle relazioni e al sesso, libro in cui Teresa Cinque si è trasformata in un moderno “Virgilio dell’eros”, guidando i lettori lungo le strade dell’innamoramento, del tradimento, del divorzio, del sesso, della ritrovata singletudine e di tutte quelle strategie amorose che fanno parte delle relazioni di coppia

Dal 2023 è anche a teatro come co-autrice e interprete dell’adattamento teatrale di “Stai zitta” di Michela Murgia.

Il suo ultimo libro “Autobiografia clitoridea” racconta una storia che vuole sradicare i pregiudizi, contesta il pericoloso concetto di normalità e ribalta il modo in cui siamo abituati a pensare e a parlare di piacere femminile.

Ecco la nostra intervista a Teresa Cinque

Ciao Teresa! Quanto coraggio c’è voluto per parlare a tutto il mondo della tua vita sessuale?

L’idea di questo libro è nata da se, come quelle cose che non decidi, si è formata nel tempo in modo molto fluido. Sono tanti anni, almeno sei o sette, che lavoro a questo libro e penso che questa storia volesse essere raccontata. Non racconto tutta la mia vita, sarebbe impossibile per chiunque, la mia è una storia di consapevolezza a partire da un tema specifico che è il mio percorso sessuale, potrebbe anche essere definito un romanzo di formazione o meglio di de-formazione e ri-formazione. La protagonista (che poi sono io) nasce perfetta, poi “si rompe” e si ricompone con molta fatica e molto tempo.

nel mondo del porno che è la vera scuola di educazione sessuale “di fatto” tutto ruota intorno all’uomo, il rapporto sessuale è l’avventura del maschio

Il tuo romanzo mi ha fatto pensare che la consapevolezza sessuale nelle donne arriva tardi rispetto all’uomo, intorno ai 30 anni, ma forse anche 40. Cosa ne pensi? Forse il tuo libro può anche essere un tentativo per rendere altre donne più consapevoli del loro corpo?

L’idea è anche un po’ questa perché quando hai faticato o sofferto per qualcosa poi ti piacerebbe tendere una mano a chi è ancora sul percorso. Una cosa che ho notato è che si diventa esperti di quello che non funziona in noi, per esempio se hai un problema di fegato, a un certo punto saprai tutto sul fegato. Quindi quello che ho capito io lo offro alle altre. Dai feedback che ricevo è vero, le donne raggiungono una maturità sessuale un po’ tardi e in parte, la mia storia lo testimonia, questo a che fare con gli altri, con il mondo in cui viviamo e con la cultura repressiva nei confronti della sessualità femminile. Questo accade in modo diretto a causa delle molestie che le donne ricevono e in modo indiretto per come è narrata la donna e il desiderio femminile. Ti faccio un esempio: il film “The piano” di Jane Campion è una delle rarissime volte in cui al cinema si sono visti dei meccanismi erotici che hanno a che fare su come funzionano le donne. Abitualmente non succede, nelle narrazioni mainstream dei film la sessualità ha un taglio che è fallocentrico e muscolare, molto diverso da come vive l’eros una donna. La cultura ci devia da come noi funzioniamo e da quello che ci piace.

Il problema è anche che le donne vivono in una cultura che le educa a compiacere l’uomo, non a rispondere ai propri desideri

Per forza! Nessuno parla mai di masturbazione femminile, pensa che l’anatomia della clitoride è stata scoperta solo pochi anni fa. Il fatto che queste cose non si sappiano e non se ne parli è un modo indiretto per dire che l’unica cosa importante è la gratificazione del maschio. Se poi entriamo nel mondo del porno che è la vera scuola di educazione sessuale “di fatto” tutto ruota intorno all’uomo, il rapporto sessuale è l’avventura del maschio.

Una cosa di cui ho avuto conferma leggendo il tuo libro e che mi fa molto arrabbiare è che qualsiasi donna nel mondo prima o poi ha subito una molestia che può essere più leggera, fino ad arrivare alla violenza fisica, sessuale

È vero infatti il modo che ho trovato per combattere questa cosa è parlarne, raccontarlo, in modo che diventi di dominio pubblico. È un po’ come se ci fosse una parte nascosta di noi che andiamo in giro. Oltre a tutti i problemi che incontra normalmente anche un uomo, noi abbiamo un ostacolo in più che ci viene a sabotare. Quante donne hanno paura a parlare in pubblico o a mettersi in evidenza? Come mai? Viene dalle molestie che riverberano anche in altri campi della nostra vita. Perché per una donna andare nel mondo può significare che ti arriva addosso qualcosa di molto pesante. Quindi è ovvio che se ti devi esporre ci pensi dieci volte, oppure ti viene un attacco di panico, a me è capitato. Il tuo inconscio sa che stai passando un rischio altissimo.

la terapia non è una cosa da ricchi, bianchi, occidentali e privilegiati. La terapia per me è il simbolo di quello che era un tempo il “conosci te stesso”, ognuno lo fa con gli strumenti e i mezzi che ha a disposizione

Un altro aspetto importante del tuo libro è l’importanza di affrontare un percorso di psicoanalisi, perché nel momento in cui si riesce a dare un nome alle cose, a descriverle con le parole, il più è fatto 

Si è un passaggio importantissimo, infatti io cito un libro bellissimo di Marie Cardinal che si intitola proprio “Le parole per dirlo”.  Trovare le parole per dire delle cose indicibili è già il primo passo verso la guarigione. Nel libro io racconto semplicemente la verità, sono adesso al mio quinto percorso. Però è importante chiarire che la terapia non è una cosa da ricchi, bianchi, occidentali e privilegiati. Si possono fare tipi diversi di terapia e in vari modi. La terapia per me è il simbolo di quello che era un tempo il “conosci te stesso”, ognuno lo fa con gli strumenti e i mezzi che ha a disposizione.

Ti ringrazio per tutto quello che hai deciso di raccontare e condividere con noi. Le prime reazioni all’uscita del libro quali sono state?

La cosa bella che sta succedendo è che mi scrivono mail e messaggi tante donne che hanno subito esperienze simili alla mia. La cosa che mi scrivono più spesso è “Hai raccontato la mia storia”. Questo cosa vuol dire? Che questo percorso è il percorso di tutte. Questo è brutto ma crea sorellanza. Una cosa che mi da tanta soddisfazione è capire che ci si riconosce l’una nell’altra e questo abbatte le resistenze e le diffidenze che ci possono essere tra donne. 

Teresa Cinque, Autobiografia clitoridea

 

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