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La Toscana come un unico grande museo diffuso: questo è il momento

Ci sono tutte le condizioni per realizzare un vero “Rinascimento fuori porta” che permetta di valorizzare anche un piccolo museo ma non per questo meno degno d’attenzione. Servono visione e politiche di valorizzazione condivise, gestite localmente ma dentro un’unica rete regionale

La Villa Medicea di Poggio a Caiano

Non più solo un’idea. Fare della Toscana un grande museo diffuso non è solo un progetto, è un intento comune che ha trovato nella Regione Toscana, in particolare nella figura del presidente Giani, e nel direttore di uno dei musei che tutto il mondo ci invidia Eike Schmidt, le personalità giuste per diventare realtà.

La loro visione lungimirante, la loro grande passione per l’arte e la cultura sono fonte di ispirazione per fare di tutta la nostra splendida regione un esempio di turismo diffuso aperto, traino fondamentale per la valorizzazione anche di patrimoni più piccoli e decentrati ma non per questo meno degni d’attenzione.

Perché questo dovrebbe essere il prossimo step: estendere il concetto degli Uffizi diffusi, portare il turista a scoprire le bellezze disponibili a pochi chilometri da Firenze per dare vita ad un Rinascimento fuori porta che in Toscana troverebbe piena e facile attuazione.

Ovviamente parlo da sindaco orgoglioso di amministrare un Comune che ospita sul proprio territorio uno dei lasciti più preziosi del passaggio dei Medici in Toscana. La nostra Villa Medicea è un bene patrimonio Unesco tra i più apprezzati da cultori e storici dell’arte ed è arricchita, al suo interno, dal prestigioso Museo della Natura Morta, unico a livello mondiale.

Già oggi il Museo e la Villa richiamano a Poggio migliaia di turisti. E allora mi chiedo: cosa accadrebbe se elaborassimo un prodotto unico regionale? se presentassimo al turista interessato a visitare Firenze patrimoni come le Ville Medicee, i musei archeologici o della tradizione contadina presenti in Toscana come la naturale prosecuzione del tour?

Per fare questo serve una profonda riflessione sugli ambiti territoriali, ma soprattutto, quello che mi auspico da tempo, è una riforma della gestione dei beni culturali che permetta di ridurre gli avvitamenti burocratici e che coinvolga le amministrazioni locali nella gestione dei beni statali presenti nei rispettivi territori

Serve una riforma della gestione dei beni culturali che permetta di coinvolgere le amministrazioni locali nell’amministrazione dei beni statali presenti sui propri territori riducendo gli avvitamenti burocratici

Questo ci permetterebbe di presentare prodotti turistici diffusi capaci di coinvolgere anche quelle realtà più piccole che della Toscana sono una peculiarità. Inoltre avere voce in capitolo sulla gestione di beni artistici e storici, oggi di proprietà dello Stato, permetterebbe di rafforzare anche la relazione diretta arte/cultura-cittadino-territorio.

Questa pandemia, le restrizioni negli spostamenti, l’impossibilità a viaggiare fuori regione, hanno portato molti cittadini a riscoprire l’arte vicino a casa, ci siamo scoperti estimatori del nostro patrimonio locale, abbiamo scoperto il turismo di prossimità. Questo non deve essere considerato un limite, piuttosto una nuova opportunità: una nuova abitudine da consolidare che potrebbe essere anche da stimolo per i piccoli musei o luoghi d’arte per migliorarsi e innovarsi, per rinsaldare giorno dopo giorno la relazione diretta con il luogo e la comunità di appartenenza grazie alla spinta che solo una rete regionale potrebbe dare .

Prima ho fatto l’esempio di Poggio a Caiano ma lo stesso si potrebbe dire del Museo Archeologico di Artimino nel Comune di Carmignano o del Museo delle macchine tessili di Vernio. E uscendo dalla provincia di Prato del museo di Leonardo di Vinci, della casa-museo di Boccaccio a Certaldo.

Potremmo fare della Toscana un unico grande museo a cielo aperto e realizzare un “Rinascimento fuori porta” che sarebbe da stimolo anche per quei patrimoni più piccoli e decentrati, vera forza della nostra regione

Superare insomma i confini provinciali per concepire la Toscana come un unico museo a cielo aperto grazie a visione e politiche di valorizzazione condivise, gestite localmente ma dentro un’unica rete regionale potrebbe essere il prossimo grande obiettivo cui lavorare fin da ora per programmare la ripartenza dell’intera filiera economica.

Il presidente Giani e il direttore Schmidt hanno aperto la strada, fare della Toscana un unico, grande ed inestimabile, museo diffuso non è mai stata una possibilità così concreta!

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