Nel 2022 in una scuola italiana, toscana, pratese succedono cose strane, fuori dal tempo, irragionevoli . Da una parte – ma su questo le posizioni o i “gusti” possono essere legati al senso soggettivo, serio o “giocoso” che sia, con cui ognuno di noi guarda alla contemporaneità – fervono i preparativi per un classico ballo scolastico delle debuttanti, riservato alle diciottenni accompagnate da un cavaliere. Un evento dal sapore vagamente “asburgico”, nello storico Convitto Liceo Cicognini di Prato, dove studiò il grande Gabriele D’Annunzio. Un luogo fortemente intriso di tradizione.
Dall’altra – ed è questo, purtroppo, il cuore di una questione che sa davvero di ancien regime – fino a poche ore fa vigeva l’impedimento per una coppia non eterosessuale, a causa di un regolamento interno, a partecipare alle danze, a quel momento di socialità dal sapore un po’ “vintage”, interpretato troppo rigidamente dall’istituzione scolastica.
Tutto questo – ripeto – per un regolamento ammuffito che, a detta del dirigente, poteva essere modificato solo a patto di “un complesso iter burocratico”. E invece cambiano le regole. Il Consiglio di amministrazione della prestigiosa scuola ha deliberato all’unanimità che il ballo delle debuttanti sarà immediatamente “aperto a tutte le coppie liberamente formate“.
Occorrono ora ulteriori passaggi formali, ma la decisione è stata presa. Le pressioni del ministero, evidentemente, hanno fatto cambiare l’ordine delle priorità.
Decisione che non può che sembrare naturale e ovvia. La nostra Costituzione ha introdotto la protezione e il divieto contro ogni tipo di discriminazione per orientamento sessuale. Esistono le leggi sulle unioni civili. Le lotte e le conquiste nel campo dei diritti personali e fondamentali hanno raggiunto traguardi importanti, pur non definitivi. Il nuovo valore che diamo alla parola libertà e alle relazioni personali nel Terzo Millennio non poteva essere così disatteso.
Occorre un regolamento per decidere con chi vogliamo ballare a scuola? Davvero qualcuno può pensare di classificare persone, emozioni o sentimenti?
Nonostante il superamento del problema (con le conferme che attendiamo per le prossime ore) la domanda sorge spontanea e vale sul piano generale: occorre un regolamento per decidere con chi vogliamo ballare a scuola? Davvero qualcuno può pensare di fissare delle regole di questo tipo fuori dal tempo o di crearne di nuove classificando persone, emozioni o sentimenti?
Un fatto di “costume”, come questo, ha un fortissimo significato simbolico e può essere l’occasione per un netto cambio di rotta, una risposta forte ad un presente che appariva, solo pochi giorni fa, pericolosamente nostalgico.