Fino al 6 gennaio 2026, il Museo di Palazzo Vecchio ospita la mostra Boccaccio politico per la città di Firenze, un percorso inedito che racconta Giovanni Boccaccio non solo come scrittore e umanista, ma come protagonista della vita pubblica e amministrativa del Trecento fiorentino.
Promossa dal Comune di Firenze e organizzata da Fondazione MUS.E nel 650° anniversario della morte dell’autore, l’esposizione gode del patrocinio dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio e della collaborazione dell’Archivio di Stato di Firenze.
La curatela è affidata a Lorenzo Tanzini, con il coordinamento scientifico di Carlo Francini e Valentina Zucchi.
“A distanza di 12 anni dalla precedente esperienza, che nel 2013 ci ha visti organizzare un percorso dedicato a Giovanni Boccaccio in città in occasione dell’anniversario della nascita dello scrittore e poeta, si torna a parlarne e si sceglie non a caso la Sala dei Gigli di Palazzo Vecchio, cuore, ieri come oggi, della vita politica di Firenze – dice Carlo Francini, coordinatore scientifico della mostra -. Con questa mostra celebriamo non soltanto il grande scrittore e poeta, ma l’uomo di cultura impegnato al servizio della comunità. Attraverso documenti e manoscritti, il pubblico potrà riscoprire il suo ruolo nelle istituzioni fiorentine, alle origini di quella tradizione umanistica che ha visto intellettuali del calibro di Leonardo Bruni e Coluccio Salutati, diventare di fatto cancellieri della Signoria intrecciando cultura e buon governo”.
“Dopo il progetto su Dante nel 2021, per le celebrazioni di Boccaccio torniamo a stringerci intorno a quegli exempla virtutum, quegli esempi di virtù destinati a ispirare i governanti fiorentini all’alba dell’Umanesimo, ponendoci in colloquio ideale con gli uomini illustri dipinti nell’Aula minor del palazzo civico” riflette Valentina Zucchi, coordinatrice scientifica della mostra – “Oltre al sapiente utilizzo delle armi e del potere, il ciclo esaltava infatti l’eccellenza toscana della poesia, capace di nutrire il bene comune, presentando fra i grandi intellettuali anche il nostro Boccaccio: a lui il merito di narrare e vicende degli dei e degli uomini, ma anche di impegnarsi in prima persona per le buone sorti della città. Il nostro grazie allo studioso Lorenzo Tanzini, che ha curato il progetto con attenzione e generosità, e a tutte le prestigiose istituzioni che hanno collaborato allo sviluppo dello stesso con entusiasmo.”

La mostra, le conferenze, gli itinerari
Attraverso documenti, manoscritti e testimonianze iconografiche, la mostra ricostruisce la carriera pubblica del Boccaccio: dai suoi incarichi nella Camera del Comune alle missioni diplomatiche presso papi e principi europei, fino all’attività di ambasciatore e di docente pubblico del Trattatello in laude di Dante.
In esposizione figurano pezzi di grande valore provenienti dall’Archivio di Stato, dalla Biblioteca Nazionale Centrale, dalla Laurenziana e dalla Biblioteca Capitolare di Verona.
Il percorso trova una cornice simbolica nella Sala dei Gigli, dove in epoca salutatesca furono celebrati gli uomini illustri di Firenze – fra cui Dante, Petrarca e lo stesso Boccaccio. La mostra si pone così in continuità ideale con quella dedicata a Dante nel 2021, riaffermando il legame tra cultura, cittadinanza e bene comune.
Un’ulteriore sezione è allestita all’Archivio di Stato, con le storiche “borse dei quartieri” – da cui si estraevano i nomi per le cariche pubbliche – e la provvisione che auspicava il ritorno in città delle spoglie dei grandi intellettuali fiorentini.
Completano il programma quattro conferenze (9, 16 e 30 novembre, 14 dicembre) con studiosi italiani e internazionali, e due itinerari urbani (7 dicembre e 4 gennaio 2026) alla scoperta dei luoghi boccacciani della Firenze trecentesca.
