Si scrive NUSYC e si legge “Novel Urban cultivation SYstems enforcing green and Circular economy”. È il progetto coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, finanziato dal programma PRIMA-MED sulla tematica “Valorizzare i sistemi alimentari urbani e locali per la trasformazione dei sistemi alimentari sostenibili”.
NUSYC mira a sviluppare soluzioni innovative per la produzione alimentare urbana riutilizzando residui e scarti convertendoli in ammendanti, sostanze che migliorano le caratteristiche del terreno, e fertilizzanti per la coltivazione orticola, integrando obiettivi di sostenibilità e principi di economia circolare.
Collaborazioni internazionali
Lo studio è coordinato da Antonio Ferrante, docente di Orticoltura e floricoltura dell’Istituto di Produzioni Vegetali della Scuola Superiore Sant’Anna. Partner del progetto l’Università della Campania “L. Vanvitelli”, MEG srl (PMI italiana), l’Université 8 Mai 1945 Guelma (Algeria), l’École Nationale d’Ingénieurs de Sfax (Tunisia) e la Dokuz Eylul University (Turchia).
Verso una green economy
Il sistema di coltivazione proposto utilizza tecnologie innovative per massimizzare l’efficienza delle risorse. L’urina umana, ricca di azoto, fosforo e potassio, insieme ai residui della manutenzione del verde urbano e agli scarti alimentari, viene raccolta e trasformata in fertilizzanti ricchi di nutrienti (tramite trattamenti con batteri diluiti e/o nitrificanti), idrochar o compost, a supporto dell’agricoltura urbana. Questo approccio riduce la dipendenza da prodotti di sintesi e substrati di coltivazione, limita la perdita di nutrienti e contribuisce ad aumentare le rese produttive.
Attraverso il recupero di questi materiali, il sistema chiude il ciclo dei nutrienti, promuovendo la circolarità e contribuendo alla transizione verso una green economy, con minori emissioni di gas serra, ridotto consumo idrico e minore produzione di rifiuti.
Infine, NUSYC incoraggia il coinvolgimento attivo delle comunità locali mediante approcci partecipativi alla produzione alimentare, rafforzando così la resilienza urbana e la coesione sociale.