Innovazione/

Proteggere i monumenti nei territori di guerra: il progetto dell’Università di Firenze

Intelligenza artificiale e digitalizzazione in 3d come strumenti di conservazione e ricostruzione delle opere in Medio Oriente messe a rischio da atti di terrorismo o da eventi naturali, come terremoti

rilevazione_del_GeCo_Lab_in_un_sito_siriano (2)

La digitalizzazione in 3d e l’intelligenza artificiale diventano uno strumento in più per la difesa del patrimonio artistico e culturale nei territori martoriati dalla guerra, soprattutto in Medio Oriente. L’Università di Firenze è in prima linea e ha ottenuto un finanziamento di 2.360.000 euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del progetto Chedar (Cultural HEritage Digitization And Reconstruction), coordinato da Grazia Tucci, docente di Geomatica per la conservazione del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale.

Il bando prevedeva tre linee di intervento, orientate alla realizzazione di altrettante strutture per l’avvio e il primo sviluppo dei progetti di ricerca e alta formazione nella regione mediorientale, configurate come eredità della partecipazione italiana a Expo 2020 Dubai. La proposta Unifi si è piazzata al primo posto nella tipologia volta a realizzare un centro di ricerca e alta formazione finalizzato allo studio, al trasferimento tecnologico e alla creazione di competenze specializzate nei settori della digitalizzazione, conservazione e ricostruzione dei beni culturali nell’area che si estende al Mediterraneo allargato, ai paesi del Golfo, al sud-est Asiatico e all’Africa settentrionale.

rilevazione_del_GeCo_Lab_alla_Basilica_del_Santo_Sepolcro_Gerusalemme (1)

“Digitalizzazione 3D, diagnostica, riproduzione sono temi che devono trovare nuove forme di dialogo con le tecniche di conservazione e restauro – spiega Tucci –  Solo attraverso una sinergia tra metodi di conoscenza, di gestione dei dati e di intervento si possono affrontare le delicate tematiche della ricostruzione, intera o parziale, di manufatti ed edifici storici, e fornire risposte efficaci alla vasta gamma di problemi relativi a prevenzione e gestione del rischio per i beni culturali: dagli eventi naturali e ambientali come i terremoti fino a quelli causati dall’uomo, come guerre e atti di terrorismo. Infine – conclude  – la digitalizzazione delle opere d’arte permetterà di ampliare le forme di accesso al patrimonio culturale e di esplorare nuovi scenari creativi”.

Ma non solo, l’obiettivo dell’Ateneo fiorenitno è anche un altro: “Vogliamo creare un hub di riferimento sia per lo studio del patrimonio culturale che per la progettazione di eventi di arte contemporanea che si avvalgono di tecnologie digitali per la produzione artistica” spiega Grazia Tucci.

 

I più popolari su intoscana