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“Cambia Uomo Cambia”, il cinema per riflettere sul dramma della violenza sulle donne

La rassegna, proposta dal Comitato Civico “Impariamo a dire noi”, si tiene a La Compagnia dal 27 febbraio al 15 maggio. In programma 5 film che mostrano, da diverse angolazioni, il volto della società patriarcale, ancora persistente in Italia e nel mondo.

Film “Un altro domani”

La cultura per un cambio di mentalità che liberi i giovani dal patriarcato

Anche il cinema può dare un contributo nella battaglia culturale contro la violenza degli uomini sulle donne, la cui drammaticità è registrata dalle cronache quotidiane. E’ proprio su questo tema che va ad indagare la rassegna cinematografica Cambia Uomo Cambia, in programma dal 27 febbraio al 15 maggio al cinema La Compagnia (via Cavour 50/r, Firenze), proposta dal Comitato civico “Impariamo a dire Noi – Circolo Arci 25 Aprile contro la violenza maschile sulle donne”, con la partecipazione del CAM. Centro Ascolto Uomini Maltrattanti.

In programma cinque film, selezionati in collaborazione con il Cinema La Compagnia di Firenze – presentati alla presenza di esperti, esponenti della società civile e religiosa, cineasti – che affrontano la piaga della violenza degli uomini contro le donne, da diversi punti di vista. L’iniziativa, che si rivolge principalmente agli uomini, propone una riflessione sulla cultura patriarcale all’interno della quale questa violenza nasce e prospera e, al tempo stesso, vuole individuare possibili vie d’uscita, grazie ad un lavoro di analisi e introspezione. “Guardarsi dentro” – affermano gli organizzatori – “per non sprofondare nella risposta violenta che proclama la proprietà dell’altra, dimostrando di non sapersi confrontare con la sua indipendenza. Emerge un bisogno di negare la libertà delle donne, che è affermazione paradossale dalla miseria di quel potere maschile patriarcale. Quella cultura e quella violenza ci riguardano comunque, anche se ce ne sentiamo lontani. Non è senso di colpa, è la consapevolezza di essere attraversati da una cultura diffusa che viene da lontano. Appartiene ancora al mondo che ci circonda, la respiriamo nelle case, nelle strade, nei luoghi di lavoro. E la sua crisi genera mostri.

Tuttavia, proprio l’indebolirsi dei modelli di potere maschile, così pesanti anche per gli adolescenti che incontriamo, forse apre delle possibilità. Forse si può crescere senza censurare emozioni e fragilità, senza cancellare quelle parti di noi che non sono autorizzate dallo stereotipo del maschio ‘che non deve chiedere mai’. Si può chiedere e ascoltare. Si può essere padri nuovi, che non hanno più l’autorità “teologica” di una volta ma possono rappresentare se stessi per intero, testimoniare la loro ricerca di una vita autentica. E i ragazzi possono crescere, diventare uomini nelle forme creative che sapranno inventare con la propria vita. Fuori dal patriarcato, fuori dalla violenza, c‘è una pratica di libertà possibile anche per gli uomini. Possibile e felice”.

 “Siamo consapevoli” – affermano ancora gli organizzatori – “che non a tutti gli uomini appartiene la cultura patriarcale e quel complesso di disvalori che portano alla violenza contro le donne. Ciò premesso, auspichiamo vivamente che chi fosse consapevole di essere un soggetto potenzialmente violento, che ha sentimenti di rabbia e aggressività, si rivolga ai servizi preposti, prima ancora che tali comportamenti vengano messi in atto”. “Con questa iniziativa” – concludono – “vorremmo dare inizio ad un nuovo percorso culturale che porti alla cessazione della violenza contro le donne e al rispetto della parità di genere”.

Il programma della rassegna cinematografica “Cambia Uomo Cambia”

La manifestazione prende il via il 27 febbraio (ore 21.00), a La Compagnia, con il film Un altro domani. Indagine sulla violenza nelle relazioni affettive, documentario del 2023 di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi. A presentarlo in sala sarà proprio il regista pluripremitato, Silvio Soldini (Pane e tulipani, Il comandante e la cicogna, Il colore nascosto delle cose). Il documentario si snoda tra le voci, i volti e le testimonianze delle vittime di violenza, insieme alle interviste ai responsabili dei crimi contro le donne, a magistrati, polizia e associazioni che si occupano del tema. Il documentario cerca di raccontare un paese ancora dominato dalla cultura patriarcale, per illuminare le radici di una violenza che tocca la sfera più intima delle relazioni.  Il 5 marzo sarà la volta di un film che ha già qualche anno (del 2013), ma sempre attuale: Her (Lei), di Spike Jonze, che vede come protagonista Joaquin Phoenix. Il film, che sarà presentato in sala da Tomaso Montanari, racconta del rapporto tra il protagonista con una voce femminile, creata da un programma informatico, che diventa la sua compagna. La voce è quella dolce e seduttiva di Scarlett Johansson (nella versione italiana Micaela Ramazzotti), e dà corpo a quella donna ideale, docile, malleabile e accondiscente, che non esiste nella realtà del protagonista, proiezione dei più reconditi e falsati desideri maschili. Il 9 aprile sarà proiettato il film L’accusa, film francese del 2021 di Yvan Attal con Charlotte Gainsbourg, Mathieu Kassovitz, Pierre Arditi, Ben Attal. A presentarlo in sala sarà Andrea Bigalli. Qui, uno studente d’ingegneria, Alexandre, conosce Mila, figlia diciassettenne del nuovo compagno della madre. Vanno a una festa e il giorno dopo lui viene arrestato per stupro della ragazza. Alexandre si è approfittato di lei o Mila, come sostiene lui, è sempre stata consenziente?  Si prosegue il 30 aprile (ore 20.30) con Women talking. Il diritto di scegliere, un film del 2022 di Sarah Polley, con Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley, Frances McDormand., presentato da Don Alessandro Santoro e di Padre Bernardo Gianni. Nel film, il dogma religioso e una setta a carattere patriarcale, sarà la giustificazione per comportamenti violenti e efferati nei confronti delle donne. Chiude la rassegna, il 15 maggio, Il popolo delle donne, documentario di Yuri Ancarani del 2023, presentato da Marco Deriu, sociologo dell’Università di Parma, di maschileplurale.it. Milano, Università Statale degli Studi. Una cattedra sul prato e la psicanalista Marina Valcarenghi che tiene una sorta di lezione sulle cause della violenza sulle donne e le possibilità di contrastarla. Laureata in giurisprudenza, è stata la prima psichiatra italiana a lavorare in carcere con detenuti condannati per stupro. Non è una lezione accademica: è il racconto delle esperienze vissute, degli uomini incontrati, delle storie ascoltate nella sua attività. Il tentativo di andare alle radici dell’odio per affrontarlo senza cadere nel vittimismo e nella negazione della violenza come istinto umano. Info: www.cinemalacompagnia.it

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