Usare la luce per catturare i segreti delle cellule e scoprire, nelle loro strutture interne, informazioni preziose per capire come funzionano questi mattoni della vita e individuare eventuali spie di malattie. È questo l’obiettivo del progetto da mezzo milione di euro promosso dal ministero per l’Istruzione, Università e Ricerca nell’ambito del bando 2017 per i Progetti di rilevante interesse nazionale (Prin). Per i ricercatori “si apre una nuova frontiera per gli studi cellulari”.
La ricerca è guidata dal gruppo del fisico Francesco Cardarelli, della Scuola Normale di Pisa e vi partecipano i gruppi di Diego De Stefani, dell’Università di Padova, e di Gennaro Napolitano, dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem) di Napoli. La luce servirà a colpire le strutture interne alla cellula, chiamate organelli, di fondamentale importanza per le funzioni che svolgono, dalla produzione di energia al ruolo di spazzini molecolari.
Confrontando l’ambiente interno alle cellule a un minuscolo sistema planetario, i ricercatori spiegano che “la luce viene lanciata in orbita attorno al punto di interesse: in altre parole, l’organello viene catturato e studiato da vicino, senza più lasciarlo”. Nel momento in cui la luce avvolge un organello rende possibile vedere cose altrimenti inafferrabili, come la struttura e la dinamica delle molecole d’acqua all’interno di queste minuscole strutture. Sono stati studiati in particolare gli organelli chiamati lisosomi, che funzionano come l’apparato digerente delle cellule, ed è stato possibile osservare come si alterano in caso di malattie.