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Ricercatrici e ricercatori in congedo di maternità e paternità, l’Ateneo di Pisa stanzia contributi per il rientro al lavoro

Un fondo da 120mila euro che verrà suddiviso in quote individuali da 10mila euro per il 2024: “Pochissimi hanno adottato politiche simili, speriamo che la nostra azione possa fare da traino”

Mamma - © KieferPix

L’Università di Pisa ha stanziato 120mila euro come contributo per favorire la ripresa dell’attività di ricerca dopo la pausa obbligatoria per la maternità o la paternità. La misura è una delle poche nel panorama accademico italiano. Nel dettaglio, il fondo verrà suddiviso in quote individuali da 10mila europer il 2024 e potranno essereintegrati anche da altri fondi.

Il sostegno è destinato a professoresse e professori e a ricercatrici e ricercatori a tempo determinato che nel 2024 rientreranno in servizio dal congedo obbligatorio di maternità o paternità alternativa.[/mark[ I contributi sono previsti anche in caso di adozione o affidamento di minori.

“Si tratta di un modo concreto per aiutare professoresse e ricercatrici dell’Ateneo al momento della ripresa della propria attività di ricerca a seguito del periodo di congedo obbligatorio di maternità e ci fa molto piacere dare il via a questa iniziativa a pochi giorni dalla Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza dell’11 febbraio – racconta la professoressa Benedetta Mennucci, prorettrice Unipi per la promozione della ricerca – Sono pochissimi gli atenei che hanno adottato politiche simili e quindi speriamo che la nostra azione possa fare da traino per altri atenei”.

L’Ateneo pisano è “impegnato in campagne di riduzione del gender gap e questo provvedimento si inserisce in questo contesto – dice la professoressa Renata Pepicelli, delegata Unipi per le pari opportunità – la situazione nel nostro Ateneo sul fronte del rapporto genere/carriera, seppur migliorata sensibilmente negli ultimi anni, vede il persistere di un problema, in particolere nell’ambito delle materie Stem e nelle posizioni apicali dove si riscontra un disequilibrio di genere. Anche con questa misura vogliamo quindi [mark[imprimere un’accelerazione significativa a quel percorso di cambiamento culturale che stiamo portando avanti, in modo da raggiungere un reale equilibrio di genere all’interno della nostra comunità”.

 

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