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Stefano Nazzi il “Re” del true crime a Firenze: “Racconto la cronaca nera senza forzare le emozioni”

Il giornalista e scrittore, autore del podcast di successo “Indagini” sarà a Firenze venerdì 3 maggio al Teatro Verdi per una serata, purtroppo già sold-out, in cui racconterà il massacro del Circeo

Stefano Nazzi - © Jan P. Soltan

Ogni primo giorno del mese milioni di italiani e italiane si alzano con un solo pensiero in testa: mettersi gli auricolari, cercare il podcastIndagini e premere “PLAY”.

L’autore è il giornalista e scrittore Stefano Nazzi che si è sempre occupato di cronaca nera e cronaca giudiziaria, seguendo i casi più conosciuti e di maggiore risonanza, ma anche vicende meno note.

Per Mondadori ha pubblicato Il volto del male (2023) e il 7 maggio uscirà con il nuovo libro Canti di Guerra. Conflitti, vendette, amori nella Milano degli anni Settanta.

Adesso il podcast “Indagini”, uno dei più amati e seguiti in Italia, è diventato uno spettacolo teatrale, per cui sono stati già venduti oltre 28mia biglietti, in cui Nazzi racconta uno dei casi di cronaca nera che più ha segnato il nostro paese: il massacro del Circeo, consumatosi tra il 29 e il 30 settembre 1975, e sarà a Firenze venerdì 3 maggio al teatro Verdi per una serata purtroppo già sold-out.

Ecco la nostra intervista a Stefano Nazzi

Che emozione sentire la voce di Stefano Nazzi! Il podcast “Indagini” è un grandissimo successo, io credo che dipenda non solo dalla cura con cui vengono esposti i fatti, ma soprattutto dalla scelta di non cercare mai il facile sensazionalismo, il facile scandalo, il ‘clic’, omettere descrizioni cruente, rispettare la privacy. Si potrebbe dire che andare contro-tendenza, rispetto a un certo tipo di giornalismo, per una volta paga

Si, ovviamente non sono il solo a fare podcast di questo genere. Ma quello che volevamo fare era appunto raccontare la cronaca spogliandola di tutti i sensazionalismi, la spettacolarizzazione, le cose che non c’entrano nulla, le derive più morbose. Abbiamo cercato di riportare tutto all’essenza dei fatti.

Dire dove ed esattamente in che epoca è avvenuto un fatto è fondamentale, ti toglie dalla corsa alla titolazione che cerca sempre il “mostro”, che usa frasi fatte, luoghi comuni

Anche la scelta di intitolare ogni puntata con una data e un luogo, è geniale

Non so se è geniale però secondo me il contesto è sempre importante. Dire dove ed esattamente in che epoca è avvenuto un fatto è fondamentale, ti toglie dalla corsa alla titolazione che cerca sempre il “Mostro”, che usa frasi fatte, luoghi comuni e riporta all’essenza delle cose come se fosse una sorta di “verbale di polizia”.

Come ti documenti, quali sono le tue fonti principali quando lavori a una puntata del podcast?

Le fonti primarie sono sempre gli atti processuali. Io cerco di partire sempre, quando è possibile, dalle motivazioni di una sentenza, cioè dalla spiegazione che viene data dalla Corte e dai giudici del perché sono arrivati a una determinata decisione e qual è stato il percorso che ha portato fino a lì.

Sei sempre super obiettivo nel raccontare quello che è accaduto, ma devo dire che a volte, tra le righe, si capisce cosa ne pensi, emerge la tua opinione 

(Ride) Le mie opinioni le ho anch’io. Io cerco di raccontare le cose senza mai forzare nulla, facendo in modo che ognuno si faccia la sua idea su quella storia senza forzare le emozioni, cosa che invece spesso viene fatta, senza che ce ne sia bisogno. Certo è che ci sono aspetti di alcune vicende in cui l’emozione viene fuori anche se si cerca di non farla trasparire. 

Stefano Nazzi

Come mai i casi di cronaca nera attirano così tanto il pubblico? È più il desiderio di pensare “io non sono così, questa cosa non mi riguarda”, oppure incuriosisce di più provare a capire come nasce il male?

Sono tanti motivi, un po’ è il pensare “questa cosa avviene vicino a me, ma è lontana da me, a me non può succedere”, vivere queste cose come una “paura controllata”, nel tentativo di razionalizzarle. Sicuramente anche cercare di capire come alcune persone arrivano a fare certe cose.

nel 1990 in Italia ci sono stati 1900 omicidi, l’anno scorso sono stati 314, è un calo costante negli anni

Ascoltando il podcast mi sono resa conto che gli anni ’70 e ’80 in Italia ci sono stati moltissimi casi di cronaca nera, episodi davvero cruenti ed efferati. Oggi mi sembra che non sia più così

Lo dicono i dati, se nel 1990 in Italia ci sono stati 1900 omicidi, l’anno scorso sono stati 314 ed è un calo costante negli anni. Questo per tantissimi motivi, primo tra tutti perché la criminalità organizzata uccide molto meno, c’è molta più prevenzione. Inoltre i criminali vengono scoperti molto più facilmente grazie alle nuove tecnologie e questo fa da deterrente. Per cui sicuramente per i crimini maggiori c’è stato un calo notevole in questi ultimi anni.

Nel tuo podcast hai parlato di tantissimi casi, uno di quelli che mi ha sconvolta di più è la storia di Ferdinando Carretta che ha sterminato tutta la famiglia ed è scappato all’estero, dove è stato latitante per anni 

Quello è stato un caso sconvolgente perché fu una sorta di “illusione collettiva”, per cui si dava per scontato che tutta la famiglia fosse partita. In realtà erano stati uccisi tutti. È un caso che rimane impresso per come fu vissuto dai media e dall’opinione pubblica. Poi ci sono altri casi che mi hanno colpito, ti posso citare il delitto di Leno, l’omicidio di Desirée Piovanelli. Fu uccisa da tre coetanei, tre ragazzini di 16 anni, ma al delitto partecipò anche un adulto di 35 anni. Questa è una cosa che non riesco a capire, perché un adulto invece di fare da guida, fermare queste persone, li spinse a commettere l’omicidio. Sono tutte storie sconvolgenti, ma ce ne sono alcune che sono più difficili da accettare.

A volte si cerca di “giustificare” alcuni killer perché sono persone che hanno subito degli abusi nell’infanzia, hanno dei traumi profondi, in altri casi è più difficile capire, esiste il male puro?

Come mi dice spesso una bravissima criminologa e docente Isabella Merzagora: “non sono tutti matti, ci sono anche quelli cattivi, cattivi e basta”. E’ una cosa di cui dobbiamo tenere conto.

Ancora non hai affrontato il Mostro di Firenze, è un caso molto complicato, ma possiamo sperare di sentirlo su Indagini?

Lo farò, è complicato da sintetizzare, ma è una storia da raccontare. Anche perché se a livello processuale ha avuto una fine, in realtà questa fine non c’è e lascia ancora tantissimi dubbi.

Tempo fa parlavo del Mostro con un giornalista e lui mi ha detto “tutte le parole che sono state scritte non sono servite a nulla”, perché non si è mai scoperto chi fosse davvero e forse mai si scoprirà la verità

Anch’io penso che la verità non verrà mai fuori, forse in parte. È una di quelle storie in cui ci sono state mille interpretazioni, mille ipotesi. Alla fine di concreto cosa resta? Poco. 

Tutte le date del tour di INDAGINI di Stefano Nazzi

3 maggio FIRENZE Teatro Verdi SOLD OUT
14 maggio TRIESTE Politeama Rossetti ultimi biglietti disponibili
15 maggio PADOVA Gran Teatro Geox ultimi biglietti disponibili
17 maggio TORINO Teatro Colosseo SOLD OUT
18 maggio TORINO Teatro Colosseo SOLD OUT
20 maggio GENOVA Politeama Genovese SOLD OUT
23 maggio BOLOGNA Teatro Manzoni SOLD OUT
24 maggio BOLOGNA Teatro Manzoni SOLD OUT
2 ottobre ROMA Teatro Olimpico ultimi biglietti disponibili
4 ottobre MILANO TAM – Teatro Arcimboldi Milano SOLD OUT
5 ottobre MILANO TAM – Teatro Arcimboldi Milano ultimi biglietti disponibili
14 ottobre NAPOLI Teatro Augusteo biglietti disponibili

Stefano Nazzi – © Jan P. Soltan

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