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L’estate delle tartarughe marine: 23 nidi e 1.150 nuovi nati in Toscana

Secondo i dati di Legambiente è stato un anno record per le Caretta caretta, che hanno nidificato lungo tutta la costa toscana, da Forte dei Marmi a Castiglione della Pescaia

Piccole tartarughe marine

Il 2023 è stato un anno record per le tartarughe marine in tutta Italia, con risultati sorprendenti in Toscana, secondo il bilancio tracciato da Legambiente in chiusura della stagione delle nascite.
Sono in tutto 444 i nidi di Caretta caretta registrati in Italia, “il dato più alto di sempre”, con un numero delle ovodeposizioni rispetto alla stagione 2022 triplicato: l’anno scorso il conteggio si era fermato soltanto a 129.

In Toscana 23 nidi da Forte dei Marmi al Giglio

Quanto alla Toscana sono stati 23 nidi registrati, localizzati un po’ lungo tutta la costa ma principalmente sul litorale della provincia di Livorno, dove si registrano 11 nidi, quasi tutti sull’Isola d’Elba, compreso il nido record di Galenzana, a Campo nell’Elba, dove sono nate 104 piccole tartarughe.

Sono stati registrati anche 4 nidi in provincia di Grosseto, tra Castiglione della Pescaia, la spiaggia della Feniglia a Orbetello e l’Isola del Giglio, e infine anche 4 nidificazioni a Forte dei Marmi, in Versilia.

“Un grande risultato – sottolinea Legambiente – ottenuto grazie all’impegno del gruppo di associazioni e università che operano dietro il coordinamento di Arpat. Legambiente Arcipelago Toscano all’Elba ha coinvolto di 120 volontari, individuando e monitorando 7 nidi. Anche se i numeri esatti si avranno a fine stagione, si stima che i nuovi nati di origine toscana saranno circa 1150″.

Il monitoraggio collettivo sulle spiagge

Per individuare e proteggere i nidi di Caretta caretta Regione Toscana e Arpat a luglio hanno lanciato una campagna di monitoraggio collettivo, chiedendo a tutti i cittadini di contribuire segnalando la presenza di uova, nidi o tracce di mamma tartaruga.

Per questo l’applicazione “Arpat – Ambiente in Toscana”, disponibile per Android e IOS, aveva implementato la funzione ‘Collabora’, che consentiva a chiunque di scattare fotografie, georeferenziarle in base alla posizione rilevata dal telefono e così permettere al personale tecnico Arpat di intervenire per le verifiche e nel caso di mettere il nido in sicurezza.

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