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© Augusto Biagini

Cultura /

La poesia salva il mondo: “Si illumina la notte” di Livia Gionfrida in prima nazionale al Metastasio

Dal 20 al 25 febbraio la regista Livia Gionfrida porta a Prato lo spettacolo ispirato al grande drammaturgo siciliano Franco Scaldati. Uno spettacolo che mette in scena la fine del mondo e la vita che rinasce grazie alla poesia

Dal 20 al 25 febbraio si tiene al Teatro Metastasio di Prato la prima nazionale dello spettacolo “Si illumina la notte” a cura della regista Livia Gionfrida.

Dal 2020 Gionfrida porta avanti un singolare progetto di ricerca intorno l’opera del drammaturgo, poeta e attore siciliano Franco Scaldati, un dialogo da cui sviluppa drammaturgie originali.

Gli uomini hanno rotto il loro patto con la natura. La natura si scatena in una tempesta, una catastrofe, un punto limite dal quale non si può che arrivare a un mondo nuovo

Nel 2023 è stato il decennale della morte di Franco Scaldati e Livia Gionfrida porterà in scena a Prato una nuova creazione che chiude idealmente la Trilogia Scaldati, iniziata nel 2020 con “Pinocchio” e proseguita nel 2022 con “Inedito Scaldati”

“Franco Scaldati è stato uno dei più grandi drammaturghi italiani, attore, regista ma soprattutto un grandissimo poeta, e come tanti poeti è stato un po’ dimenticato. – ci ha raccontato Livia Gionfrida – Adesso siamo in un momento di riscoperta delle sue opere, è scomparso nel 2013 e l’anno scorso si sono celebrati dieci anni dalla sua morte con un progetto speciale. L’anno scorso la Regione Sicilia ha ripubblicato tutte le opere di questo autore che era introvabile.”

“Franco Scaldati per me è stato un ritorno alla mia terra madre la Sicilia,ha aggiunto Gionfrida – da cui sono scappata a gambe levate come tanti ragazzi che vogliono combinare qualcosa. Io ho con la Sicilia un rapporto di grande e feroce amore e allo stesso tempo di grande odio, è un luogo estremo. Sciascia diceva che è la metafora del mondo, lì certe ingiustizie che si vivono in tutta la penisola vengono portare all’estremo. L’Italia è divisa, la Sicilia è una periferia molto dura e molto difficile, per una donna in particolare. Quindi per me l’incontro con Scaldati ha segnato un ritorno in Sicilia, in un momento in cui forse avevo le spalle un po’ più larghe, grazie alla mia esperienza teatrale.”

“Si illumina la notte” di Livia Gionfrida – © Augusto Biagini

Il Progetto Scaldati che Gionfrida conduce si potrebbe definire un percorso di teatro civile non solo per i luoghi – teatri “ufficiali” ma anche carceri, scuole, periferie cittadine – nei quali l’ha sviluppato, ma soprattutto in quanto suo intento è fare della poesia resistenza, arma potente contro l’abbrutimento delle coscienze.
Il progetto di ricerca per quest’opera è stato sviluppato attraverso un percorso di laboratori attivati in diverse città al fine di incontrare gli interpreti e guidare una sperimentazione linguistica e fisica sull’opera di Scaldati, alla ricerca di suoni e persone che possano dare corpo alla nuova opera.

“La mia ricerca su Scaldati va avanti dal 2020 – ha dichiarato Livia Gionfrida – nel tempo ho alimentato la mia ricerca con uno studio sull’autore e sull’opera fatto anche di pratica. Sono partita per Palermo dove ho iniziato a incontrare le persone che lavoravano con Scaldati e che incarnavano la sua arte. L’incontro più importante di tutti è stato quello con l’attore Melino Imparato che è l’erede storico di Scaldati, ha lavorato con lui tutta la vita. Dal 2020 ho avuto la fortuna e la gioia di averlo come compagno di avventure. Ho fatto tanti laboratori per cercare persone, attori e attrici che potessero incarnare ancora quelle parole e quella poesia. Sono stata a Roma, Prato, Catania, Palermo e da lì viene fuori la compagnia con cui ho l’onore e il piacere di collaborare”.

Livia Gionfrida

Si illumina la notte: la storia

“Si illumina la notte è uno spettacolo tragicomico, c’è un passaggio costante tra la leggerezza e la tragicità. – ha detto Livia Gionfrida – Ma in realtà non è mai davvero tragico, siamo sempre sul fillo della poesia, una poesia che però si radica nella tradizione popolare teatrale come Edoardo De Filippo. Lo spettacolo si rifà alla Tempesta di Shakespeare perché la mia esigenza era quella di raccontare un mondo apocalittico, una situazione post-atomica. In toni però fiabeschi si racconta l’avvento di un’apocalisse climatica, che è frutto di un’apocalisse morale perché gli uomini hanno rotto il loro patto con la natura. La natura si scatena in una tempesta, una catastrofe, un punto limite dal quale non si può che arrivare a un mondo nuovo. Il mondo nuovo che noi mettiamo in scena viene attuato dalle mani di un poeta. Il poeta intrepretato da Melino Imparato è un piccolo grande eroe che ha raccolto meticolosamente tutte le parole che si andavano sgretolando e le ha nascoste nelle crepe di un muro. Adesso è pronto a riconsegnarle all’umanità. Quindi alla fine la luce arriva a illuminare la notte attraverso la poesia e l’incanto”.

“Si illumina la notte” di Livia Gionfrida – © Augusto Biagini

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