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Torna nella chiesa di San Lorenzo a Firenze un’antica tavola del ‘400

L’opera sottoposta a lungo lavoro di ripulitura è di artista ignoto e raffigura Sant’Antonio Abate tra San Lorenzo e San Giuliano

Particolare di san Giuliano dopo il restauro

Dopo un restauro durato quasi un anno è tornata al suo posto nella Basilica di San Lorenzo una tavola quattrocentesca. L’opera raffigura il Sant’Antonio Abate in trono, tra San Lorenzo che regge le tenaglie che liberavano dalle manette i carcerati, e San Giuliano in veste di cavaliere con la spada. La tavola è attribuita a un ignoto pittore cosiddetto ‘Maestro del Tondo Borghese’. L’opera, con la predella e la cornice monumentale, era stata ritirata dalla chiesa fiorentina nell’ottobre 2017 per iniziare il restauro curato da Lucia Biondi e finanziato con il contributo di Friends of Florence.

“È stato un restauro piuttosto lungo – ha spiegato Biondi – i problemi principali erano soprattutto un’infestazione da insetti del legno molto aggressiva e una fragilità del colore molto estesa“. Durante i lavori, ha raccontato la restauratrice, è emersa “una cosa curiosa: ai piedi di Sant’Antonio c’era un maiale o un cinghiale che l’artista stesso ha cancellato, abbiamo intuito che doveva esserci stata una seconda richiesta di dipingere una pace cioè un piccolo quadretto ai piedi del santo che poi è stata anch’essa rimossa”. Ha fatto parte del restauro anche “la grande cornice monumentale ridipinta in grigio. Noi – ha aggiunto – abbiamo visto che c’erano frammenti della vecchia decorazione in blu azzurrite e oro zecchino e abbiamo deciso di pulirla tutta e di ridare alla cornice il suo aspetto antico”.

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L’iniziativa è stata possibile, ha aggiunto Simonetta Brandolini d’Adda, presidente della Fondazione Friends of Florence, “grazie a una donatrice, la professoressa Sarah Wiggins, che ha già sostenuto tantissimi nostri progetti”.

“Abbiamo programmato di restaurare le porte bronzee di Donatello, che sono nella sagrestia vecchia, e una statua della Madonna detta ‘Bentornata‘ che è già all’Opificio delle pietre dure” ha annunciato Paolo Padoin, presidente dell’Opera medicea laurenziana. Padoin ha aggiunto che “l’obiettivo è restaurare tutte e due le opere prima della scadenza del mandato del consiglio che cade nel 2020. Inoltre stiamo facendo anche molti recuperi di locali che sono opere che non si vedono ma li stiamo facendo soprattutto per migliorare l’accoglienza e la sicurezza”. “In questi due anni – ha aggiunto il presidente dell’Opera facendo un bilancio- abbiamo presentato l’annunciazione di Filippo Lippi, i pulpiti restaurati di Donatello, e il restauro dello sposalizio della vergine di Rosso fiorentino“.

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