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Uffizi: dopo 20 anni arriva il no definitivo alla loggia di Isozaki

Il progetto di rifacimento dell’uscita del museo fiorentino non sarà realizzato, come ha deciso ieri il Consiglio superiore dei Beni culturali

Loggia di Isozaki, modello

Arriva lo stop definitivo alla realizzazione della loggia Isozaki agli Uffizi. Il progetto di rifacimento dell’uscita della galleria fiorentina, pensato dall’architetto giapponese Arata Isozaki, non sarà realizzato. Così ha deciso il Consiglio superiore dei Beni culturali che ieri si è riunito ed ha espresso all’unanimità parere negativo. E lo ha fatto dopo aver ascoltato l’intervento del sottosegretario Vittorio Sgarbi che ha espresso la sua posizione dopo la relazione di Simonetta Bartolini, “raccogliendo il consenso di tutti i consiglieri”.

Lo stop al progetto che risale al 1999

Si chiude così una vicenda che si protrae dal 1999, quando l’architetto giapponese vinse la consultazione internazionale di idee per la nuova uscita degli Uffizi, bandita il 2 aprile 1998 dal ministero per i beni e le attività culturali e dal Comune di Firenze.

Il progetto, una grande loggia in acciaio e pietra serena sostenuta da quattro statue, fu giudicato il migliore da una commissione internazionale che lo preferì agli altri elaborati firmati da star dell’architettura mondiale come Norman Foster, Gae Aulenti, Vittorio Gregotti e Mario Botta.
La convenzione per l’avvio dei lavori fu firmata il 21 febbraio 2001, ma già in settembre Vittorio Sgarbi, nella sua prima visita ufficiale a Firenze, espresse perplessità sul progetto e annunciò che avrebbe incontrato Isozaki per discutere assieme eventuali modifiche.

Un modello della Loggia di Isozaki

Da allora, di perplessità in perplessità, tra annunci di stop and go, il progetto non è mai decollato.
Già lo scorso agosto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, allargava le braccia: “Anche se io ho sempre preferito il progetto di Isozaki, prendo atto della volontà del ministero della Cultura e confermo che ci impegniamo a collaborare per trovare una soluzione rapida e all’altezza dell’importanza di quel luogo e di quella piazza, in modo da completare i lavori di un cantiere che è lì da due decenni, con due ingombranti gru”.

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