Il compleanno di Godzilla, il mostro giapponese festeggia quest’anno 70 anni, è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno artistico e culturale che si è sviluppato dalla fine della seconda guerra mondiale e fino agli anni Settanta del secolo scorso. Una realtà culturale tra rischio atomico e primo uomo sulla luna. Storie, vicende e paure che hanno suscitato sensazioni contrastanti nell’immaginario collettivo.
Tante le testimonianze giunte a noi a cominciare dal Movimento Spazialista di Lucio Fontana al racconto di Dino Buzzati apparso sul Corriere della sera agli inizi degli anni Cinquanta. Nel 1954 la clamorosa interruzione della partita di calcio Fiorentina-Pistoiese per una serie di oggetti non identificati sullo stadio Franchi e il libro Un marziano a Roma di Ennio Flaiano.
A fine anni Cinquanta il lancio dello Sputnik 2 con la canina Laika e la canzone “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno che trionfa a Sanremo e rende omaggio ai Monochromes di Yves Klein. Jurij Gagarin e il suo viaggio orbitale attorno alla terra, le Cosmicomiche di Italo Calvino e Space Oddity di David Bowie che precede di pochi giorni lo sbarco del primo uomo sulla luna.
Un viaggio entusiasmante e per certi versi insolito ripercorso da due autori toscani, Ginevra Ballati e Iacopo Cassigoli nel libro “Per i nostri voli interplanetari“: ufo e inquietudini spaziali tra arte, letteratura e immaginario pop del secondo dopoguerra.
Ginevra Ballati, illustratrice ed esperta di didattica dell’arte e Iacopo Cassigoli, storico dell’arte, ricercatore e divulgatore, compiono un’attenta disanima su meraviglie e orrori del nucleare e riflessioni su viaggi spaziali e oggetti non identificati. Affascinante la storia di Godzilla raccontata nel libro e che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del cinema.
Un libro per viaggiare nello spazio e nella fantasia, orientandosi tra riferimenti culturali e opere artistiche di varia natura che hanno tanto influenzato la pittura, il cinema, la letteratura passando per la televisione e la musica rock e arrivando fino alla nostra quotidianità. Un mezzo secolo da figli delle stelle come cantava Alan Sorrenti nel 1977.