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Un nuovo asilo nido per i piccoli pazienti di oncoematologia del Meyer

Il progetto, promosso da Intesa Sanpaolo, ha l’obiettivo di supportare pazienti e genitori nella lunga degenza. Ogni anno il reparto cura 700 bambine e bambini malati di tumore, il 20% ha sotto i tre anni

Un asilo nido per i bambini e le bambine ricoverati nel reparto di oncoematologia dell’ospedale pediatrico fiorentino Meyer. Verrà allestito in uno dei locali adiacenti al reparto che accoglie dai 70 ai 100 nuovi pazienti, per un totale di 700 ricoveri ogni anno. Le nuove diagnosi di tumore, fa sapere il Meyer, riguardano nel 20% dei casi bambini sotto i tre anni.

Il progetto, promosso da Intesa Sanpaolo, ha l’obiettivo di migliorare la qualità del ricovero dei piccoli pazienti attraverso un programma educativo specifico. Le attività vengono portate avanti seguendo le esigenze di cura  e vengono svolte sia nelle stanze di degenza sia in un apposito spazio nido allestito nel reparto arredato con attrezzature tecniche, ludiche e materiali educativi.

Il progetto è stato presentato il 25 novembre dal direttore del Meyer Paolo Morello Marchese, dal chief social impact officer di Intesa Sanpaolo Paolo Bonassi, Annalisa Tondo, direttrice del Dai di oncoematologia pediatrica, e Luigi Paccosi, presidente della cooperativa sociale Età, a cui è affidato il servizio educativo.

Il servizio offre attività personalizzate per aiutare i piccoli a superare l’isolamento sociale e psicologico derivanti dalla malattia, dalle pesanti cure e dalla lungodegenza. Al lavoro, ci sono educatrici qualificate che attravreso il gioco, il disegno e la lettura  offrono stimoli indispensabili per un percorso di crescita serena e aiutano la rielaborazione fantastica della realtà.
Il servizio supporta anche i genitori che assistono direttamente il bambino durante il periodo della degenza.

Un progetto “particolarmente importante – commenta Marchese Morello – perché va a sostenere i nostri piccoli pazienti oncologici, affinché la loro quotidianità in ospedale sia il meno traumatica possibile. Il servizio sarà un aiuto prezioso anche delle famiglie”. Per Tondo “le attività volte a garantire una normalità in un percorso di cura di bimbi così piccoli motiva e supporta loro e le famiglie nel trovare motivazione alla cura stessa”.

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