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Università di Siena, un progetto per le donne vittime di violenza

Si chiama “Free and indipendent woman”, è promosso dal professor Antonio Giordano, e intende aiutare le vittime attraverso il reinserimento nel mondo del lavoro

Un progetto per aiutare le donne vittime di violenza di genere ad inserirsi nel mondo del lavoro.

L’idea è del professor Antonio Giordano, docente del dipartimento di Biotecnologie mediche dell’Università di Siena e direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine della Temple University Philadelphia, e della criminologa Antonella Formicola, esperta in violenza di genere e femminicidio.

Si chiama “Free and indipendent woman” e alla base c’è l’idea di pensare al lavoro come strumento per recuperare la dignità che la violenza subita ha cercato di rubare a queste donne. Un obiettivo che si intende perseguire attraverso corsi di formazione gratuiti offerti dalle realtà imprenditoriali del territorio.

La violenza di genere è una piaga sociale tristemente in aumento. Anche il lockdown ha evidenziato come siano sempre di più le donne maltrattate e vittime soprattutto tra le mura domestiche. La convivenza forzata, la situazione generale, lo stravolgimento delle abitudini hanno acuito la problematica portando ad un incremento di richieste di aiuto pervenute ai numeri dedicate.

Secondo i dati raccolti dalla Polizia criminale sulla violenza di genere a maggio, i maltrattamenti risultano in numero maggiore rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, tra gennaio e maggio 2020 anche la percentuale di donne vittime di violenze sessuali è incrementata passando dal 93% di gennaio 2020 al 96% di maggio. Una percentuale che nello stesso mese del 2019 si attestava intorno all’89%. Percentuali altissime, troppo alte, che scattano una fotografia drammatica della situazione.

Per questo sono fondamentali progetti come quello dell’università di Siena: “Considero questo progetto  – ha dichiarato il professore Giordano  – una priorità morale, civile ma anche di educazione sentimentale e di consapevole espressione dei sentimenti”.

“Le donne vittime di violenza – ha aggiunto la dottoressa Formicola – vengono private della loro autostima e quindi aiutarle nell’inserimento lavorativo è fondamentale per spronarle a recuperare la loro identità. Aiutarle a realizzare i propri sogni è importante. Hanno bisogno di sicurezze e soprattutto di poter continuare a credere che una volta uscite dal tunnel buio della violenza fuori c’è ancora un mondo pronto ad accoglierle ed aiutarle a raggiungere i loro traguardi”.

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