In Oltrarno ricordano ancora la sua ultima visita un anno fa da generale dell’Ordine Agostiniano e la sua passione per la bistecca. Esultano Firenze e la Toscana per l’elezione di Robert Francis Prevost. Il nuovo papa Leone XIV è stato spesso in città. Nella diocesi toscana c’è chi ha studiato con lui, chi lo ha conosciuto quando era missionario in Perù.
Tutti ne tratteggiano le qualità umane e morali esaltando le doti di mediatore. Un pontefice pronto a seguire il cammino tracciato da papa Francesco e a perseguire l’obiettivo di “una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante” come ha ricordato subito dopo l’elezione.
L’entusiasmo alla Basilica di S. Spirito
Nel Convento degli Agostiniani di Santo Spirito a Firenze il nuovo papa Leone XIV si è visto spesso. Per celebrare la sua elezione domenica 11 maggio alle ore 10.30, sarà celebrata una messa di ringraziamento.
Padre Giuseppe Pagano ha studiato con lui nel 1983 a Roma e ha lavorato al suo fianco cinque anni nella casa generalizia di Roma. “È il primo di noi agostiniani eletto Papa. Lavorerà molto sulla Pace, viene da un cammino sincero di fede, di preghiera che non ha mai abbandonato, ci crede. Si muoverà molto sui conflitti, cercherà nuovi equilibri. L’ho sentito prima del Conclave, prenderà bene l’eredità di Francesco poi lancerà la Chiesa in avanti. Nella Chiesa agirà affinché si affermi unità, comunione interna” assicura padre Giuseppe Pagano.
“Leone XIV – spiega il padre agostiniano fiorentino – è un americano latino, più che un nord americano. E’ stato tanti anni missionario, lui sa stare con i poveri e sa parlare coi ricchi, sa essere amico di poveri e ricchi, e questo lo credo un notevole vantaggio, lo Spirito Santo mi sa che ha illuminato il Conclave bene anche questa volta”.
Padre Pagano ha avuto modo di apprezzarne le doti umane più volte in 40 anni di amicizia. “Con lui si stabilisce velocemente un rapporto di fiducia reciproca” assicura. “Quando abbiamo viaggiato insieme ci siamo pure divertiti, è una persona che vuole conoscere, si interessa alle cose, ha molti hobby, ama guidare la macchina, lo farebbe per ore, ama gli sport, nel calcio è un grande tifoso della Roma. L’ho sentito dopo la partita Roma-Fiorentina. Mi ha detto scherzando: ‘La vittoria della Roma è il primo miracolo di Francesco dopo la morte”” aggiunge.
Da cardinale, come generale dell’Ordine Agostiniano, Prevost è stato a trovare i confratelli di Firenze appena l’anno scorso, il 7 aprile 2024 in concomitanza con la presentazione del restauro della Trasfigurazione di Pier Francesco Foschi (1502-1567), conservata a Santo Spirito. Sui social della Basilica in Oltrarno circola poi la messa celebrata nell’ottobre 2023 dall’allora cardinale Prevost.
L’incontro con Prevost in Perù
Per Giovanni Paccosi, vescovo di San Miniato, “Prevost era uno da tenere presente per l’elezione a Papa. E così è stato”. Paccosi ha conosciuto Robin Francis Prevost in Perù, quando il futuro Papa era vescovo a Chiclayo, “una diocesi grandissima da un milione e mezzo di persone nel nord del Perù, dove io l’ho conosciuto”. Negli ultimi due anni “ci siamo parlati alcune volte, non è una conoscenza stretta di amicizia, però c’è un rapporto di grande stima. Ho visto in lui un grande pastore, capace di stare con la gente più semplice ma anche con l’autorità o il mondo della cultura”. “Poi ci siamo rivisti in questi ultimi due anni – aggiunge –, da quando sono stato fatto vescovo perché lui è prefetto del dicastero dei vescovi. L’ho incontrato un paio di volte, ci siamo ricordati di quando eravamo in Perù. E’ una persona di grande equilibrio con il cuore totalmente donato ai poveri, alla chiesa e a Cristo”.
L’esperienza delle missioni per guidare la Chiesa
“Siamo pieni di gioia e di gratitudine per l’elezione di papa Leone XIV, ci uniamo da Firenze a tutte le Chiese del mondo che oggi sono in festa. Il Signore ci ha donato un nuovo pastore che guiderà la Chiesa, il popolo di Dio. La sua esperienza missionaria porterà grande ricchezza per condurre e guidare la Chiesa in questa apertura all’universalità. Le sue prime parole ci fanno pensare che porterà avanti il magistero di Papa Francesco nell’attenzione alla sinodalità” così l’arcivescovo di Firenze Gherardo Gambelli.
“Significativo il suo primo e insistente richiamo alla pace – aggiunge in una nota – e poi quella frase che mi ha molto colpito ‘Siamo tutti nelle mani di Dio’. Ho sentito queste parole come un conforto dopo la morte di Papa Francesco e questa sofferenza che abbiamo vissuto. Sono le parole del Vangelo, le parole di Gesù che ci consola e che ci spinge ad andare avanti con fiducia nel cammino come suoi discepoli. Accogliamo la sua guida certi che ci sarà maestro nella fede e nella testimonianza”.
Le reazioni: Giani, Mazzeo, Funaro
Il presidente della regione Toscana Eugenio Giani era in ufficio quando ha sentito suonare le campane della cattedrale di Santa Maria del Fiore che salutavano la nomina di Robert Francis Prevost: “L’elezione del nuovo pontefice è un momento significativo per tutti, credenti e non credenti. Questa elezione arriva in un contesto geopolitico molto difficile. Sono certo che Papa Leone XIV, primo Papa statunitense della storia, saprà dare il proprio alto contributo alla causa della pace e dell’amicizia tra i popoli. Particolarmente ricco di significato il primo augurio di pace universale, di pace disarmata, che ha voluto rivolgere a tutti i popoli“.
Per Giani “il nuovo Papa rappresenterà una nuova voce di speranza e un punto di riferimento per milioni di persone nel mondo. Un dono per la comunità cristiana, ma anche per l’umanità intera. Come toscani porgiamo al Pontefice i migliori auguri di un magistero aperto e ricco di significato”.
“Sua Santità Robert Francis Prevost è il primo pontefice nordamericano della storia e raccoglie un’eredità straordinaria come quella di Papa Francesco che ha aperto le porte della Chiesa al mondo, abbracciando i più fragili, dialogando con tutti, costruendo ponti dove c’erano muri” così il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo. “Ho trovato bello e significativo che proprio a Papa Francesco abbia dedicato le sue prime parole – aggiunge in una nota – rivolgendosi alla piazza San Pietro gremita: ‘Serve una pace disarmata e disarmante. E serve una Chiesa vicina alle persone che soffrono'”. “In un mondo dilaniato dai conflitti e scenari internazionali sempre più drammatici – conclude -, sarà un compito difficilissimo ma ne abbiamo straordinariamente bisogno”.
“Robert Francis Prevost, Papa Leone XIV, raccoglie la grande eredità di Papa Francesco che ha saputo parlare al mondo con forza, umiltà e tenerezza. Al nuovo Pontefice l’augurio di camminare nel solco del dialogo, della giustizia e della pace, in un tempo complesso che chiede ascolto, visione e coraggio. Che possa essere guida capace di unire e di affrontare con determinazione le grandi sfide globali” così la sindaca di Firenze Sara Funaro su X.