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“Ottanta, buon compleanno Ivan!”: Filippo Graziani omaggia il padre nella magica cornice della Garfagnana

Nel 2025 Ivan Graziani avrebbe compiuto 80 anni, il figlio Filippo giovedì 31 luglio 2025 alla Fortezza delle Verrucole di San Romano in Garfagnana, gli renderà omaggio con uno speciale concerto all’interno del festival “Mont’Alfonso sotto le stelle”

Giovedì 31 luglio 2025, alla Fortezza delle Verrucole di San Romano in Garfagnana, Filippo Graziani porterà in scena “Ottanta – Buon compleanno Ivan!”, uno speciale concerto acustico dedicato al padre, il grande cantautore Ivan Graziani, nell’anno in cui avrebbe compiuto 80 anni.

Il concerto che si inserisce nel festival “Mont’Alfonso sotto le stelle” ripercorre i grandi successi di Ivan, da “Lugano addio” a “Monnalisa”, passando per brani meno noti e canzoni a lui care, in un racconto musicale personale e coinvolgente.

Accompagnato da due musicisti e impreziosito da un’installazione firmata Marco Lodola, Filippo non si limita a riproporre i brani del padre: li reinterpreta con arrangiamenti nuovi e un tocco personale che ne rispetta l’anima originale, offrendo un ponte emotivo tra generazioni.

Un evento che è insieme memoria, celebrazione e rinascita della canzone d’autore italiana.

Ecco la nostra intervista a Filippo Graziani

Ciao Filippo, sono dieci anni che porti avanti progetti legati a tuo padre, com’è stato crescere con un artista così iconico come Ivan?

Ho avuto un’infanzia estremamente normale, sono cresciuto in un piccolo paese vicino a Rimini, nella campagne, è una dimensione che mi sono portato dietro tutta la vita. Chi è cresciuto in un paesino lo sa: puoi fare e diventare tutto quello che vuoi, ma resti sempre uno del paesino. C’è sempre questo bel rapporto, è un “luogo sicuro” che mi ha permesso di crescere senza sentirmi diverso dagli altri miei coetanei. Questa è stata un’ottima mossa di papà trasferirsi qui. Ho capito che cosa lui significasse per gli altri negli anni successivi, crescendo. Mi sono reso conto che c’era la necessità di far risuonare le sue canzoni e ho avuto l’onore e onere di continuare a far suonare il suo repertorio, è questa la cosa più importante.

Negli anni ho sviluppato differenze stilistiche rispetto a papà, sono andato per la mia strada, ma sempre accompagnato dal suo repertorio bellissimo di cui sono innamorato

Parli di “onore e onere”, non hai mai sentito il peso del confronto con il nome di tuo padre nel tuo percorso artistico, il peso cioè di un’eredità così importante?

Quando sono andato a Sanremo mi hanno fatto questa domanda e io ho risposto: questo è il mio primo disco, quindi difficilmente ci possono essere dei paragoni. E’ più un esercizio di chi ascolta che di chi fa musica. Io sono nato nel 1981, papà era del ’45, quindi abbiamo vissuto mondi completamente diversi. Alla fine crescendo ti rendi conto che la tua vita e quella di tuo padre si toccano in tanti modi, tante scelte e tante strade, però penso che fare dei paragoni sia abbastanza inutile. Sicuramente sono molto vicino alla voce di papà questa è una cosa che ad alcuni piace, ad altri meno. Negli anni ho sviluppato differenze stilistiche rispetto a lui, sono andato per la mia strada, ma sempre accompagnato dal suo repertorio bellissimo di cui sono innamorato. Io ho fatto la gavetta nel senso più vero del termine, chi è cresciuto in Romagna lo sa, da noi si suona tutti i giorni, c’è sempre un posto dove andare a suonare. Sono cresciuto facendo le serate nei locali, suonando i Beatles, i Rolling Stones e i Led Zeppelin.

Mi immagino che fin da piccolo tu abbia visto suonare Ivan, c’è un ricordo legato alla sua musica? Mi immagino che la prima chitarra te l’abbia messa in mano lui…

In realtà no, ho iniziato a suonare che papà non c’era già più. Intelligentemente non mi ha mai spinto verso la musica, anzi in certi casi si è trattenuto. Ha fatto la cosa giusta perché sapeva che se ci fosse stato un semino piantato sarebbe venuto su da solo. Io avevo dei gusti musicali molto precisi, già prima dei dieci anni avevo direzioni molto chiare. Papà era molto contento di questo e mi ha detto: vai fai quello che vuoi, mi ha lasciato libero

Pensi che le nuove generazioni possano ancora riscoprire la musica di Ivan Graziani?

Alla grande, lo stanno già facendo, questo è sinonimo del fatto che i tempi cambiano, cambia la sensibilità ma le nuove generazioni hanno la necessità di ascoltare cose più profonde che parlano a loro in maniera diversa. Mio papà aveva un linguaggio molto particolare che non poteva piacere a tutti perché non era di facile consumo. Quando piano piano le orecchie diventano ben addestrate la riscoperta diventa naturale. Pensa a Lucio Corsi, lui è un amante di papà, non ne fa segreto. Ultimamente mi è arrivato un video dei concerti di Marracash negli stadi, lui ha fatto una canzone campionando “Firenze” di papà. Sentire uno stadio intero con ragazzi giovanissimi che cantano questa canzone triste è stata una cosa emozionante. Ti fa capire che spesso ci dicono che certe cose “non funzionano” ma in realtà sono tutte stupidaggini.

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