Firenze piange Celeste Pin. L’ex difensore della Fiorentina, simbolo degli anni Ottanta e Novanta in maglia viola, è stato trovato morto nella sua abitazione sulle colline fiorentine all’età di 64 anni. A dare l’allarme è stato il figlio. La notizia ha colpito profondamente la città, la società gigliata e il mondo del calcio italiano.
Veneto di nascita ma fiorentino d’adozione, Celeste Pin ha indossato la maglia della Fiorentina per nove stagioni, dal 1982 al 1991, collezionando 268 presenze tra campionato e coppe. È stato protagonista in una delle annate più memorabili della storia viola, quella della finale di Coppa Uefa del 1989-90 persa contro la Juventus. In campo, insieme a lui, campioni come Daniel Passarella, Roberto Baggio e Stefano Pioli. Difensore roccioso, determinato, di vecchia scuola, ha affrontato avversari come Maradona, Platini e Zico senza mai sfigurare.
Dopo gli esordi nel Perugia, Pin aveva giocato anche con Verona e Siena, città che amava ma da cui era sempre tornato a vivere a Firenze. Chiusa la carriera professionistica, si era dedicato con passione al calcio giovanile, allenando bambini e ragazzi in diverse società toscane. Era anche noto per il suo impegno nel settore immobiliare e per la sua attività di commentatore sportivo, soprattutto a Lady Radio, dove solo pochi giorni fa aveva partecipato alla consueta trasmissione.

Ma più di tutto, Celeste Pin è rimasto, anche dopo il ritiro, un tifoso innamorato della Fiorentina e della città che lo aveva adottato. Una presenza costante negli eventi sportivi, nelle scuole calcio, nel cuore dei tifosi.
Il cordoglio è unanime. “Rimarrà per sempre nella storia gigliata”, ha scritto la Fiorentina in una nota, ricordando il suo attaccamento profondo ai colori viola. Parole sentite anche da Rocco Commisso, da mister Pioli, e dalla dirigenza del club.
“Celeste è stato un grande calciatore, una persona solare e bella”, ha dichiarato il presidente della Regione Eugenio Giani, ricordando come Pin si fosse sempre identificato con Firenze e la Toscana. La sindaca Sara Funaro lo ha definito “una bandiera per la Fiorentina”, mentre l’assessora allo sport Letizia Perini ha sottolineato come avesse continuato a “dare tanto alla città, allenando con immutata passione”.
Toccanti anche le parole del consigliere metropolitano Nicola Armentano: “Avevamo appena avviato un progetto sul calcio camminato da sviluppare in Città Metropolitana. Dispiace non poterlo continuare insieme”. Emozionati e increduli anche tanti consiglieri comunali e rappresentanti delle istituzioni fiorentine, che lo avevano conosciuto non solo come calciatore, ma come uomo sempre disponibile, sorridente, impegnato.