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Viaggio nel tempo a San Pietro in Bossolo: nuove scoperte affiorano dallo scavo archeologico

Tante novità a Barberino Tavarnelle: è emersa una nuova sepoltura di epoca tardoantica

Nel cuore del Chianti fiorentino presso lo scavo archeologico di San Pietro in Bossolo è possibile fare un vero e proprio viaggio nel tempo che si arricchisce di nuove tracce e antichi misteri.

Il progetto di indagini archeologiche presso Barberino Tavarnelle continua infatti a svelare nuovi importanti tasselli della storia locale.

A rivelarlo è il sindaco di Barberino David Baroncelli, che annuncia la scoperta di una nuova sepoltura, potenzialmente tra le testimonianze di vita più antiche dell’area.

L’intervento, giunto al quinto anno, è promosso e finanziato dal Comune e condotto dalla cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, su concessione del Ministero della Cultura.

Un lavoro paziente e meticoloso che punta a ricostruire le fasi storiche di un sito abitato ininterrottamente per secoli, tra epoca romana e Medioevo.

“Abbiamo ampliato lo scavo verso sud – spiega l’archeologa Chiara Marcotulli, direttrice del cantiere – rinvenendo nuove strutture risalenti al basso Medioevo e scendendo in profondità nella zona centro-settentrionale”.

Tutte le novità dello scavo

Le indagini confermano la complessità dell’area, vissuta attraverso stratificazioni successive: dai tentativi, mai compiuti, di fondare due castelli tra XI e XIII secolo (corrispondenti ai toponimi di San Pietro e San Giovanni citati nelle fonti medievali), fino a strutture più antiche databili tra il VI e l’VIII secolo d.C., individuate grazie a reperti ceramici.

Ancor più affascinante è l’ipotesi di un uso del sito già in epoca tardoantica, se non addirittura romana.

Frammenti di pavimentazioni in cocciopesto, laterizi e resti marmorei sembrano suggerire la presenza di un insediamento già a partire dal IV secolo d.C.

La scoperta della quarta sepoltura, priva di corredo funerario, rafforza inoltre l’idea che l’area sia stata utilizzata come necropoli in un delicato momento di transizione tra il mondo antico e quello medievale.

Scavo di San Pietro in Bossolo

San Pietro in Bossolo: un esempio di archeologia pubblica e partecipata

Il progetto ha saputo coinvolgere anche la cittadinanza: volontari affiancano quotidianamente gli archeologi nelle attività di scavo e lavaggio dei reperti.

In quest’ottica di archeologia pubblica e partecipata, l’amministrazione ha organizzato per domenica 27 luglio una visita guidata allo scavo, articolata in due turni (ore 17.30 e 18.30), con ingresso gratuito e la presenza del team scientifico.

Un’occasione preziosa per vedere con i propri occhi come, sotto pochi centimetri di terra, si possano ancora raccontare millenni di storia.

Infine, sul sito web del Comune è disponibile una sezione dedicata al progetto, con informazioni aggiornate e materiali di approfondimento: comune.barberinotavarnelle.fi.it/node/4391.

“La campagna di scavi in corso – sottolinea il sindaco Baroncelli – mira a comprendere meglio il ruolo della pieve di San Pietro nel tempo, a partire dal 988, e a indagare i legami con due castelli oggi scomparsi”.

Scavo di San Pietro in Bossolo
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