Il 12 agosto del 1944 si compì a Sant’Anna e nelle frazioni di Stazzema un eccidio tra i più sanguinosi ed efferati della Seconda Guerra Mondiale: furono trucidate 560 persone, molti bambini. Le celebrazioni per l’81esimo anniversario della strage hanno accolto autorità, delegazioni e cittadini e, come ogni anno, sono state un momento non solo celebrativo, ma di riflessione sul presente.
Il messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sottolinea proprio come l’attualità rievochi la ferocia del passato. “Uno spaventoso calvario – commenta il Capo dello Stato ricordando l’eccidio – divenuto simbolo degli orrori delle guerre, della logica di annientamento delle SS, delle disonorevoli ed esecrabili complicità fasciste. La Repubblica riconosce in questo luogo di martirio, in questo sacrario civile, una delle sue più profonde radici. Dall’abisso del dolore e della sofferenza la comunità di Stazzema e, con essa, l’Italia intera, hanno trovato le forze per riscattare la disumanità degli oppressori, per edificare su basi nuove la dignità delle persone, la libertà per tutti, la democrazia, la pace.
La memoria è la condizione che tiene unite le generazioni nel progredire dell’identità di un popolo, tiene vigili le coscienze perché violenza, odio, volontà di dominio non abbiano a prevalere”.
Quindi la riflessione sul presente: “Oggi le guerre tornano a gettare le loro ombre spettrali, con la ferocia che la storia già ci aveva mostrato e che speravamo per sempre dissolta. L’eccidio di Stazzema, la ferita indelebile impressa nella nostra storia, rappresenta un pungolo per richiamare alla responsabilità di respingere la violenza dell’uomo contro l’uomo, per costruire convivenza, rispetto del diritto fra eguali. La centralità della persona umana e il valore della comunità in cui vive sono il lascito esigente di chi ha vissuto gli orrori e lavora per ricostruire”.
Un messaggio che ha aperto le celebrazioni a cui ha partecipato anche il presidente della Regione Eugenio Giani, che nel suo intervento ha ribadito l’impegno per la pace: “Con la nostra testimonianza vogliamo lanciare un grido di pace verso quei luoghi dove ancora si consumano oggi genociti e crimini di guerra, come quelli del governo Netanyahu nella Striscia”. Lo ripete il sindaco di Sant’Anna di Stazzema Maurizio Verona, quando stigmatizza l’assenza anche quest’anno alle commemorazioni di Sant’Anna del governo – “assente qui come in Medio Oriente a Gaza” dice – ed invita “a non essere indifferenti di fronte alla cancellazione del popolo palestinese”.
“Il futuro è la memoria, come ci ha ricordato il presidente della Repubbblica Mattarella – sottolinea ancora Giani – E’ con la memoria che si costruiscono gli anticorpi di coscienza e conoscenza per evitare di ripetere quello che è stato”.. “I latini – ricorda – dicevano che la pace si costruisce con le armi e con la guerra. Padre Ernesto Balducci ci insegna che se vuoi davvero la pace, occorre preparare la pace: si vis pacem para pacem”.

A tenere l’orazione ufficiale, quest’anno, la sindaca della città di Genova, Silvia Salis, chiamata dal sindaco di Stazzema e presidente dell’Istituzione Parco nazionale della Pace di Sant’Anna, Maurizio Verona. Genova, infatti, come Sant’Anna, è Medaglia d’oro al valor militare.
Nel suo intervento, la sindaca ha sottolineato di essere “in questo luogo sacro, non per ricordare. Sono qui per non dimenticare. Non è la stessa cosa. Ricordare è un’azione che appartiene alla mente. Non dimenticare appartiene anche al cuore”. E ha aggiunto che “siamo qui per scegliere. Scegliere da che parte stare”.
Nella sua orazione, la sindaca ha invitato a non dire che “non è più tempo di parlare di fascismo. Il fascismo è un mutaforma. Non si distrugge facilmente. Il fascismo si traveste da hashtag e meme. Ma è sempre lui: il volto dell’odio travestito da protezione. È quando la politica smette di essere servizio e diventa culto della personalità”. Per questo, ha proseguito Salis, “Sant’Anna non è finita nel 1944. Sant’Anna continua a vivere oggi. Ogni volta che diciamo: io ci sono. Io non dimentico. Io resisto. Perché oggi la Resistenza non è finita. Oggi si resiste ogni volta che si combatte l’odio, la disuguaglianza, il razzismo, il negazionismo, l’indifferenza verso chi soffre, la violenza sulle donne, l’abbandono delle periferie, il silenzio verso le guerre lontane e verso quelle vicine, verso chi affama e massacra bambini. Oggi resiste chi ha il coraggio di pensare con la propria testa. Chi non si gira dall’altra parte. Chi sceglie il noi, non l’io. E allora io lo dico chiaramente: Non c’è spazio per il fascismo nella nostra Repubblica. Non c’è spazio per l’indifferenza nella nostra umanità”.

Umberto Mancini, presidente dell’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema, ha ricordato fra i superstiti di Sant’Anna Milena Bernabò, Medaglia d’oro al valor civile: “Tra gli ultimi sopravvissuti ad andarsene è stata, solo qualche mese fa, anche la medaglia d’oro al valor civile, Milena Bernabò; Milena era la ragazzina, che allora sedicenne, in una stalla della Vaccareccia, benché ferita, riuscì a mettere in salvo altri tre ragazzi. La loro scomparsa, la scomparsa dei superstiti, rappresenta, per noi, una perdita particolarmente dolorosa; con loro, infatti, non soltanto se ne vanno persone a cui abbiamo voluto bene, ma anche pezzi di storia e pezzi di memoria. Perché loro, sono ed erano, una memoria vivente, la memoria vivente dell’eccidio”.. Mancini ha ricordato anche Enrico Pieri, superstite scomparso a dicembre 2021, e Mario Marsili, “che ha tuttora, la schiena segnata dalle ustioni provocate dal fuoco. Mario è il figlio di un’altra medaglia d’oro, Genny Marsili, la giovane donna che per salvarlo, lanciò uno zoccolo contro un soldato tedesco che poi la uccise”. Presente insieme a Mario Marsili, stamani, c’erano Adele e Siria Pardini, e Romano Berretti.