Importanti riconoscimenti, in Italia e all’estero, per uno studio condotto a Siena sui tumori del polmone a lenta crescita.
La ricerca, coordinata dalla dottoressa Chiara Catelli, ricercatrice della UOC Chirurgia toracica e trapianto di polmone diretta dal professor Piero Paladini, e inserita nel programma regionale toscano di Trapianto di Polmone guidato dal professor Luca Luzzi, ha ottenuto risultati di grande rilievo scientifico.
Il lavoro è stato selezionato tra i sei migliori studi presentati al congresso della Società Europea di Chirurgia Toracica (ESTS), svoltosi a Budapest lo scorso maggio, su oltre 800 lavori provenienti da tutto il mondo.
Successivamente, al congresso della Società Italiana di Chirurgia Toracica (SICT), tenutosi dal 2 al 4 ottobre, lo stesso studio è stato premiato come miglior contributo nell’ambito del trattamento del tumore polmonare in stadio iniziale.
Si tratta di uno studio multicentrico, frutto della collaborazione tra otto centri di chirurgia toracica di alto livello: Roma Cattolica, Roma Tor Vergata, Milano Humanitas, Milano Policlinico, Padova, Ferrara e Napoli Vanvitelli.
L’obiettivo della ricerca era analizzare il coinvolgimento linfonodale nei tumori polmonari a lenta crescita e individuare eventuali fattori radiologici predittivi di invasività, al fine di selezionare in modo più preciso i pazienti candidati all’intervento chirurgico.
I risultati sono stati estremamente incoraggianti: tra i 400 pazienti coinvolti, nessuno ha presentato linfonodi positivi e, a cinque anni di distanza, tutti risultano liberi da malattia. Una conferma, questa, dell’importanza di diagnosticare e trattare precocemente tali forme tumorali, che mostrano una prognosi eccellente se identificate in fase iniziale.
Grazie all’analisi radiologica accurata mediante TC torace, lo studio ha inoltre dimostrato la possibilità di distinguere con precisione i pazienti da sottoporre a chirurgia da quelli che possono essere semplicemente seguiti con controlli radiologici periodici, evitando interventi non necessari senza compromettere la prognosi.
La ricerca è stata realizzata in stretta collaborazione con la Diagnostica per immagini diretta dalla professoressa Maria Antonietta Mazzei, con il supporto della dottoressa Susanna Guerrini.