Cultura/

‘Un signore di Scandicci’ di Rodari-Endrigo, a scuola si cantava ciò che ‘conta nella vita’

La filastrocca diventò nel 1974 un pezzo di Sergio Endrigo, inserito nell’album ‘Ci vuole un fiore’. Una filastrocca ‘musicale’ con una morale attuale: ‘spesso si dà più importanza alle cose effimere e si getta via ciò che invece è fondamentale’

Gianni Rodari - © Ansa

Ricorrono oggi – 14 aprile – i 40 anni dalla morte di Gianni Rodari, lo scrittore e poeta italiano specializzato in letteratura per l’infanzia. Le sue storie hanno accompagnato la crescita non solo dei bambini italiani ma di quelli di tutto il mondo, le sue opere sono infatti state tradotte in molte lingue. 

Oggi vogliamo ricordarlo con una filastrocca divenuta poi pezzo musicale che omaggia la Toscana ma porta con sè un significato quanto mai attuale, seppur nella sua straordinaria semplicità. Si tratta de ‘Un signore di Scandicci’, scritta da Rodari e cantata da Sergio Endrigo: ritroviamo questa canzone nell’album ‘Ci vuole un fiore’ del 1974.

Spesso questo brano veniva insegnato ai bambini delle elementari durante l’ora di lezione musicale. Un pezzo che racchiude in sè anche una morale: quella di fare attenzione alle cose effimere che teniamo con noi, gettando via ciò che conta davvero nella vita.

Ecco il testo e il video.

(Problema: i confini della Toscana hanno uno sviluppo di 1.330 chilometri,
Di cui 329 costieri, 249 insulari, 752 terrestri, che la dividono da Liguria,
Emilia, Marche, Umbria e Lazio. La sua superficie è di 22.940 chilometri quadrati,
Di cui 5.800 di montagna, 1.930 di pianura e 15.260 di collina.
I fiumi della Toscana sono: l’Arno (lungo 241 chilometri),
Il Serchio (lungo 103 chilometri), l’Ombrone (lungo 161 chilometri),
Il Cecina (lungo 76 chilometri).
Si domanda: quanto è alta la torre di Pisa?)
 
Un signore di Scandicci – un signore di Scandicci
Buttava le castagne – buttava le castagne
E mangiava i ricci
Quel signore di Scandicci
Un suo amico di Lastra a Signa – un suo amico di Lastra a Signa
Buttava via i pinoli – buttava via i pinoli
E mangiava la pigna
Quel suo amico di Lastra a Signa
Tanta gente non lo sa, non ci pensa e non si cruccia.
La vita la butta via e mangia soltanto la buccia
Suo cugino in quel di Prato – suo cugino in quel di Prato
Buttava il cioccolato – buttava il cioccolato
E mangiava la carta
Suo cugino in quel di Prato
Un parente di Figline – un parente di Figline
Buttavia via le rose – buttava via le rose
E odorava le spine
Quel parente di Figline
Tanta gente non lo sa, non ci pensa e non si cruccia.
La vita la butta via e mangia soltanto la buccia
Un suo zio di Firenze – un suo zio di Firenze
Buttava in mare i pesci – buttava in mare i pesci
E mangiava le lenze
Quel suo zio di Firenze
Un compare di Barberino – un compare di Barberino
Mangiava il bicchiere – mangiava il bicchiere
E buttava il vino
Quel compare di Barberino
Tanta gente non lo sa, non ci pensa e non si cruccia
La vita la butta via e mangia soltanto la buccia!
La vita la butta via e mangia soltanto la buccia

 

 

 

 

I più popolari su intoscana