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Glamping, alcuni consigli per aprire un campeggio glamour di successo

Una piccola guida sul glamping e sulla normativa regionale che disciplina l’installazione di tende eleganti e attrezzate negli agrigamping o nei campeggi. Non solo scartoffie, come suggeriscono gli host quando si decide di aprire un glamping occorre conoscere bene il contesto e puntare molto sulla comunicazione e promozione

Casetta sull’albero Fattorie di Celli - © Fattorie di Celli

Iurte, igloo trasparenti, casette sospese o su palafitte hanno ormai mandato in pensione picchetti e zanzariere. Il glamping, un nuovo concetto di campeggio, sta spopolando in tutta Italia. In Toscana sono tantissime le strutture che si sono attrezzate per offrire ai propri clienti esperienze di soggiorno all’aria aperta a cinque stelle. Il termine glamping infatti indica tutte quelle realtà dove è possibile fare camping in tende di lusso, senza rinunciare ovvero ai comfort di un albergo classe superior.

Glamping: cos’è e chi lo frequenta

Diffuso prima in America, in Inghilterra e in Francia dopo la pandemia anche l’Italia ha subito il fascino del glamping in concomitanza con la tendenza a ricercare nella vacanza un’esperienza sempre nuova, sempre diversa ma soprattutto sempre più a contatto con la natura. Il glamping infatti rientra a pieno titolo nel turismo sostenibile: la tipologia di alloggi che rientrano in questo tipo di campeggio tende tepee, case sugli alberi, roulotte vintage, bubble room, sono molto attente a non alterare l’ambiente circostante e, nella maggior parte dei casi, seguono regole di costruzione improntate alla sostenibilità con l’utilizzo di materiali da riciclo e biodegradabili

A chi piace il glamping? Soprattutto alle coppie e ai giovani sempre in cerca di nuove avventure, meglio se di tendenza.  Ed è proprio nel target cui si rivolge la chiave del successo del glamping: tipologia di soggiorno che strizza l’occhio ad una clientela giovane che l’esperienza oltre a viverla vuole anche raccontarla sui social network, e per farlo non bada troppo al portafogli. I glamping infatti, almeno per adesso, non sono proprio economicissimi ma si prestano senza ombra di dubbio a diventare cornici di scatti e fotografie perfette per essere postate su Instagram.

Sarà per questo che molti campeggi, magari con una lunga tradizione alle spalle, si sono organizzati affiancando alle piazzole per le tende, aree destinate a tende e iurte con vasche idromassaggio all’aperto o con patii per fare yoga .

In Toscana si trovano glamping di grande livello un po’ ovunque, dalla Maremma alla Garfagnana. La nostra regione ha tutto da offrire al turista in cerca di panorami mozzafiato, ottimo cibo, contatto diretto con il territorio, intimità con la natura . Non è un caso se molte aziende agricole si sono organizzate per aprire o per riconvertire porzioni della propria tenuta in un glamping, sfruttando anche la normativa regionale sugli agriturismi nella quale rientrano appunto anche questi campeggi a cinque stelle.

Come aprire un glamping

Parlando con vari titolari di glamping tutti concordano nel fatto che la difficoltà maggiore riscontrata nell’avviare l’attività è stata capire la normativa di riferimento, complice il fatto che in molti casi varia da regione a regione.

Si possono tuttavia individuare alcuni adempimenti necessari per aprire un glamping: apertura Partita Iva, iscrizione Registro imprese turistiche della Camera di commercio, trasmissione automatica Inps e Inail, domanda di autorizzazione comunale, valutazione impatto ambientale e acustico, autorizzazione sanitaria che rilascia la Asl, la valutazione del rischio e dichiarazione di inizio attività.

Oltre le “scartoffie” comunque per avviare un’attività di glamping di successo ci sono altri elementi da tenere in considerazione: su tutti il luogo e il contesto naturalistico. “È fondamentale valutare bene dove aprire il glamping e avere le idee chiare su cosa si intende offrire al cliente” , spiega lo staff di Ursa Major, primo villaggio Bubble in Italia che ha scelto la Garfagnana perché terra incontaminata e ricca di storia: “In Garfagnana ci sono tanti posti da vedere ed è molto adatta la trekking e alle attività outdoor che sono molto in linea con il concetto del glamping e del soggiorno all’aria aperta”.

Conoscenza del luogo ma anche molto impegno nella promozione. Prima di scegliere un glamping, i potenziali clienti si informano sui social, cercano video, foto, stories perché anche loro vogliono vivere quella stessa esperienza. Più estrema è, nella particolarità o nel lusso, meglio è. Saper comunicare la propria offerta, soprattutto in un panorama sempre più affollato di competitor, è imprescindibile per un buon risultato in termini di ritorno economico. Parola degli host.

Un’azienda che intende aprire un glamping inoltre deve calcolare bene uscite ed entrate, mantenere queste strutture ha costi elevati, i clienti sono disposti a spendere anche 250 euro per trascorrere una notte indimenticabile, sono quindi molto esigenti sulla qualità dei servizi e delle esperienze che ricercano.

La legge regionale toscana

La Regione Toscana nel luglio 2021 ha semplificato la normativa introducendo nel testo che regolamentava gli agriturismi indicazioni norme chiare anche sugli agricampeggi, indicando cosa si può fare e cosa no nel pieno rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.

Si tratta di un testo che segna una svolta importante per il comparto che attendeva da tempo una normativa adattabile anche ai glamping. Ad oggi il passo normativo della Toscana, su proposta dell’assessora e vicepresidente Stefania Saccardi, è uno dei pochi in Italia. Fino a qualche anno fa le strutture assimilabili a bungalow o case mobili, non potevano rientrare tra quelle ammesse nell’attività di agricampeggio, in parte proprio a causa della mancanza di una disciplina normativa cdi riferimento.

La Regione Toscana nel luglio 2021 ha modificato la normativa in vigore introducendo correttivi e indicazioni chiare per gli agricampeggi: una svolta per il settore

La Toscana ha sentito l’esigenza di dare una risposta ad un fenomeno non più marginale ed è intervenuta modificando il regolamento n. 46/2004 di attuazione della l.r. 30/2003 “Disciplina delle attività agrituristiche, delle fattorie didattiche e dell’enoturismo in Toscana” per introdurre dei correttivi e dei chiarimenti, sulla base dell’esperienza maturata e delle esigenze dei fruitori, per regolamentare le modalità di svolgimento dell’attività di somministrazione e di altre attività nonché i requisiti dell’ospitalità in camere e unità abitative, prevedendo, ad esempio, la possibilità di realizzare negli agriturismi anche strutture in legno (cosa che prima non era ammessa) e di dislocare le piazzole tra più siti aziendali (anche singolarmente), uno dei punti focali del nuovo testo è infatti quello che fa luce sui mezzi di soggiorno autonomo che possono essere utilizzati nelle piazzole attrezzate dagli imprenditori in Toscana .

L’art22 bis prevede esplicitamente la possibilità di fare degustazioni ed assaggi ma anche eventi promozionali e dà la possibilità all’azienda di somministrare pasti, alimenti, bevande anche tramite il servizio di asporto e di consegna a domicilio.

La Regione è entrata anche nel merito del tipo di tende specificando che per l’allestimento delle piazzole possono essere utilizzate “tende di tutte le forme e dimensioni con una superficie utile massima di 70 metri quadrati, anche dotate singolarmente di servizi igienico-sanitari e di cucina, purché le pareti esterne ed il tetto siano prevalentemente di tela”

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