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© Roberto Ferrari

Cultura /

Una biblioteca per Capraia: 1500 libri nell’antica Torre del porto

Per la prima volta l’isola ha una biblioteca nella cinquecentesca Torre di avvistamento, grazie al progetto della Regione, del Comune e della cooperativa Itinera

Ha una storia antichissima, è abitata sin dalla Preistoria, eppure non aveva mai avuto una biblioteca. Fino a quando l’isola di Capraia ha inaugurato il suo primo fondo bibliotecario, ospitato in un luogo d’eccezione: la cinquecentesca Torre d’avvistamento che si trova al porto.
Qui grazie al progetto “Capraia: visioni e identità”, finanziato dalla Regione Toscana e dal Comune di Capraia e realizzato dalla cooperativa Itinera, è stato ricavato uno spazio dove trovano posto al momento 1.500 volumi.
Romanzi di tutti i tipi, ma anche saggistica senza dimenticare il centro di documentazione su Capraia, ovvero una ricognizione di tutti i documenti archivistici che raccontano la storia dell’isola, con uno spazio particolare dedicato all’antico dialetto capraiese, oggi scomparso.

Capraia infatti, popolata già nel 2.500 a.C., fu poi la casa di popoli di navigatori dai Tirreni ai Greci e Cartaginesi fino agli Etruschi, che la utilizzavano per il suo prezioso legname. Il suo nome ne riflette le origini ancestrali e polimorfe: potrebbe derivare dal greco “isola delle capre” oppure dall’etrusco “carpa”, che significa pietra.

Una biblioteca per la comunità

Il progetto infatti aveva come obiettivo anche quello di ricomporre la narrazione di Capraia, mettendo insieme documenti, testimonianze e immagini. Non solo un bellissimo luogo di vacanza, un paradiso naturale dove da quest’estate è tornata anche la rarissima foca monaca, ma anche un luogo e una comunità che hanno una lunga storia alle spalle.

La biblioteca è pensata soprattutto per loro. In inverno sull’isola vivono infatti circa 800 persone, che hanno a disposizione solo uno spaccio e un negozio di alimentari. Non c’è neppure una libreria e anche i giornali arrivano solo su prenotazione e con difficoltà. La biblioteca potrà così sopperire alla fame di cultura degli abitanti e metterli in collegamento con il mondo.

La biblioteca di Capraia

Una biblioteca per aprirsi al mondo

Aprire un a biblioteca a Capraia vuol dire rendere i suoi abitanti cittadini veri e propri, perché la biblioteca è un segno di civiltà, un polo fondamentale” spiega Daniela Vianelli della cooperativa Itinera. “La biblioteca ti mette in relazione con il mondo e un’isola, che per sua natura è isolata, ha ancora più necessità di sentirsene parte integrante. Poi oggi le biblioteche, su cui la Toscana ha investito moltissimo, sono un centro di servizi, non solo un luogo di prestito e consultazione. Si possono fare ricerche, consultare gli archivi digitalizzati e diventare anche autonomi. Infatti registrandosi come utente della biblioteca da casa si può accedere al sistema digitale della Regione, prendere in prestito ebook ma anche leggere i giornali.”

Uno dei servizi più ambiti e utilizzati dagli abitanti di Capraia sarà quello del prestito interbibliotecario. Infatti la nuova biblioteca è inserita dentro il polo di Livorno e chi vuole potrà fare richiesta per un volume in prestito da tutta la provincia, che poi verrà portato direttamente qui con la nave.

Abbiamo utilizzato un fondo di libri che già esisteva nella scuola di Capraia e poi abbiamo acquistato nuovi volumi e romanzi – aggiunge Daniela Vianelli – sull’isola sono tutti molto contenti, sia la comunità locale che le persone che non vivono a Capraia ma hanno qui la casa e comunque ci trascorrono molti mesi non solo in estate. La biblioteca sarà un punto di riferimento per tutti.”

Di sicuro quella di Capraia, in una torre d’avvistamento affacciata sul mare, è già una biblioteca dalla location unica, oltre che un luogo di coesione sociale.

Grazie al progetto di Itinera, Regione e Comune è stato realizzato anche il volume “Visioni e Identità”, firmato dall’antropologa Margherita Neri e dal fotografo Francesco Levy, che raccoglie immagini e ritratti di Capraia, con interviste e racconti registrati sul campo. Un ritratto genuino dell’isola e della sua memoria collettiva, che da oggi ha un nuovo spazio per non andare dispersa.

 

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