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Recuperate 32 ecoballe disperse nel Golfo di Follonica, le operazioni si avviano alla conclusione

Soddisfazione per il sindaco di Piombino: “È il successo di un impegno caparbio che abbiamo avuto nel denunciare il pericolo che questo territorio correva”

La Marina Militare impegnata nelle operazioni di recupero delle ecoballe - © Marina Militare

Si avviano verso la conclusione le operazioni di ricerca e recupero delle ecoballe disperse 5 anni fa dalla motonave Ivy nel Golfo di Follonica. Il risultato è veramente soddisfacente: sono state 32 le ecoballe ripescate in questi 4 mesi che hanno visto il lavoro congiunto di Marina Militare, Ispra, Cnr, Arpat, la Regione Toscana, la Capitaneria di porto di Piombino, Arpa Sicilia, l’Autorità di sistema portuale e i piloti e gli ormeggiatori della città, tutti coordinati dal Dipartimento della Protezione Civile.

Spetterà proprio a Angelo Borrelli, capo dipartimento della Protezione Civile e coordinatore degli interventi di recupero decidere il termine della missione in occasione della riunione del comitato tecnico fissata per il 7 dicembre. Altra nota positiva è che la decisione di concludere le operazioni arriverà ben prima della chiusura dello stato di emergenza nazionale, i sei mesi termineranno alla fine di gennaio.

Estremamente soddisfatto del risultato il sindaco di Piombino, Francesco Ferrari, che ha tracciato un bilancio delle operazioni in occasione della visita al Centro operativo avanzato della Protezione civile, allestito alla stazione marittima per coordinare le attività.

“Sono emozionato per la soluzione di un problema che sembrava insormontabile. – ha commentato il sindaco Ferrari – Una battaglia che inizia da lontano, con la nostra denuncia di quella che era, a tutti gli effetti, una bomba ecologica ad orologeria. È il successo di un impegno caparbio che abbiamo avuto, fin dal nostro insediamento, nel denunciare il pericolo che questo territorio correva. Abbiamo più volte ed in varie sedi lanciato il grido d’allarme per questa situazione, in controtendenza col silenzio assordante che c’era stato fino ad allora”.

“Oggi ringraziamo tutti i soggetti che, a vario titolo, hanno contributo al successo di questa operazione. – ha continuato Ferrari – Una macchina perfetta, sincronica, tra i vari protagonisti, guidati da una sinergia di intenti, ha portato ad un monitoraggio puntuale che ha scandagliato oltre 150 chilometri quadrati di fondale, più dell’estensione della città di Firenze. Le ecoballe recuperate sono un numero importante che va oltre le previsioni più rosee. Il tutto, portato a compimento nella totale sicurezza e senza il minimo disagio per i traffici in superficie né per il sistema economico del territorio. Grazie di cuore, a nome di tutti i cittadini della costa, a tutte le eccellenze che hanno dimostrato la qualità delle competenze italiane”.

Anche l’assessore all’ambiente Monia Monni ha commentato con soddisfazione la conclusione delle operazioni “Provvederemo allo smaltimento delle ecoballe recuperate, grazie al contributo di Sei Toscana. Il risultato che raggiungeremo sarà frutto della collaborazione tra istituzioni: Regione, Protezione Civile Nazionale, Marina Militare, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, ISPRA, ARPAT, Comune di Piombino e Comune di Follonica”. “La Regione – ha proseguito Monni – ha svolto il proprio ruolo impegnandosi in prima linea per la risoluzione di un grave problema legato ad un rischio ambientale per il nostro mare. Resta l’auspicio e la speranza di poter, quanto prima, individuare e recuperare le balle ancora disperse in mare”.

Nel 2015 il comandate della motonave Ivy disperse in mare 56 ecoballe, ma soprattutto non segnalò il fatto, reso noto solo dopo quando il carico non arrivò a destinazione. Ne mancherebbero all’appello ancora 24, ma questo non deve sminuire il risultato raggiunto. “Chiederò, in accordo con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che non venga totalmente smantellato il sistema di recupero delle ecoballe – ha dichiarato a Il Tirreno l’ammiraglio Aurelio Caligiore, alla guida del coordinamento tecnico-scientifico dell’operazione – è un modo per continuare a incentivare la collaborazione dei pescatori, che non è mai venuta meno”, in questo modo se in futuro una ecoballa riemerga o resterà nelle reti di un peschereccio potrà essere recuperata e smaltita grazie a questo coordinamento istituzionale che si è creato.

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