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Diari toscani: ‘Dalla Verna Toscana alla Verna cinese’ di Ruffino Barfucci

Il racconto emozionante del viaggio di un giovane novizio missionario in Cina nel convento di Chayenkow

Ruffino Barfucci

Ruffino Barfucci nato a Caprese Michelangelo (Arezzo) nel 1912 appena ventunenne nel 1933, e prima ancora di essere ordinato sacerdote, parte da novizio come missionario per la Cina, terra sconvolta dalla guerra civile tra le truppe comuniste di Mao Tse-tung e quelle nazionaliste di Chiang Kai-shek, dove le missioni cristiane sono spesso vittime di violenze. Assieme ad altri confratelli è destinato al convento di Chayenkow, chiamato per la sua ubicazione tra le montagne la “Verna cinese”. La quiete del luogo non è però pari di quella del santuario francescano che sorge in provincia di Arezzo: a Chayenkow, infatti, appena due anni prima le truppe comuniste hanno ucciso sette frati. L’arrivo dei religiosi è salutato con gioia dalla comunità cristiana locale. Ruffino è ordinato sacerdote e dirige per vent’anni varie missioni, sempre benvoluto dalla popolazione locale ma la situazione per i cristiani in Cina diventa critica con la vittoria di Mao. I comunisti instaurano un regime di terrore: distruzione e confisca dei beni dei conventi, delazioni, processi sommari, torture e uccisioni dei cristiani. Non resta che la fuga e la latitanza. Ma presto Ruffino viene scoperto e catturato e solo grazie al suo status di sacerdote non subisce le torture inflitte agli altri prigionieri. Dopo aver ottenuto fortunosamente la liberazione, padre Ruffino riprende la sua opera di sostegno e di conforto della popolazione fino a quando sarà costretto, non senza rimpianti, a tornare in Italia.

Shangai, Cina, 10 agosto 1933
“Sono nato a Caprese Michelagelo (Arezzo) l’11 sett. 1912. Nel settembre del 1923 entrai nel Collegio Serafico di S. Romolo (Figline Valdarno) e dopo il 4° anno di Ginnasio feci il Noviziato alla Verna (1928), emettendo i Voti Semplici un mese più tardi dei miei compagni per mancanza della età richiesta.
Compii il V° anno di Ginnasio nel Convento di S. Lucia a Lastra di Signa e feci la Filosofia un anno a Firenze (convento di S. Francesco in Piazza Savonarola) e due anni nel Convento di S. Francesco a Fiesole. Ai primi di ottobre del 1923 cominciai a Sargiano (Arezzo) gli anni di Teologia.
Partii per la Cina il 10 agosto 1933. Come è chiaro, non ero ancora Sacerdote. Avevo 21 anni ed avevo appena terminato il primo anno di Teologia. Eravamo guidati da P. Germano Lazzeri, uno dei superstiti della tragedia del Chayenkow del maggio 1931, quando le orde rosse di Mao, guidate dal Generale Holung, devastarono la Missione, uccidendo quattro Sacerdoti Cinesi e facendo morire in cattività per gli stenti e le malattie P. Igino Checcacci e Fra Luca Santini, mentre lo stesso Vescovo Mons. Ermenegildo Ricci moriva all’Ospedale Cattolico di Laohokow subito dopo il rilascio avvenuto nel mese di Novembre. P. Lazzeri, rilasciato nello stesso mese, venne poi in Italia per curarsi e trovare novi rinforzi di mezzi e di Missionari. Ora poteva dirsi contento del suo compito. Sette erano state le vittime del Chayenkow, quattro Cinesi e tre Italiani. Sette erano i novelli Missionari, quattro Cinesi e tre Italiani, che ora andavano a rimpiazzarli!…Usciti tutti dalla Verna Toscana, eravamo diretti al Convento del Chayenkow, chiamato dai Missionari LA VERNA CINESE per la sua ubicazione tra le montagne.
Salpammo da Brindisi sul bellissimo piroscafo italiano «Conte Verde» del Lloyd Triestino e dopo 23 giorni di felicissima navigazione approdammo a Shanghai, il più grande porto della Cina.”

Laohekou, Xiangyang, Cina, 2 ottobre 1933
“Quando il 2 ottobre a sera, terribilmente stanchi, ma tanto contenti, mettemmo il piede nel chiostro della Verna Cinese, trovammo tutti i Seminaristi, i giovani della Scuola Catechisti, i domestici e numerosi cristiani schierati con tutti i Padri Cinesi ed esteri presenti sotto i colonnati di legno del chiostro, pronti a fare un solenne ricevimento al nuovo Superiore e al Parroco P. Guerra ed ai Missionari novelli. Scroscia un fragoroso battimani…No! Mi correggo. I battimani in Cina, almeno a quel tempo, non erano in uso. Esce dunque dalle file un giovane e con voce tonante grida: Attenti! Al nuovo Superiore ed ai novelli Missionari: un inchino! Un altro inchino! Un terzo inchino!… tutti abbassano profondamente il capo, tenendo le mani stese lungo i fianchi. Dopo di che esplodono migliaia di mortaretti, con un fracasso ed un fumo infernali, mentre rullano i tamburi e squillano le trombe. I giovani della Scuola Catechisti avevano infatti due trombe e due tamburi che facevano funzionare come meglio potevano! A me piacque la festosa e rumorosa.”

Brani tratti da “Italiani all’estero. I diari raccontano” un progetto realizzato con il contributo della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Un progetto di Nicola Maranesi per l’Archivio diaristico nazionale. Consulenza editoriale di Pier Vittorio Buffa. Ricerca d’archivio e redazione testi: Laura Ferro e Nicola Maranesi. Ricerca iconografica e organizzazione delle fonti documentali: Antonella Brandizzi. Fotografie di Luigi Burroni.

Per informazioni:
https://www.idiariraccontano.org/

 

 

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