Storie /LE DONNE NELLA STORIA

Elisa Bonaparte, la principessa che trasformò Lucca in una piccola Parigi

La Granduchessa di Toscana, sorella di Napoleone, si è imposta nella storia come imprenditrice e politica lungimirante e determinata. Ora una mostra con le oltre 200 lettere del decennio elisiano testimoniano il suo lavoro per rendere la città e il territorio più moderni

C’è una donna che ha cambiato profondamento la storia di Lucca e del suo territorio, che si è impressa nella storia con le sue scelte coraggiose e lungimiranti e che ha palesato pubblicamente un guizzo imprenditoriale inusuale per le donne di quel tempo. È Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone.

Siamo all’inizio dell’Ottocento e Napoleone istituisce il Principato di Lucca (1805) affidandone la guida alla sorella Elisa e al marito Felice Baciocchi. Il ruolo del compagno, di fatto, si mostrerà marginale perchè è l’intelligenza vivace di Elisa a lasciare il segno nel governo del territorio, tanto che nel 1808 sarà nominata Granduchessa di Toscana.

La donna che concentrò a Lucca il potere politico

La promessa di Elisa al momento dell’insediamento è stato un vero e proprio programma di governo e recitava così: “Governare colla sola vista dell’interesse e della felicità del popolo lucchese” (da G. Bedini, “Elisa Bonaparte e il nuovo disegno della città”)

E così fu. In quel periodo Lucca diventa infatti centro delle attività politiche amministrative e direzionali del territorio. Sono gli anni in cui l’antico Palazzo Pubblico diviene una reggia con la facciata che si apre sulla nuova Piazza Napoleone, le strade si ampliano e cambia l’assetto urbanistico. Le mura, ad esempio, non sono più fortezza, ma parco. Si apre la nuova Porta Elisa (1809) come una finestra che si apre verso l’esterno e porta a Firenze, si progetta un nuovo acquedotto e si bonificano le zone paludose.

L’arte e la cultura vivono un’epoca vivace, con la creazione nuovi istituti di istruzione, una politica per i beni culturali e la creazione di una biblioteca pubblica.

Questo è il lascito di Elisa Bonaparte e ora viene documentato in una mostra che propone il carteggio del decennio elisiano con oltre 200 documenti a testimonianza del rapporto epistolare tra lei e altri esponenti del governo napoleonico. Ci sono anche oggetti di lavoro molto preziosi, come scrittori e calamai.

La mostra che testimonia la trasformazione di Lucca “secondo il modello Parigi”

La mostra si chiama “Le lettere di Elisa: così governava la Principessa di Lucca”. È curata da Roberta Martinelli ed è visibile nella sala dell’affresco al piano terra del complesso di San Micheletto, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. L’ingresso è libero.

Il prezioso plico è stato acquistato dalla Fondazione dalla casa d’aste Osenat, una delle più importanti di Parigi (qui si è  venduto il cappello di Napoleone nel settembre 2021 per 1,2 milioni di euro). Sono in tutto 233 missive che coprono un arco cronologico dall’agosto 1807 al febbraio 1813, divisi in fascicoli: alcuni riguardanti direttamente Lucca e in particolare piazza Grande, poi il monumento a Napoleone, il ministro Froussard e la sua casa nei pressi della nuova porta aperta nelle mura, il commercio e l’agricoltura lucchesi e in particolare l’olio di Lucca, oltre a una relazione sul Senato Lucchese.

“Partendo dalle diverse tematiche affrontate nelle lettere – spiega la curatrice Roberta Martinelli, già direttore dei Musei Nazionali delle Residenze Napoleoniche dell’isola d’Elba e presidente dell’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana” – la mostra intende presentare uno spaccato della vita politica e sociale quale si svolgeva nei primi anni dell’Ottocento. La ricchezza degli argomenti trattati nella corrispondenza è tale da stimolare un approccio storico-critico capace di illustrare le più varie dinamiche e problematiche di un’epoca giustamente considerata un passaggio cruciale nella formazione della società moderna”.

Dalle lettere emergono i ritratti di vari personaggi con cui Elisa Bonaparte era in contatto. Come Regnault, considerato l’eminenza grigia di Napoleone, personaggio di primo piano la cui moglie tiene uno dei salotti più importanti di Parigi: è lui il filtro tra Napoleone e la famiglia imperiale. Alcune lettere sono state spedite a Lucca, per conto dell’imperatore, oltre che da Parigi, anche dalle residenze imperiali di Rambouillet, Fontainebleau, Compiègne. Mentre Elisa scrive da Palazzo Ducale, dalla Villa Imperiale (oggi Reale) di Marlia, Firenze, Livorno, Pisa, Siena e Bagni di Lucca.

La mostra si concentra anche sulla figura di Elisa come governatrice, nella sua funzione politica, tanto da individuare “nel principato elisiano di Lucca uno dei luoghi in cui le tecniche di governo imposte dai nuovi tempi vennero applicate con più lucidità e determinazione. Fino al punto da risultare l’esito di una strategia modernizzatrice che ebbe nella Principessa una guida intelligente ed avveduta”, spiega la curatrice Roberta Martinelli. Ma soprattutto, “di questa strategia l’iniziativa più innovatrice e più destinata a lasciare un evidente segno nella città, riguardò la trasformazione urbanistica di Lucca che fu concepita secondo il modello di Parigi. Il carteggio mette in luce proprio questo collegamento esplicitando come l’intervento di maggior consistenza quale fu la realizzazione della grande piazza di fronte al Palazzo, venisse attentamente seguito dagli architetti che operavano a Parigi”.

E poi c’è lo spirito manageriale della principessa Bonaparte. Basta solo un esempio per vedere quanto fosse attenta nella gestione degli affari privati e Roberta Martinelli fa riferimento al “palazzo Vaudreil, situato in rue de la Chaise nel faubourg Saint-Germain, da lei acquistato nel 1803 al prezzo di 130.000 franchi, e rivenduto cinque anni più tardi, dopo alcuni abbellimenti e ampliamenti, alla ragguardevole cifra di 800.000 franchi”.

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