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Emergenza gas, le nuove regole per il riscaldamento: termosifoni accesi meno ore e temperature giù

Presentato il Piano nazionale per il contenimento di consumi. Cosa cambia nei luoghi pubblici e i consigli ai cittadini: docce più corte, fiamma bassa, no allo stand by degli apparecchi e lavatrici a pieno carico

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Freddo o no, l’inverno si preannuncia comunque più rigido stando alle misure che il Governo ha scelto di mettere in campo per contenere i consumi di gas. Un piccolo cambio di abitudini che vuol dire meno ore, meno giorni di riscaldamento e qualche grado giù (tranne ospedali e Rsa). Poi consigli che hanno un piccolo impatto sulla nostra quotidianità, quindi docce più corte, fiamma dei fornelli abbassata e lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico.

Sono queste le principali linee guida del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale adottato dal Governo per correre ai ripari contro l’emergenza energetica scatenata dal conflitto russo-ucraino. L’obiettivo è di risparmiare il 15% dei consumi di gas in meno di un anno, 8,2 miliardi di metri cubi.

Nuove regole per il riscaldamento

Tra qualche settimana entreranno in vigore le nuove disposizioni che regolano il riscaldamento, modificando date, orario di accensione e temperature degli impianti. La temperatura dei riscaldamenti dovrà essere ridotta di un grado, a 17 gradi – con più o meno 2 gradi di tolleranza –  per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili e a 19 gradi – sempre con più o meno 2 gradi di tolleranza –  per tutti gli altri edifici.

L’accensione del riscaldamento viene ridotta di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni quella di fine esercizio e di un’ora al giorno per l’accensione. Sono esclusi i luoghi di cura e utenze considerate più “sensibili”, come ospedali, case di cura e di riposo.

La suddivisione delle zone di riscaldamento 

Le ore di accensione variano a seconda della zona climatica: in Italia ce ne sono sei, suddivise in base ad un calcolo gradi-giorno. In pratica, a Milano il riscaldamento potrà essere acceso per 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile, a Roma le ore saranno 11 con caldaie accese dall’8 novembre al 7 aprile mentre a Napoli le ore permesse saranno 9, dal 22 novembre al 23 marzo, e a Palermo si potrà riscaldare per ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo.

I consigli per risparmiare in casa

Il Piano del Governo indica anche una serie di consigli da tenere tra le mura domestiche: sono su base volontaria, quindi nessun controllo o sanzioni, ma ci si affida solo al senso civico e al rispetto della comunità.

Pochi accorgimenti, per un consumo intelligente:

  • Ridurre l’accensione dei termosifoni di almeno un’ora e abbassare la temperatura di almeno un grado;
  • Utilizzare, se possibile, le pompe di calore elettriche per riscaldarsi (quelle per il condizionamento estivo);
  • Accorciare la durata delle docce di 2-3 minuti e abbassare la temperatura dell’acqua;
  • Abbassare la fiamma dei fornelli dopo l’ebollizione dell’acqua;
  • Lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico;
  • Staccare la spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione;
  • Evitare stand by di tutti gli apparecchi elettronici, come tv e decoder;
  • Frigo a basso consumo quando si sta via per molto tempo da casa;
  • Ridurre il tempo di accensione del forno;
  • Ridurre le ore di accensione delle lampadine.

Le altre misure: diversificazione degli approvvigionamenti di gas e l’indipendenza dalla Russia

L’obiettivo, come si legge nel Piano, è di “sostituire entro il 2025 circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo con circa 25 miliardi di metri cubi di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica”.

In particolare, oltre che dal gasdotto Tap e da approvvigionamento nazionale, il gas arriverà anche da altri paesi, secondo i nuovi accordi stilati o in corso di perfezionamento: Algeria, Congo, Angola, Qatar, Egitto, Nigeria, Indonesia, Mozambico, Libia.

Rinnovabili e un ritorno (temporaneo) al carbone

Spingere sulle fonti rinnovabili, certo, invitando anche i privati a cambiare impianti vecchi e a beneficiare degli sgravi fiscali già attivi sul fronte della transizione energetica. Nel frattempo, fino a marzo 2023, la produzione alimentata a carbone, olio e bioliquidi (combustibili fossile inquinante) aumenta per sopperire all’imminente mancazna. Poi si procederà al percorso di decarbonizzazione come previsto, entro il 2030.

I numeri del risparmio

Le stime dei potenziali risparmi arrivano quindi a 8,2 miliardi di metri cubi. Nel dettaglio: un taglio di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas, e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento attraverso un nuovo comportamento virtuosi dei consumi domestici per 2,9 miliardi di metri cubi.

 

 

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