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Enrico Fink: “La Memoria serve a ‘vaccinare’ contro il rischio dell’odio per il diverso”

Prende il via un ciclo di concerti con l’Orchestra Multietnica di Arezzo tra Italia, Finalandia e Russia per ricordare l’Olocausto a 77 anni dall’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz

Enrico Fink

Inizierà dal Teatro Verdi di Monte San Savino, martedì 25 gennaio, il lungo viaggio che porterà Enrico Fink e l’Orchestra Multietnica di Arezzo, insieme ad Officine della Cultura, in giro tra Italia, Finlandia e Russia in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria 2022.

A 77 anni dall’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, l’OMA torna dunque con i suoi Solisti, diretti da Enrico Fink, a raccontare in musica, attraverso affetti e legami, uno tra gli eventi più tragici della storia contemporanea: l’Olocausto, lo sterminio pianificato dal nazifascismo degli individui ritenuti “indesiderabili” per motivi politici, etnici, religiosi, fisici, psichici, sociali.

Ecco la nostra intervista a Enrico Fink

Ciao Enrico i testimoni diretti dell’Olocausto purtroppo stanno a poco a poco scomparendo, per motivi anagrafici, come si può riattualizzare la loro testimonianza?

Se è vero che spariscono i testimoni non sparisce però la necessità del Giorno della Memoria che serve non solo per ricordare le vittime dell’Olocausto, ma serve a noi come collettività per costruire una società migliore, per impedirci di scivolare nella barbarie. Questo è il senso della Giornata non tanto una commemorazione, un ricordo, ma prima ancora una riflessione sui meccanismi che hanno portato a costruire la segregazione e poi l’uccisone. E’ fondamentale per noi italiani ed europei portare avanti il Giorno della Memoria e lo si fa con le testimonianze che portiamo avanti noi. Noi che siamo la generazione successiva ci portiamo sulle spalle il messaggio di chi non c’è più e cerchiamo di trasmetterne il senso profondo. E’ un lavoro difficile, va fatto con estrema attenzione ed estremo rispetto e l’obiettivo è questo, riuscire a “vaccinare” la coscienza collettiva contro il rischio dell’odio dell’altro, del diverso, del rifiuto della complessità e della differenza. 

Tu con l’Orchestra Multietnica di Arezzo hai scelto la musica per portare avanti questo messaggio, perchè è un linguaggio universale

Sicuramente sì, la musica è un linguaggio accessibile a tutti e si presta a comunicare però bisogna stare attenti. Il Giorno della Memoria è un giorno di riflessione sulla nostra società e sulla nostra capacità di confrontarci con l’altro. Proprio per questo non ci si può accontentare di un messaggio generico, non ha senso fare un concerto di musiche ebraiche tanto per farlo. La musica deve essere un mezzo per raccontare qualcosa di molto specifico, il progetto che portiamo avanti racconta il fatto che le comunità ebraiche e rom sono un pezzo della cultura italiana, lo sono sempre stato, da secoli secoli, non sono qualcosa di distante da cui tenersi lontano. L’idea dell’identità monoculturale, monoblocco o monocolore da difendere è un’idea falsa. Noi cerchiamo di far capire quanto è importante anche per la nostra storia di italiani la diversità, le minoranze. Questa è la chiave con cui cerchiamo di raccontare la musica. Il mondo ebraico in Italia è poco conosciuto, spesso ignorato, ma è presente da oltre duemila anni.

L‘obiettivo del Giorno della Memoria è questo, riuscire a “vaccinare” la coscienza collettiva contro il rischio dell’odio dell’altro, del diverso, del rifiuto della complessità e della differenza

Oggi chi sono secondo te i nuovi “indesiderabili”?

Il meccanismo si ripete ancora oggi in generazioni diverse, il punto è proprio capire perchè ci si rivolge contro qualcuno, perchè c’è bisogno di trovare un “nemico”, perchè addossare le responsabilità di un momento di difficoltà a un agente esterno per “proteggersi”. Oggi il meccanismo si ripropone in forma diversa, per esempio ancora oggi il mondo Rom viene visto con diffidenza, alcuni passi avanti sono stati fatti ma resta ancora il disprezzo verso di loro. Un altro esempio sono gli immigrati, i rifugiati, i richiedenti asilo, quello che fa comodo mettere da parte e ghettizzare. Per lottare contro questo l’importante è lavorare sulla conoscenza, e raccontare, come facciamo anche noi con l’Orchestra Multietnica, che la differenza è una ricchezza, un valore. 

Enrico Fink

Tutti i concerti di Enrico Fink e l’Orchestra Multietnica di Arezzo

L’appuntamento principale sarà il concerto di martedì 25 gennaio alle ore 18:00, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Helsinki e dalla Chiesa tedesca di Helsinki per ricordare la Shoah, dal titolo “Kechì Kinnòr: musica e poesia degli ebrei d’Italia”. L’evento sarà trasmesso live streaming dal Teatro Verdi di Monte San Savino, grazie alla collaborazione con il Comune di Monte San Savino e l’A.S. Multiservizi, sul canale YouTube dell’IIC di Helsinki. È possibile prenotarsi per la visione del concerto, anche in Italia, dalla pagina dell’IIC di Helsinki, sezione eventi: https://iichelsinki.esteri.it.

“Kechì Kinnòr” (prendi il violino) propone in una veste trascinante e coinvolgente i canti italiani per le feste ebraiche, canti che raccontano una lunga storia di interazione e scambio con le tradizioni popolari e colte italiane ma che mantengono un’identità e un carattere tutto loro. Il concerto passa dalle musiche per il rito alle danze di festeggiamento, dai processionali per l’arrivo del corteo nuziale ad antichi poemi rinascimentali entrati nel ricco repertorio della tradizione ebraica italiana. Protagonisti dell’evento saranno Enrico Fink (voce, flauto), Luca Baldini (basso), Massimiliano Dragoni (salterio e percussioni), Massimo Ferri (chitarra, bouzouki), Renata Lazko (viola), Gianni Micheli (clarinetto basso) e Mariel Tahiraj (violino).

Giovedì 27 gennaio, alle ore 18:00, I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, insieme all’Alexian Santino Spinelli Group, saranno invece i protagonisti del concerto “Romanò Simchà – Festa ebraica rom” presso il Cinema Teatro di Casoli, Chieti. Il concerto chiuderà una lunga giornata dedicata al Giorno della Memoria che inizierà con l’inaugurazione del Memoriale Piazza della Memoria presso quello che fu il campo di concentramento fi Casoli. Con “Romanò Simchà”, oltre a Shoah e Olocausto, si parlerà anche di Samudaripen, il genocidio di oltre 500 mila persone rom, sinti e manouches francesi, drammaticamente ignorato dalla storia contemporanea.

Giovedì 27 gennaio il progetto musicale “Romanò Simchà – Festa ebraica rom” sarà anche tra i protagonisti del Giorno della Memoria dedicato agli studenti toscani organizzato dalla Regione Toscana per il secondo anno in versione streaming. L’evento, con la proiezione dei videoclip “Romanò Dives” e “Lecha Dodi”, segnerà la conclusione del percorso dal titolo “Discriminare, imprigionare, annientare. L’Italia fascista nell’Europa del Terzo Reich” aperto ai docenti delle scuole secondarie di secondo grado.

Il lungo viaggio dell’Orchestra Multietnica di Arezzo dedicato al Giorno della Memoria si concluderà nel primo fine settimana di febbraio a Mosca, in presenza (almeno per il momento) all’interno del prestigioso Jewish Museum and Tolerance Center, ritenuto il più grande museo ebraico al mondo, per un evento pubblico organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura.

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